lunedì 12 novembre 2012

live large and think big

Live large and think big e’ il motto di Dallas e in effetti mi pare gli calzi a pennello. E’ da sei anni che vivo qui e la citta’ e’ gia’ cambiata completamente. C’e’ questa idea del nuovo qui -deve essere sempre tutto nuovo- che mi affascina da morire e non so nemmeno io il perche’ considerato il mio background.

L’architettura e’ il massimo da queste parti. La citta’ sale come direbbe Boccioni, pulsa, e’ viva e la gente lo sente, e’ costretta a farci caso.

Probabilmente non ne avete mai sentito parlare in Italia, ma proprio il bellissimo museo progettato da Renzo Piano a Dallas e’ al centro di una disputa architettonica fra le piu’ appassionanti degli ultimi anni. Poco tempo fa, vicino al museo e’ stato eretto un nuovo edificio, coperto di specchi. Non c’e’ stata nessuna violazione, ma e’ successo qualcosa a cui incredibilmente nessuno ha pensato per tempo: il riflesso del sole sui vetri del nuovo grattacielo e da li’ sul Nasher Sculpture Center, provoca un innalzamento talmente notevole della temperatura da mettere in serio pericolo sia le opere che il giardino. Il problema e’ grave e complesso, la battaglia e’ aperta e all’ultimo sangue, nessuno vuole cedere, chissa’ come andra’ a finire.

Nel 2009 e’ stato inaugurato lo splendido AT&T Performing Arts Center per ogni tipo di esibizione artistica, il teatro classico o sperimentale, i concerti, l’opera, la danza. Pochi mesi fa e’ stato inaugurato il nuovissimo ponte di Calatrava a DSC04255 (2)Dallas e infine un paio di settimane fa un parco davvero particolare, il Klyde Warren.

Prima fra l’Art District, il quartiere dei musei, e quello di Uptown, c’era un’autostrada, ora invce c’e’ questo parco, nel senso che il parco e’ stato costruito direttamente sull’autostrada come su una sorta di grande ponte. E’ un parco relativamente piccolo per le consuetudini texane, ma pieno di cose da fare. C’e’ l’area dedicata ai cani, quella per giocare a scacchi, a ping pong e a un sacco di altre cose, poi c’e’ la zona lettura con il prestito libri, la connessione Wi-Fi e tantissime attivita’ gratuite ogni giorno (corsi, concerti, visite guidate…).     

C’e’ un’atmosfera fantastica. Gia’ solo vedere tanta gente in giro a piedi a Dallas e’ un evento (qui siamo abituati purtroppo a guidare ovunque) e poi estranei che parlano, leggono, giocano, cani, bambini, un grande caos, ma allegro, tollerante.

La nota di colore e’ che il parco e’ dedicato al figlio di nove anni del multimilionario che ha finanziato la costruzione del parco. Suppongo che se doni dieci milioni a un progetto ti e’ consentito intitolarlo anche al tuo canarino, pero’ mi piacerebbe sapere come se la vive questo bimbetto balzato all’improvviso agli onori delle cronache cittadine tutta questa celebrita’. Io mi sentirei importantissima se mi dedicassero un parco, ma anche una lavanderia o una barchetta a remi. Secondo me il padre in realta’ e’ J. R. E’ troppo una cosa da soap opera questa di intitolare un parco al figlio. Che poi dico, se per caso arriva un altro erede cosa gli intitola?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Invidia pura per il parco.
E anche un po' (ma solo un po') per la nuova architettura visto che tanto quella qua non è sperabile.
Silvia

Silvia - Magnolia Wedding Planner ha detto...

beh donare così tanti soldi per un progetto ti mette un prima posizione per avere un "parchetto" a nome di tuo figlo.
Mica andare a comprare la fiesta al bar no?

:D
Silvia

Elisen ha detto...

Quante cose mi sono persa!Bello il parco!Mi e' salita tanta nostalgia...ma davvero Grazie!