giovedì 20 maggio 2010

il mio piccolo basquiat

Non lascio mai che i ragazzini si portino via i loro lavori subito dopo le lezioni perche’ voglio rimanere un minuto da sola ad osservare in silenzio cosa hanno fatto. Ogni tanto mi commuovo. Mi commuovo per l’ironia, la tristezza, le paure che esprimono. Per la prima volta da quando faccio questo lavoro, oggi invece mi sono commossa davanti a un lavoro semplicemente per la sua qualita’ estetica.

Era l’ultima lezione dell’anno per questa classe e il compito era difficilissimo: eseguire un autoritratto. Gli ho spiegato la tecnica che volevo utilizzassero e li ho lasciati lavorare con la loro fotografia davanti. Questo e’ il lavoro a cui accennavo.P1200727

Per apprezzarlo pienamente, bisognerebbe guardare una fotografia di questo ragazzino e soprattutto vedere cosa hanno combinato i suoi compagni di classe, seguendo le stesse identiche istruzioni. Piu’ lo guardo e piu’ mi stupisco. Gli altri bambini giustamente pasticciavano con i gessi, mi chiedevano di andare a lavarsi le mani, sporcavano tutto il foglio e ricominciavano daccapo, questo qui invece ha lavorato in silenzio per un’ora, con lentezza, cura, lunghe pause e fare da artista consumato, non certo da dodicenne.

Quando la loro maestra e’ tornata a riprendersi la classe, alla fine della lezione, ha dato un’occhiata a tutti i ritratti e non ha fatto altro che esaltare, il lavoro di un’altra ragazzina, la prima della classe, che aveva seguito alla lettera le istruzioni, ma creando un viso stranissimo, per niente naturale. Io non sono intervenuta. Cerco sempre di tenere i miei giudizi estetici per me e, a parita’ di impegno, di incoraggiare tutti allo stesso modo, perche’ mi chiedo: ha senso appoggiare sempre quelli che vanno meglio? A volte mi sembra che vadano meglio proprio per questo. Ci aspettiamo tanto da loro e tanto ci danno, da altri ci aspettiamo che cadano e alla fine molto spesso lo fanno.

Penso spesso alla loro vita, a quello che davvero gli stiamo passando e a volte rabbrividisco.  

6 commenti:

Fabrizio Cariani ha detto...

bellissimo post.

con un po' di cinismo, mi verrebbe da dire che e' una situazione naturale da ogni punto di vista:

1) dal punto di vista della maestra che, bene o male, per eseguire il suo lavoro in modo efficiente si affida a routines consolidate (elogia la prima della classe---> risparmia sforzi e attenzione)

2) dal punto di vista della studentessa che forse trovera' qualcuno che le insegnera' l'importanza della creativita', ma piu' probabilmente no, e restera' cosi' (brava nell'eseguire compiti determinati) per sempre.

nonsisamai ha detto...

grazie. sono d'accordissimo sul punto due. ne ho conosciuti diversi di primi della classe che si sono persi all'universita' proprio perche' non avevano da una parte nessuno che gli dicesse esattamente cosa fare e dall'altra creativita' e passione, qualita' che si possono stimolare e che servono in qualunque campo.

Anonimo ha detto...

eh, purtroppo è il Pygmalion effect: se un professore decide che qualcuno è bravo, alla fine quello bravo lo sarà davvero...

se penso alle mie scuole elementari mi pare proprio che sia andata così, con buona desolante definitiva pace di quelli che la maestra detestava, non capiva o che, forse, avevano solo di una qualche attenzione in più...

nonsisamai ha detto...

sono responsabilita' immense perche' poi dalla scuola si passa alla vita e le conseguenze si fanno sempre piu' serie.
con questo non voglio dire che gli insegnanti non possano avere le loro preferenze, io le ho, lo ammetto, si tratta solo di tenerle per se' e dare una possibilita' a tutti.

Elisen ha detto...

però se uno ha talento forse segnalarlo lo aiuterà a credere in sé stesso e magari prendere una strada piuttosto che un 'altra.La discrezione forse, è sufficiente.

nonsisamai ha detto...

certo. tieni presente pero' che siamo in un contesto di scuola elementare. questo lavoro e' notevole a mio parere, ma non credo di essere di fronte a un genio considerando l'andamento generale.