martedì 22 settembre 2009

una micro discriminazione

I miei sudenti dopo le lezioni mi dicono sempre thank you mentre escono dalla classe. I primi giorni di scuola un paio di loro dopo unaP1160222 lezione mi hanno detto invece prima hola e poi gracias, dandosi anche un po' di gomito mi e' sembrato. Questi bambini (e non solo loro) pensano sempre che se hai un qualche accento e non sei biondo con gli occhi azzurri, sei messicano. E in genere io glielo lascio anche credere, se non fosse che in questo caso ho avuto la netta impressione che lo abbiano pensato con un certo senso di superiorita' e superficialita’. Cosa che com’e’ ovvio non mi e' particolarmente piaciuta, ma che non mi ha nemmeno sconvolto. Sono ragazzini, assorbono tutto quello che sentono in giro e  se magari a casa non c’e’ chi gli spiega bene, questi sono i risultati. Quindi mi e’ sembrato giusto semplicemente spiegargli come stanno le cose per quanto mi riguarda. Il giorno seguente, ho scritto alla lavagna buon giorno a caratteri cubitali e gli ho spiegato che si’, parlo anche lo spagnolo per cui capisco se mi dicono hola, ma vengo da un paese che si chiama Italia e se qualche volta vogliono rivolgersi a me nella mia lingua, l’italiano, possono dirmi buongiorno oppure grazie. Messaggio ricevuto, mai piu’ nessun problema con loro. Fino a quando l’altro giorno sono entrata nell’aula di informatica per stampare delle cose mentre c’era una lezione in corso e l’insegnante con cui da tre anni parlo in inglese, si e’ interrotta per salutarmi in spagnolo. Cosi' ho spiegato di nuovo le stesse cose anche a lei, che tra l’altro sa perfettamente che sono italiana.

Ho sempre avuto un buonissimo rapporto con questa collega e sono sicura che la sua sia stata una svista, pero’ non capisco proprio. Anche se fossi messicana o sudamericana o spagnola o che ne so, non sono l’insegnante di lingua, che bisogno aveva di rivolgersi a me in modo diverso rispetto a ogni altro insegnante della scuola?

E’ gia’ abbastanza dura per me inserirmi. Soprattutto quest’anno, sto lottando molto di piu’ con il problema della lingua e non ho davvero bisogno che mi venga ricordato anche in questo modo che non sono proprio esattamente come tutti gli altri. Quello lo so gia’ da me.

20 commenti:

kekkasino ha detto...

il tuo lavoro è bellissimo,hai studiato in italia?

nonsisamai ha detto...

si, ho studiato storia dell'arte.

Anonimo ha detto...

A me dispiace e dà fastidio quando queste "piccole" cose succedono in Italia, figuriamoci se capitano in un paese come l'America, letteralmente fatto da immigranti.

Unknown ha detto...

Ciaooo..ogni tanto passo di qui a leggerti, io vivo a Boston e stai sicura che di hola ne ho sentiti parecchi anche io.. sai cosa penso, un po` agli americani rode il fatto di non saper parlare bene un altra lingua. Si e` vero che molti di loro hanno studiato lo spagnolo a scuola, ma non praticandolo...molti se pure capiscono si vergognano della loro pronuncia. Percio` W l'Italia e i coraggiosi italiani all'estero!
Un caro saluto,
Ilaria

Fabrizio Cariani ha detto...

io ho sempre l'interpretazione buonista, ma secondo me, non e' che pensano che tu sia messicana, ma piuttosto che l'italiano e lo spagnolo siano identici, o magari che differiscano soltanto per le "s" alla fine.

nonsisamai ha detto...

sancla: e' proprio l'essere umano forse, non il paese...

ilaria: ma grazie! e benvenuta! :)

fabrizio: puo' essere. mi viene in mente quel proverbio 'la strada dell'inferno e' lastricata di buone intenzioni'. o qualcosa del genere.

Anonimo ha detto...

da italiana ad edinburgo da anni, ho notato che appena realizzano da dove vengo, si lanciano volentieri in grazie, bella e buongiorno. a parte che se pensano di farmi un piacere, si sbagliano perche' fare l'equilibrista tra due lingue e' piu' difficile che impostare subito in inglese, ho sempre pensato che lo facciano con orgoglio innocente, per sfoggiare il loro (scarso) bagaglio di italiano, magari acquisito con una vacanza all'estero. certo, non sei messicana ma italiana, ma questa, come dici tu, magari e' una svista..

gio

Anonimo ha detto...

non sei come tutti gli altri, hai detto bene. Sei migliore degli altri, infatti. Perche' ti sei trasferita in un paese straniero, ne hai imparato usi e lingua. Perche' parli anche lo spagnolo. Perche' sai che il David non e' pornografia, ma un'opera d'arte. Perche' pensi che la diversita' sia una ricchezza.
Non mi era mai capitato di sentire queste storie qui. Ho sempre notato un grande rispetto per tutti, e in particolare una venerazione per la cultura italiana. Questo e' un atteggiamento che ho visto in Italia nei confronti di bambini albanesi discrimati dai compagni di classe italiani. Questa mi mancava.
Ma comunque....ribadiamo il concetto...tu sei forteeeee!!!!
e mejo.
sei proprio mejo.
:)
valescrive

Anonimo ha detto...

ora che ci penso, la nostra ex manager diceva a me e a strazioman "hasta la vista". Hai voglia a dirle che non era italiano!!
pero' quello che fa la differenza e' l'intenzione con cui si parla. Se a me qualcuno dice buon giorno, o ciao bella o spaghetti, e lo fa senza voler dire niente di spiacevole, io sorrido, mi fa piacere anche. Magari la tua collega l'ha detto cosi', senza cattiveria. I bambini ti hanno pensata messicana e ti hanno presa in giro, qui i messicani non sono visti benissimo. Forse loro un po' stronzetti lo sono stati, ma la tua collega non credo.
scusa i due commenti lunghi

valescrive

nonsisamai ha detto...

gio: si, l'unico problema e' il prima che lo realizzino :)

valeria: ma grazie per la difesa accorata! non e' stata una cosa cosi' grave, una micro discriminazione appunto, pero' quando uno sta lottando su tanti altri fronti, come tu ben sai, questo tema diventa ancora piu' delicato. comunque anch'io ho notato la stessa venerazione per l'italia, anche se ultimamente, da chi segue un po' l'attualita', anche qualche battuta a proposito dei vari scandali purtroppo...

fabio r. ha detto...

io la penso come fabrizio: noto spesso che per gli anglofoni (peggio che mai USA) in italia l'italiano e lo spagnolo sono uguali... come dire tedesco e danese, boh?

nonsisamai ha detto...

mi piace questa considerazione perche' in questi casi tutti a dire 'che ignoranti a non conoscere l'italia' mentre come al solito anche noi commettiamo gli stessi errori nei confronti di altri.

Baol ha detto...

E' incredibile come certe dinamiche rimangano uguali passando da un macrocosmo ad un microcosmo, la stessa cosa provata da te nel passaggio Italia - Stati Uniti si ripete, nel piccolo, anche nel passaggio sud - nord

Un abbraccio forte

Emanuele Cauda ha detto...

collega giovane e intelligente una volta mi ha chiesto
"Ma l'italiano non e' un dialetto dello spagnolo".
Meditate gente meditate...

nonsisamai ha detto...

baol: questo mi dispiace molto. pensavo davvero fosse una cosa superata...

emanuele: meditiamo si'...bah...

Elisen ha detto...

concordo con fabio e fabrizio anche qui si rivolgono a me in spagnolo..io sorrido e rispondo in italiano :)

nonsisamai ha detto...

ci sono abituata anch'io. in questo caso pero', e' diverso perche' si tratta dell'ambiente lavorativo. sottolineare la differenza non mi aiuta a integrarmi, almeno non in questo caso. ora, finche' non mi sento a mio agio, vorrei passare inosservata e essere trattata il piu' possibile come gli altri.

nonsisamai ha detto...

certo che pero' i tedeschi gli italiani dovrebbero conoscerli un pochino meglio! :)

palbi ha detto...

mmh...ovviamente non ero lì e dipende molto dai toni che sono stati usati. Pero' in generale non mi sembrano episodi "fastidiosi". Insomma, forse c'e' altro che non ti fa sentire al 100% a tuo agio lì (che ne so, tipo trovarti i 10 comandamenti in bella vista sulla scrivania) e questa e' stata la classica goccia che ti ha fatto pensare alla "micro-discriminazione". Cmq + passa il tempo (e + leggo i blog degli altri) e + mi sembra di capire che ambientati fino in fondo non lo saremo mai. Ne' di qua ne' di la' :(

nonsisamai ha detto...

palbi: non direi veramente. sui 10 comandamenti mi sono fatta una bella risata, credo fosse una sorta di lavoretto di qualche bambino. poi sai, la mia classe non ha nulla a che vedere con tutto quell'aspetto. sono circondata da belle persone la' dentro, compresa quella a cui accennavo nel post. su una cosa pero' ti do ragione in pieno: anche secondo me noi expat alla fine difficilmente ci inseriamo a pieno qui (ci vuole molto tempo) e soprattutto non credo dopo l'esperienza all'estero potremo mai reinserirci pienamente in italia.