lunedì 21 settembre 2009

di improvvisi traferimenti e ricordi

Lo zio Duane ci ha chiamato qualche giorno fa per dirci che la settimana prossima si trasferisce. Ha trovato un lavoro migliore e lo ha preso al volo. Lascia quello vecchio venerdi e comincia quello nuovo il lunedi dopo. In un'altra citta', in un altro stato, cosi' su due piedi, ma non e' una cosa cosi' rara per gli americani trasferirsi da un momento all'altro, l'ho gia' visto succedere diverse volte. Questa volta e' diverso pero', e' lo zio Duane che se ne va. Lo zio Duane ha la stazza di un gigante, ma e' uno degli uomini piu' delicati e gentili che abbia mai conosciuto. Quello che piu' di tutto lascia l'amaro in bocca e' l'aver realizzato solo ora quanto poco tempo, in fondo, si sia passato insieme. Lui era davvero l'unico familiare che avevamo vicino. L'unico pezzo di famiglia che avevamo qui tra cinque giorni se ne va. Fa impressione questa cosa, oltre che tristezza.
Ieri siamo andati a salutarlo e ad aiutarlo con il trasloco. E' incredibile quanti oggetti inutili possa conservare un uomo solo in tutta una vita, soprattutto lui che e' sempre stato la memoria storica della famiglia. Non e' capace di buttare nulla o per meglio dire, non ha mai avuto nessuna intenzione di farlo. E' come se vivesse meta' qui e meta' la', nel passato dico. Ascolta ancora gli lp in vinile collezionati da ragazzo. I Chicago, i Boston, gruppi mai sentiti di cui conosco un paio di canzoni che ancora passano su Lone Star Radio. In garage ha due enormi poltrone da barbiere degli anni quaranta, con ancora attaccata la striscia di cuoio per affilare la lama del rasoio, ci si siede a guardare il football alla tele il sabato pomeriggio. Poca fortuna con il lavoro e ancora meno con le donne, ma una vita avventurosa che ama raccontare a ogni occasione. Ci ha regalato diversi cimeli di famiglia e quello che custodiremo con piu' cura e' senz'altro la divisa che nonno Johnson indossava quando ando' in Italia durante la seconda guerra mondiale. Quello che sono miracolosamente riuscita a schivare e' invece un piatto per nachos con il formaggio a forma di sombrero messicano, un oggetto surreale. Sorridevamo io e un'amica di famiglia, mentre gli impacchettavamo decine e decine di improbabili bicchieri e bottiglie. Ha conservato perfino la prima lattina di birra che ha bevuto cinquant'anni fa.
Il fatto e' che poi siamo tutti un po' cosi'. L'anno scorso, per esempio, anche quest'amica ha traslocato e in quell'occasione le venne rubata la casa delle bambole della figlia, che ora ha piu' o meno la mia eta'. Era una di quelle case delle bambole da collezione, una piccola opera d'arte con ogni dettaglio al posto giusto che lei stessa aveva costruito durante la gravidanza. Verificatone il valore e l'unicita', i traslocatori le diedero piu' di mille dollari come risarcimento.

- Il motivo per cui invece di comprarmi dei vestiti o farmi un weekend ho deciso di cercarne un'altra esattamente identica mi e' completamente sconosciuto, ma ne avevo bisogno. E' una di quelle cose...come lo zio Duane.

Gia' come lo zio Duane.

4 commenti:

kekkasino ha detto...

e' belo conservare i ricordi, quando apro le ie scatole mi commuovo sempre un po'...

nonsisamai ha detto...

ne ho anch'io di scatole nella mia mansarda italiana...

palbi ha detto...

io la invidio questa capacita' degli americani di non mettere le radici. Noi italiani (persino noi espatriati che fra tutti gli italiani siamo probabilmente i + immuni da questo difetto) tendiamo sempre a crearci dei piccoli mondi in cui stiamo confortevoli ma di cui ci ritroviamo alla fine anche sempre un po' schiavi

nonsisamai ha detto...

in effetti non so come reagirei se mi dicessero che devo spostarmi di nuovo...