venerdì 7 settembre 2012

la distruzione di un amore

Vivendo lontano da quasi tutti i miei parenti e migliori amici, mi sono addestrata a fare una cosa piuttosto difficile per i principianti: mettere da parte le preoccupazioni e immaginarli tutti contenti e tranquilli. Se non sento nulla, mi dico che va tutto piu’ o meno liscio e non e’ menefreghismo, e’ l’unico modo per sopravvivere. Il fatto e’ che tante cose non si dicono finche’ non ci si vede di persona e cosi’ ogni volta che incappo in qualcuno che mi sbatte in faccia una realta’ ben diversa da quella che avevo in mente per lui, soffro e non posso fare a meno di soffrire perche’ mi spiace, perche’ non c’ero, per tutto.

Qualche giorno fa ci siamo imbattuti quasi per caso in un amico dei bei vecchi tempi andati. La fortuna di essere tutti un po’ sparpagliati e’ che prima o poi, per puro caso, da qualche parte, ci si ritrova.

All’inizio non capivo bene perche’ fosse qui e al telefono sembrava sfuggente. Ho immaginato che avesse lasciato moglie e figlia in Europa per sistemare tutto prima di far arrivare anche loro o che fosse venuto a trovare i suoi. Davanti a una birra, dopo essersi fatto coraggio, mi racconta che la moglie gli ha chiesto il divorzio sulla chat di facebook. Nemmeno, che ne so, skype, no, una stupida chat da quattro soldi senza guardarlo negli occhi.  Ora lui tornera’ indietro per litigare un po’ sulla figlia e poi basta, dopo tutti questi anni di vita insieme, ognuno a casa sua, ma ai lati opposti del pianeta. Mi sembra tutto cosi’ deprimente. E’ la prima volta che vedo una coppia mista sposata, in teoria solida, cadere a pezzi in maniera cosi’ rovinosa, ed e’ orribile, anche perggio di un divorzio normale. Piu’ che altro penso a quella bimba che non ci capira’ quasi nulla. Prima si sentira’ abbandonata dall’adorato papa’ e poi si ritrovera’ a dover lasciare di punto in bianco la madre per passare un mese all’anno con quello che a quel punto sara’ poco piu’ che un completo sconosciuto. Le ragioni di marito le comprendo benissimo, ma come madre un po’ mi fa rabbia lui. So che non e’ facile, ma non capisco proprio come faccia ad andarsene cosi’ lontano dalla figlia. Le madri non agiscono quasi mai cosi’. Forse non si rende conto delle conseguenze del suo gesto o forse gli sembra la cosa tutto sommato piu’ semplice da fare. Mi dispiace tanto.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono sposato e non ho figli,quindi vado per logica. Forse lui sta male e si sente solo quindi l'unica cosa che si sente di fare è tornare a "casa" ovvio è una scelta egoistica dal punto di vista della figlia,ma potrebbe non essercene altre,sopratutto se una donna chiude un matrimonio via facebook significa che sono successe cose molto brutte.

Anonimo ha detto...

possono succedere tante cose brutte con una moglie, ma un figlio e' per sempre e accanto al proprio figlio bisogna restare, a qualunque condizione, senza se e senza ma, non esistono attenuanti. Su questo non transigo. Un genitore ha delle responsabilita' affettive oltre che economiche. Ma io sono una madre e non lascerei mia figlia per niente al mondo. E il punto e' proprio questo, io sono una madre, non un padre. E qui si aprirebbe una discussione infinita sulla maternita' e sulla paternita'. Non tutti gli uomini farebbero come il tuo amico, quasi tutti pero'. E anche quando un padre resta, fa meno della meta' di quello che fa una madre.Si vede proprio che la genitorialita' li cambia di meno.
valescrive

nonsisamai ha detto...

vale...che ti devo dire? sottoscrivo.

@LLERTA ha detto...

io non so nulla di quella storia e penso che anche tu ne possa sapere poco, o quanto meno solo una versione.
Pero' lasciamo fare questa supposizione come punto di partenza: mi pare di aver capito che sia stato lui a trasferirsi in Europa per costruire e/o mantenere in piedi la famiglia (e quindi partendo da una situazione di svantaggio, affettivo, culturale e logistico).
Io non voglio certo difendere un perfetto sconosciuto e nemmeno pormi come portavoce degli uomini e/o padri che siano, ma vorrei sapere su quali basi statistiche o conoscenza soggettiva (che vale decisamente meno) il secondo commento riporta che quasi tutti i padri farebbero come questo amico e anche in caso contrario farebbero "meno della meta' di quella che fa una madre".
Posso aggiungere che esistono associazioni di padri che combattono per avere l'affidamento dei figli in modo legale e anche altri uomini che arrivano a gesti estremi - plateali quanto inutili, per carita' - per riaverli come d'altro canto esistono donne che lasciano il consorte e la prole per un altro uomo o usano il figlio come strumento di vendetta e non hanno l'intelligenza e/o il cuore per evitare ulteriori contrasti, dipingendo l'altro genitore come la peggiore persona di questo mondo.
Come dice 70mm io - ripeto, pur non sapendo nulla - non escludo che uno che perde moglie e figlia (non credo che sia stato un fulmine a ciel sereno, ma di certo notificarlo su una chat non depone a favore della moglie) non stia propriamente al top e che sia comprensibile andare a leccarsi le ferite nella sua terra, dai suoi genitori o amici che ha lasciato tempo addietro.

Anonimo ha detto...

basta guardare le coppie di genitori, ogni giorno, coppie felici eh, mica gente che si odia. L'impegno, la dedizione, i sacrifici, le rinunce, i salti mortali tra lavoro e famiglia sono le donne a farne piu' degli uomini.
E le ferite non vai a casa di mamma a leccartele, stai con tua figlia e ti lecchi le ferite mentre stai con tua figlia perche' sei adulto, perche' tua figlia viene prima di tutto, perche' tu devi garantire la presenza affettiva, perche' tu hai un ruolo nella sua crescita emotivo/psicologica. Ci sono padri che si fanno in 4 e madri che scappano, verissimo, ma parlo di tendenze. E quando si dice che la mamma e' sempre la mamma, io rispondo, e ti credo, il padre un sacco di volte e' impegnato a fare altro!

valescrive

nonsisamai ha detto...

scusa @llerta, ma in fondo cosa contano i dettagli? le chiacchere stanno a zero, come si suol dire, sono i fatti che contano. ma se ci tieni, ti diro' qualcosa in piu', qualcosa che forse ti stupira'. qui stiamo parlando se non di un marito, di un padre esemplare. un padre che e' sempre stato lui il principale 'caregiver' (scusate mi sono appena svegliata, non mi viene un'altra parola e il dizionario non mi aiuta) della bambina. e stiamo parlando di una bambina con grossi problemi sia fisici che di ritardo cognitivo. lui, lavorando da casa, ha sempre fatto tutto per lei mentre la madre lavorava fuori a tempo pieno. e lo ha fatto con un amore infinito che quando parla di lei, lo vedi che l'adora, che e' la sua gioia. e allora, io da madre ancora di piu', davvero, NON CAPISCO.

nonsisamai ha detto...

ci conosciamo abbastanza bene oramai e io e vale e non siamo sempre d'accordo, ma su questa cosa la vediamo veramente allo stesso modo, mi pare.

Marica ha detto...

questa storia mi lascia perplessa.
se come dice nonsi il padre e' sempre stato il principale caregiver, e se la moglie l'ha lasciato su facebook, c'e' davvero qualcosa che non quadra... quel che e' certo e' che quest'uomo sta soffrendo tantissimo (ovviamente anche la figlia sta soffrendo ecc).
come dice nonsi "non capisco" :-)

dopo i vari commenti pero' mi faccio una domanda: l'amore verso un figlio, e' proporzionale a quanti "sacrifici" si fanno per lui? [a quanti pannolini si cambiano, quante volte ci si sveglia la notte ecc]
ha senso dire "faccio piu' rinunce, faccio piu' sacrifici, allora lo amo di piu'"? ["ho cambiato 10 pannolini tu solo 5 allora io lo amo il doppio"?]
ma soprattutto, si puo' parlare di "rinunce e sacrifici" parlando di amore verso un figlio?

non so, me lo sto chiedendo a me stessa, eh....


Anonimo ha detto...

la vita per me, Marica, e' una cosa pratica. L'amore si vede, si tocca, si scambia, si concretizza nei fatti. L'amore e' il bisogno e la voglia di stare con l'amato. L'amore si conta nelle notti insonni, nelle coccole, nella pazienza, nei giochi, nelle carezze, nei bagnetti, nei pannolini sporchi, nei pranzi preparati con cura. Io all'amore a parole ci credo poco.

Si', l'amore ha anche rinunce per me. E non necessariamente presuppongono il rimpianto di quello che non e' piu'.

valescrive

nonsisamai ha detto...

marica e vale: sta diventando quasi imbarazzante. avrei risposto di nuovo come vale!! :))

Marica ha detto...

quindi l'amore e' proporzionale al tempo passato insieme? quindi chi sceglie di lavorare anziche' stare a casa a cambiare pannolini/preparare pappe/giocare/coccolare ecc ama di meno? :-D

Anonimo ha detto...

Marica: certo che qualcuno deve pur lavorare :) ma, parlando in generale, direi che se il tuo orario di lavoro e' otto ore e tu resti al lavoro dieci perche' c'e' qualcosa di importante da fare in ufficio, se la notte il bimbo piange e tu ti giri dall'altra parte o nemmeno lo senti, se torni da lavoro e te ne vai a giocare a tennis invece che stare con tuo figlio, se, in altre parole, tendenzialmente fai la stessa vita di quando non avevi figli, questo per me vuole dire quantomeno che la genitorialita' su di te ha avuto un impatto diverso/minore che su di me.
Se non vogliamo parlare di amore, parliamo di impatto. una donna.

Sottolineo che si tratta di tendenze, che sto parlando in generale.

(Sto occupando il tuo blog, scusa Ema :))

Valescrive

Anonimo ha detto...

nel mio ultimo commento c'e' una parola di troppo : Donna.
Ovviamente e' un errore :)

valescrive

isadorablumenthal ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
nonsisamai ha detto...

vale: occupa pure anche con la k :))

marica: mi sembra una provocazione un po'cosi'. sai che lavoro anch'io, no non e' questo. ovviamente bisogna fare i conti con la realta', ci sono tante altre cose da fare a parte occuparsi dei figli, ma l'importante e' dimostrargli in qualche modo quanto gli amiamo, le parole e i pensieri non bastano.