lunedì 12 luglio 2010

la finale e i ricordi

Quando vuoi fare un visto per venire a vivere negli Stati Uniti in Italia e anche Nord Africa, ti tocca andare a Napoli, e’ l’unico consolato americano in cui rilasciano i visti. E cosi’ succede che un bel giorno, ovunque tu sia, ti arriva una lettera che ti dice ‘ci vediamo fra sette mesi alle 7,40 del mattino al consolato di Napoli’ e succede proprio cosi’. Alle 7,40 del mattino qualcuno esce da un grande cancello, chiama il tuo nome e ti fa entrare, gli altri devono aspettare fuori. Nel mio caso quel lunedi mattina tanto atteso, era proprio il lunedi mattina dopo la partita in cui l’Italia ha vinto i mondiali. Noi siamo arrivati addirittura un paio di giorni prima sia perche’ ogni scusa e’ buona per visitare Napoli e dintorni sia per essere sicuri di presentarci in orario all’appuntamento, che’ altrimenti chissa’ quanti mesi sarebbero passati. E devo dire che la finale dei mondiali a Napoli forse e’ stata l’esperienza che ci e’ rimasta impressa di piu’, in confronto a cui il visto tanto agognato e’ passato in secondo piano. Ricordo il silenzio irreale piombato sulla citta’ prima della partita e poi la partita e poi… la corsa in albergo, la paura! Il confine fra una citta’ in festa e una in guerra in certi casi puo’ essere piuttosto labile, come si e’ visto anche recentemente. Gli amici ci chiamavano dai loro caroselli festanti e noi fingevamo di divertirci un mondo mentre in realta’ eravamo chiusi in camera con le pareti che tremavano dai botti, i proiettili o chissa’ cosa (eravamo in uno dei quartieri peggiori della citta’ comunque).

Ieri invece la finale dei mondiali, si e’ guardata con gli amici francesi tifando tutti per la Spagna e rimembrando tutta la storiaccia della testata di Zidane. Headbutt, ho scoperto si dice in inglese. A distanza di tempo sembra tutto cosi’ chiaro, ma mi immagino che vedere quella partita insieme al momento non sarebbe stato cosi’ piacevole.

Quante cose cambiano in quattro anni. Noi eravamo a un punto cruciale quattro anni fa con la decisione di trasferirci qui e siamo a un altro punto cruciale oggi. E i mondiali saranno il sottofondo dei ricordi di tutti questi cambiamenti.


n.b. Il racconto e' riferito a quattro anni fa e al mio caso specifico, non basatevi su questo post per informazioni di ordine pratico su come ottenere il visto.

13 commenti:

Gatsby ha detto...

La storia del visto a Napoli fa sempre un certo effetto.
Le chiamo, perchè voglio, emozzzioni =)

Eleonora ha detto...

Ahhhh il visto....io l'ho fatto a Firenze, ma non è che fosse molto meglio: pieno luglio, appuntamento a mezzogiorno, Mike, americano, non lo hanno fatto entrare in consolato...poretto

Marica ha detto...

anche a roma rilasciano i visti... e mi pare pure a milano :-)

cmq in bocca al lupo per la decisione cruciale! :-)

Alice ha detto...

A noi hanno fatto scegliere tra Roma e Milano per l'intervista... probabilmente negli ultimi anni si sono evoluti, per fortuna!

Valeria ha detto...

Ragazzi la mia intervista (o meglio interrogatorio) e' durata 5min e tra le tante domende la tipa mi fa: "si ho capito, non vuoi fare un corso di Inglese, ma allora che cosa fai tutto il giorno a New York?!!!".....e io:" shopping?!!"....

Benedetta ha detto...

Io sono stata a Napoli a capodanno e posso immaginare cosa diventi quella città durante i mondiali!
Comunque mi permetto di dissentire sul discorso visti, io li ho sempre fatti a Milano (F1 e J1) senza alcun problema...e il mio ragazzo a Roma! L'estate scorsa mi avevano dato appuntamento a Napoli perchè avevo molta fretta ed era il primo slot libero, sarei dovuta andare lì due giorni dopo...alla fine li ho un po' pressati e mi hanno trovato un posto per Milano la settimana successiva :)

nonsisamai ha detto...

mi fa piacere che le cose siano cambiate in questi quattro anni perche' ho visto scene tristissime in quei due giorni di esami medici e colloqui. c'era una famiglia che veniva mi pare dalla libia, che venne rimandata indietro perche' aveva sbagliato qualche passaggio della procedura. era una specie di viaggio della speranza. io stessa ho corso il rischio perche' in teoria avrei dovuto avere un certificato della polizia spagnola, avendoci vissuto piu' di sei mesi. un cavillo, che non avevamo notato nel mare di carte (e poi anche notandolo, non so cosa avremmo potuto fare...).
il colloquio comunque anche per me era stato una formalita', non come si vede nei film :)

e.l.e.n.a. ha detto...

ho appena iniziato “la simmetria dei desideri” di eshkol nevo, uno scrittore israeliano.
la storia – quattro amici alle soglie dei trent’anni – si snoda a partire da questo:
(stanno assistendo alla finale dei mondiali del ’98)

"ognuno potrebbe scrivere su un bigliettino dove sogna di trovarsi tra quattro anni. dal punto di vista personale, professionale. da tutti i punti di vista. e ai prossimi mondiali apriremo i biglietti e vedremo cosa è successo nel frattempo."

ho trovato una certa qual “simmetria” con l’ultima parte del tuo post! :))

nonsisamai ha detto...

a me pare che la vita sia in genere piuttosto 'simmetrica'...

Elisen ha detto...

io a Milano!
quante cose in 4 anni! anche tu ci sei dentro :)))

nonsisamai ha detto...

<3

luan ha detto...

ciao...Napoli non è solo quello che descrivi tu....naturalmente!!
è tanto altro ancora,scusami ma mi son sentita di sottolinearlo -:)

nonsisamai ha detto...

iuan: guarda, e' successa la stessa cosa la settimana scorsa qui con i botti (v. link). anch'io l'adoro, pensavo di averlo chiarito. pensa che visitare napoli e' stato il mio regalo di laurea :)