mercoledì 7 luglio 2010

di discriminazione in discriminazione

Mi sono sempre chiesta come facessero le mamme che conoscevo a lavorare e a fare tutto quello che fanno tutti gli altri dovendo anche prendersi cura di uno o piu’ figli. Mi e’ sempre sembrato che la societa’ non le aiutasse, che si pretendesse troppo da loro, senza considerare la specificita’ del ruolo che ricoprono e tutto quello che comporta sia a livello fisico che mentale. Dopo tutto, i giorni durano ventiquattr’ore per chiunque. Chissa’ come me la cavero’ io. Il bimbo non e’ ancora nato e gia’ in famiglia c’e’ chi velatamente mi ha suggerito di abbandonare il lavoro. Faccio un lavoro che mi piace, che mi porta fuori tre giorni soli alla settimana, rinunciarci sarebbe un sacrificio immenso. Un sacrificio che cerchero’ in ogni modo di evitare, ma che non escludo perche’ la verita’ e’ che e’ tutto nuovo, non so come sara’, so solo quale sara’ e quale e’ gia’ la mia priorita’. Fatto sta che ho gia’ ricevuto la mia prima e spero ultima discriminazione sul lavoro (per fortuna non nel mio lavoro principale a scuola, li’ non sarebbe mai successa una cosa simile). La cosa si e’ svolta in questo modo: ho ricevuto una mail in cui affettuosamente mi si proponeva un lavoro differente e minore rispetto a quello che gia’ svolgo per agevolarmi dato che sono incinta. Altrettando affettuosamente, ho rifiutato e la risposta dall’altra parte e’ stata qualcosa tipo “peccato perche’ in questo caso credo proprio che il tuo vecchio lavoro non ci sara’ piu’ dopo le vacanze”. Ho protestato (non quanto avrei potuto per la verita’) e le cosiddette “scuse” per iscritto sono state perfino piu’ offensive dell’offesa subita, tornando nuovamente sul discorso gravidanza con annesse e connesse voci di corridio riguardanti la sottoscritta e consigli non richiesti. Un vero capolavoro di maleducazione e mancanza di professionalita’.

Ora non ditemi che in America non hanno rispetto per le donne (per quelle incinte non molto fra l’altro, ma ne parleremo un’altra volta magari) perche’ il datore di lavoro in questione e’ italianissimo. Anzi, a prescindere dal fastidio per la situazione, vi diro’ anche un’altra cosa: sono davvero stufa. Da quando mi sono trasferita qui, le uniche cose spiacevoli che mi sono successe, sono state causate da italiani e non ce ne sono molti. Non capisco perche’ gli altri stranieri che conosco sono supportati dai loro connazionali e noi, che tra l’altro siamo quattro gatti e ancora di piu’ dovremmo darci una mano, non facciamo altro che dare questo triste spettacolo di noi stessi. 

14 commenti:

Brunhilde ha detto...

Che brutta cosa, questa discriminazione tra connazionali.. Ma la legislazione sul lavoro lì cosa prevede per tutelare la maternità? Puoi farti valere in qualche modo? In bocca al lupo!

nonsisamai ha detto...

tutta questa conversazione e' avvenuta per iscritto, quindi suppongo che volendo potrei, pero' alla fine...troppo stress ora, non me ne importa abbastanza.

Rabb-it ha detto...

Dipende dal contesto, e dal lavoratore.
Che purtroppo per colpa di quelli che delle cose che se ne approfittano la paghiamo tutti.

Esempio mio, io ho un invalidità, ma il mio lavoro ho semrpe cercato di farlo semplicemente perché mi era stato insegnato così, altri che un po' calcano la mano vengono portati in palmo di mano... a me vien detto: Eh ma tu non sei veramente invalida.

Avrei un modo molto semplice per dimostrare la mia invalidità a questi beoti, smettere di prendere medicine per un po' e farmi prendere da una crisi in loro presenza.

Ma questi beoti non valgono ne la mia salute, ne la mia umiliazione in pubblico.
Ne ora ne mai.

Ops... scusa... mi sa che sono andata fuori tema.

nonsisamai ha detto...

mi dispiace tanto per la tua situazione, pero' credo che sia davvero tutto un altro discorso...

Rabb-it ha detto...

Era la scarsa solidarietà la sola cosa in comune, scusa.

nonsisamai ha detto...

ma ci mancherebbe! :)

MiKo ha detto...

Prima di tutto: congratulazioni per la buona novella :)! Non so se ne hai già parlato prima, sono talmente stordito che non me ne ero affatto reso conto.
In secondo luogo: secondo me ha ragione Brunhilde, dovresti cercare di farti valere in qualche modo; capisco che tu non ne abbia voglia, ma se nessuno lo fa non cambierà niente e prima o poi ci si troverà sotto qualcuno per cui sarà davvero una brutta botta.
In terzo luogo: NON LASCIARE IL LAVORO! Sono assolutamente certo che il modo ci sia. Uno degli errori più frequenti che vedo nelle neo-mamme è che non sono abbastanza egoiste. Il che porta a un circolo vizioso stress-peggioramento della propria condizione-più stress...
In bocca al lupo per tutto :)

Salvietta ha detto...

Miko ha ragione, per cambiare le cose bisogna agire.
Mi raccomando non lasciare il lavoro!

Rabb-it ha detto...

Miko non conosciamo le stesse neomamme, io a parte alcune eccezioni ne ho trovate di un egoismo estremo, per cui il fatto che loro avessero un figlio doveva metterle prima per tutto.
Scelta delle ferie, come se chi deve badare magari a parenti anziani non avesse problemi simili, permessi e similia.

Come se le altre contassero meno di niente.
Ma mi tengo care le eccezioni, quelle per cui il mondo non passa da essere:
io sono l'ombelico del mondo a io e il mio bimbo siamo l'ombelico del mondo.

Comunque miko ha ragione, non lasciare il lavoro, perlomeno non perché te lo suggeriscono altri.

^_^

nonsisamai ha detto...

ragazzi, non vorrei entrare in ulteriori dettagli, ma e' una situazione un po' particolare. ci pensero' comunque.

Anonimo ha detto...

Penso che sia tipico degli italiani....sul lavoro non ho avuto problemi ma ho notato una generale indifferenza (ovvero il carico di lavoro/orari sempre da paura e non tante attenzioni da pare dei colleghi p.e per evitarti fatiche anche fisiche che ovviamente non puoi più fare ). Poi per esempio: se usi i mezzi pubblici nessuno si sogna di fare sedere una donna incinta. Recentemente ho fatto sedere al mio posto una ragazza di 7/8 mesi e causando la disapprovazione di un signore che era in piedi e che voleva lui il posto....Ormai la nostra società si è disabituata alla presenza di gestanti e bambini...le società più evolute sono anche quelle meno "umane"??
p.s. però una cosa so che in America per molti versi sono molto aperti verso i bambini basti pensare ai servizi a disposizione per le famiglie che viaggiano con i piccoli appresso ...cosa impensabile in Italia dove nella maggior parte dei ristoranti se chiedi il seggiolino per mettere il bimbo a tavola con te ti guardano con gli occhi sbarrati!!!
Francesca
(scusa la risposta troppo lunga)

Francesca ha detto...

Penso che sia tipico degli italiani....sul lavoro non ho avuto problemi ma ho notato una generale indifferenza (ovvero il carico di lavoro/orari sempre da paura e non tante attenzioni da pare dei colleghi p.e per evitarti fatiche anche fisiche che ovviamente non puoi più fare ). Poi per esempio: se usi i mezzi pubblici nessuno si sogna di fare sedere una donna incinta. Recentemente ho fatto sedere al mio posto una ragazza di 7/8 mesi e causando la disapprovazione di un signore che era in piedi e che voleva lui il posto....Ormai la nostra società si è disabituata alla presenza di gestanti e bambini...le società più evolute sono anche quelle meno "umane"??
p.s. però una cosa so che in America per molti versi sono molto aperti verso i bambini basti pensare ai servizi a disposizione per le famiglie che viaggiano con i piccoli appresso ...cosa impensabile in Italia dove nella maggior parte dei ristoranti se chiedi il seggiolino per mettere il bimbo a tavola con te ti guardano con gli occhi sbarrati!!!
Francesca
(scusa la risposta troppo lunga)

nonsisamai ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
nonsisamai ha detto...

francesca, grazie per avermelo fatto notare. non avendo figli non ci avevo mai pensato e ora che ci penso di piu' sono qui quindi davo per scontati i vari seggioloni, matite per colorare nei ristoranti e family restrooms.
comunque, non e' che sia tutto cosi' idilliaco soprattutto fra amici. all'inizio, ci rimanevo un po' male perfino io che non avevo bambini, nel leggere inviti alle feste dove si dice a chiare lettere che NON sono ammessi i pargoli. a me pare che in italia non si usi, pero' come facevi notare tu da noi ce ne sono talmente pochi di bambini, almeno fra quelli della mia eta'.