venerdì 2 maggio 2008

la fame

Oggi volevo scrivere della condizione della donna nella societa' contemporanea.
O al limite di quel tizio che proprio qui vicino ha cercato di incassare in banca un assegno da 360 miliardi di dollari e quando lo hanno scoperto ha detto che glielo aveva dato la suocera. Dovrei guardarlo un po' piu' spesso il telegiornale locale, e' uno spasso.
Ma poi stamattina e' successa una cosa all'asilo a cui non riesco a smettere di pensare.
Da qualche settimana e' arrivato in classe un bimbo nuovo. Malgrado sia poco piu' giovane degli altri sembra molto piu' piccolo. Ha difficolta' a controllare i suoi movimenti, a impugnare le forbici o anche solo a stare seduto sulla sedia per un paio di secondi di fila. Crea diversi problemi in classe, ma gli abbiamo subito voluto tutti moltissimo bene. A suo modo ci prova anche a stare al passo con gli altri. Non sappiamo molto di lui, tranne che e' stato adottato in Guatemala quando aveva 10 mesi. Io ho notato che ha una grossa cicatrice sulla gamba. Quello che colpisce di lui e' che e' sempre felice. Felice. Ha la gioia negli occhi ed e' entusiasta di essere a scuola qualunque cosa si faccia. Non fa altro che cercare il nostro contatto per rubare una carezza o un abbraccio. L'insegnante di ginnastica non riesce nemmeno a fare lezione perche' appena si sdraia per fare gli esercizi lui le salta letteralmente addosso. Sembra sempre affamato pero'. L'unico motivo per cui piange e' il rifiuto di dargli dell'altro cibo. Mangia come se si fosse dimenticato di avere appena mangiato, mangia in maniera compulsiva, e' impressionante.
Oggi ha mangiato tutto perfino i broccoli bolliti e ha anche leccato il piatto, e' stato complicato toglierglielo di bocca. E cosi' ho riportato l'accaduto a Ms. Guorton per capire come dovessi comportarmi perche' io non ho molta esperienza. Ecco, la spiegazione che mi ha dato mi ha lasciato senza parole. Lei pensa che probabilmente nell'orfanotrofio in cui si trovava abbia sofferto la fame e gli sia rimasto questo trauma. Ho obbiettato che ha lasciato quel posto quando aveva solo 10 mesi e lei mi ha detto che non c'e' nulla di strano, che i bambini hanno un fortissimo istinto di sopravvivenza per fortuna e che imparano subito a lottare per il cibo.
Questa cosa mi ha scioccato. Lo so che rischio di essere banale, ma non ci si pensa mai alla fame, al fatto che ci sono bambini che davvero muoiono di fame e non e' un modo di dire, finche' non se ne incontra uno.

Che la fame fosse qualcosa di indimenticabile lo avevo intuito solo guardando la mia nonna in cucina. Ancora oggi le sue polpette, le migliori per altro, sono tutto pan grattato e pochissima carne.

14 commenti:

Fabrizio Cariani ha detto...

l'immagine di questo bambino mi ha fatto un'enorme tenerezza! e' buffo perche' e' facile pensare che i bambini siano facilmente plasmabili. invece, anche a un'eta' a cui ancora non possono parlare, le loro vite (il loro carattere, emozioni etc.) viene influenzato.

nonsisamai ha detto...

nonsisamai: io spero solo che il danno sia in qualche modo superabile...

Silvia - Magnolia Wedding Planner ha detto...

Beh..prima di tutto effettivamente spero che questo bambino non abbia qualche particolare problema di salute, detto questo la fame generale soprattutto delle guerre non è sparita del tutto. Per esempio mi madre da sempre riempie il frigo di ogni ben di Dio anche se non ne ha bisogno e questo perchè da piccola non aveva niente da mangiare credo sia una reazione istintiva.
purtroppo gente che muore di fame ce n'è tanta e questo mi fa vergognare tanto soprattutto con il lavoro che faccio. ma cosa devo fare?
Buona giornata
Silvia

Anonimo ha detto...

L'immagine di questo bambino felice e affamato rimarrà per molto nella mia testa, sai? Mi fa riflettere su tante cose.

fragile093 ha detto...

Mia madre fa lo stesso con gli oggetti, specialmente quelli che si indossano. Per tutta la sua infanzia, praticamente fino a poco prima di sposarsi, ha sempre dovuto indossare vestiti e scarpe di seconda mano, adattati da sua madre (che con ago e filo e' eccezionale), ma pur sempre non "suoi". E adesso alle cose che compra lei si affeziona in modo viscerale, come se fossero un' appendice della sua persona. Certo, molto meno tragico dell'essere affamati, ma il meccanismo penso sia lo stesso... Bellissimo post, come sempre.

ps. Un bacio, sono in piena fase finals, ma leggo spesso e appena ho finito torno a commentare! ;)

nonsisamai ha detto...

magnolia: ma no, cosa c'entra il tuo lavoro? e' proprio la societa' occidentale in generale...

fragile: bentornata! in bocca al lupo, magari quando finisci ci si riorganizza :)

giuy ha detto...

ho avuto un compagno di asilo di 3 anni con problemi molto simili a quelli di cui parli. Per di più, aveva anche difficoltà nella parola. Nel senso che sapeva parlare (nella sua lingua), ma non voleva parlare (si diceva che ciò era una conseguenza della morte della madre, avvenuta in modo violento).. Era particolarmente esile e si diceva che i suoi genitori adottivi lo avevano "trovato" in pessime condizioni in qualche orfanotrofio in Somalia. Solo dopo un lungo periodo di cure sono riusciti a portarlo in italia. Mi ricordo che i genitori erano ansiosi di portarlo in Italia e che facevano avanti e indietro ogni volta che potevano...Cmq era particolarmente esile, che cadeva facilmente (per ogni caduta gli rimanevano delle brutte botte) e che le maestre giustamente gli stavano sempre addosso per paura che in qualche gioco di "lotta" tra bimbi si facesse male seriamente. Rideva molto, gesticolava ma non parlava mai ed era piuttosto capricciosetto :) Guai se non gli si mollava il giocattolo che aveva addocchiato :) Per il cibo era affamato, ma anche molto timoroso, mangiava molto molto lentamente e non voleva bere niente che non fosse acqua. Lentamente iniziò anche a parlare, ma ci volle un sacco di tempo. Mi ricordo che in seconda elementare scriveva ma ancora non parlava. Poi non so più niente perchè poi cambiai casa, ma lo ho incontrato circa 5-6 anni fa ed è diventato un bel ragazzo. Studiava ingegneria e mi è sembrato pure in gamba.
Detto tra noi, non vedo l'ora di avere un mio stipendio per devolvere 15 euro al mese a savethechildren o all'unicef, per aiutare qualche bambino meno fortunato. Si spera dal prossimo mese...

Mauri83 ha detto...

Urco, sai che per via di fame, qui sfondi una porta aperta! Cavoli, ultimamente, sarà il cambio della temperatura, ma ho sempre fame anch'io ... o forse ho il verme slitario? Mah, non sò, fatto stà che spesso durante l'arco della giornata "saccheggio" la dispensa; Complice anche il lavoro da casa! Un abbraccio

P.s. Approprosito di tg ho appena sentito dell'ennesimo uragano in texas, voi come state? Tutto bene?

nonsisamai ha detto...

giuy: grazie per questa tua storia, sto cercando un po' di speranza perche' a volte vedendolo cosi' viene un po' paura che non sara' mai come gli altri. e congratulazioni per il primo stipendio :)

mauri: qui tutto ok! un'intera settimana senza tornado watch da non credere! :)

Anonimo ha detto...

Non è banale nè scontato ciò che dici. Il fatto è che pensiamo sempre a persone senza faccia e senza essenza, quando parliamo di guerra e fame...
E' comunque una realtà sconosciuta per noi...
Comunque credo che il trauma passerà, soprattutto sentendosi tanto amato. Ci vorrà tempo e pazienza probabilmente...

Baol ha detto...

Io vorrei lasciare un bel commento, in cui ti dico che la fame, ahimè, è uno dei problemi peggiori che ci affligge, che è il segno dell'abisso tra "mondo ricco" e "mondo povero", che anche nel "mondo ricco" c'è chi muore di fame (c'è stato un caso anche qui a Bari pochi anni fa)...però mi viene in mente l'immagine del tizio della banca che torna a casa e viene cazziato dalla suocera perchè non gli ha cambiato l'assegno...a volte un sorriso ci può salvare dalla pazzia, un bacio :*

nonsisamai ha detto...

baol: quanto hai ragione! io ho davvero riso, all'inizio pensavo di non aver capito da quanto era assurdo... :)

MarKino ha detto...

già... ma io, se solo penso alla periferia di città come milano o roma, la fame diventa un concetto già tangibile... immagino cosa sia un giro nei luoghi "popolari" di dallas (se ce ne sono) che in quanto a megalopoli non deve aver molto da invidiare alle sopracitate roma e milano, anzi... sbaglio?

nonsisamai ha detto...

markino: credo sia molto peggio che da noi. dopo pochi mesi qui si sviluppa il "famoso" istinto di "I don't belong here". ci si guarda intorno e ci si accorge improvvisamente di essere capitati in un brutto quartiere. devo dirti che quelle zone le evito accuratamente.