sabato 4 settembre 2021

(brutte) notizie dal texas

Avrete probabilmente sentito parlare del Texas in questi giorni. 

Non ricordavo una sequenza di notizie tanto negative per la democrazia dai tempi di Trump. 

Ma andiamo con ordine.

Cos'è successo? Tante cose.

[Date un'occhiata sempre alle storie su Instagram se volete avere più input, per me oramai è molto più semplice e immediato che aggiornare qui. C'è qualcuno qui?]

Per ridurre all'osso i fatti principali:

- Il 31 agosto è passato un nuovo disegno di legge estremamente restrittivo del diritto di voto. I democratici in minoranza hanno cercato di bloccarlo con tutti i mezzi, in un ultimo disperato tentativo addirittura fuggendo dallo stato (qui gli ultimi sviluppi - è una storia pazzesca di cui vi ho raccontato man mano che succedeva. Non ho trovato articoli esaustivi in italiano su nessuno di questi argomenti). 

- A partire dal primo settembre è entrata in vigore una legge (qui) per cui in Texas chiunque può andarsene in giro armato senza nessuna licenza o permesso. Vi segnalo questo articolo perchè è indicativo di come questa legge cambierà in pratica il nostro modo di fruire anche solo un evento culturale.

- Il primo settembre è entrata in vigore anche la nuova legge sull'aborto. Non è mai stato semplice abortire in Texas, ma la nuova legge rende l'intervento dei medici impossibile nella maggior parte dei casi. L'aborto può essere praticato solo fino alla sesta settimana di gestazione quando la stragrande maggioranza delle donne non sanno nemmeno di essere incinte. Nessuna eccezione per i casi di incesto o stupro. Questa legge è unica perchè ha una serie di cavilli che la rendono estremamente difficile da contestare. Per la prima volta qualunque privato cittadino (anche un delatore, qualcuno che non ha nessun legame con la persona che riceve l'aborto) ha la possibilità di citare non solo i medici, ma chiunque abbia aiutato quella donna ad abortire: dall'autista Uber alla segretaria della clinica. Chi viene citato potrebbe trovarsi a dover pagare ammende dai diecimila dollari in su in una corte civile e magari anche dover rispondere a più persone contemporaneamente. Questo è il motivo per cui le cliniche hanno cancellato immediatamente tutte le procedure di aborto oltre le sei settimane. Le sale d'attesa si sono subito riempite di donne disperate. E' terribile. 

Una donna potrebbe eventualmente decidere di andare in un altro stato ad abortire, ma il Texas come sapete è sterminato. Spostarsi è costoso e richiede tempi lunghi: chiaramente le donne che subiranno questa legge scellerata sono quelle più povere. Si prevede poi che molti altri stati conservatori replichino questo modello. A quel punto davvero le opzioni di ricevere un aborto per moltissime donne americane saranno minime.

La situazione è questa ed è drammatica non solo per il Texas perché ci si sta avvicinando pericolosamente a situazioni senza precedenti, a un modo di gestire la società che non è mai stato messo alla prova. Quando si superano certi limiti in teoria tutto può succedere. Uno stato democratico potrebbe usare lo stesso schema legale contro le armi e a quel punto la Corte Suprema che in questo caso ha scelto di tacere e silenziosamente acconsentire, come si comporterebbe? Se ne sta già discutendo.

Se volete approfondire, la persona che vi segnalo, quella da cui sto imparando di più su questi argomenti, è la storica Heather Cox Richardson (qui).

Ieri notte ho letteralmente avuto degli incubi su tutto questo. 

Però poi penso anche che non è finita qui. Si combatterà e probabilmente come in tanti altri casi, alla fine si vincerà e le cose cambieranno. L'ho visto succedere tante volte, è possibile. 

Qualche giorno fa vi parlavo di Furore (qui). Ecco, scriveva Steinbeck nel 1939:

Tu quello che puoi fare devi farlo lo stesso. L'importante,' diceva, 'è sapere che ogni volta che c'è un piccolo passo avanti, poi c'è pure una scivolata indietro, ma mai così indietro come prima. E' la differenza,' diceva, 'dimostra che quello che hai fatto era giusto farlo. E non era una perdita di tempo pure se magari sembrava di sì.

Ieri mi sono presa tutta una giornata per staccare. Sono andata in giro per musei e a pranzo con un'amica. A volte bisogna capire quando è arrivato il momento di tirare il fiato e di non ascoltare più nessuno tranne i propri bisogni.

Voglio accennare solo a due cose che sento ripetere ovunque a pappagallo in questi ultimi giorni e che io trovo abbastanza di cattivo gusto.

- La prima è l'espressione talebani americani. Ma perchè bisogna andare a fare paragoni con altri paesi, realtà completamente diverse, quando qui abbiamo avuto il KKK? Dire che gli antiabortisti texani sono i talebani americani fomenta l'islamofobia e allo stesso tempo minimizza il ruolo della cultura cristiana in tutto questo. Gli antiabortisti texani sono malvagi come i peggiori fanatici cristiani e i suprematisti bianchi, i talebani non c'entrano proprio nulla. Trovate un bell'approfondimento qui.

- La seconda cosa sono tutte le battute sull'andare via che per me dopo quattro anni di Trump hanno fatto il loro corso ormai. Lo abbiamo detto tutti noi che viviamo qui prima o poi. E ci è anche stato suggerito infinite volte dall'esterno, spesso dagli stessi che poi ti invidiano e che appena si spengono i riflettori sullo scandalo del giorno, ti dicono che si trasferirebbero domani potendo. 

Bisognerebbe pensarci bene prima di fare certe battute: le parole sono importanti. Non tutti possono andarsene. Quindi se chi ha la possibilità di rimanere e lottare e votare e donare alle associazioni che possono difendere i diritti della gente se ne va, gli altri cosa dovrebbero fare? Anche perchè poi chi ripete di volersene andare sono i privilegiati che non vengono neanche toccati più di tanto direttamente da queste cose. E infatti alla fine non lo fanno mai. In tutti questi anni ho conosciuto solo una coppia che l'ha fatto davvero. Dopo l'elezione di Trump sono andati a vivere in un paese in via di sviluppo: lo abbiamo detto e lo facciamo. 

Hanno resistito sei mesi e poi sono tornati in Europa perchè se ti ammali e puoi, preferisci essere in un paese ricco e avere anche la sanità gratuita. Andarsene così non è una protesta. E' facile dire "me ne vado" quando hai tutti i mezzi a disposizione, anche al limite per fare dei tentativi e tornare sui tuoi passi. Ci vedo tanto senso di superiorità in questo modo di pensare.

3 commenti:

Bulut/Nuvola ha detto...

Però talebani americani non sta mica tanto male.
Se uno pensa ai talebani, pensa alle foto dove li vedi con il kalashnikov (sarà regolamentato da permesso il porto d'armi) e alle donne tutte coperte con il burka (giusto per tenerle sottomesse) che gli integralisti amano la sharia (interpretata alla loro maniera).

Quindi non direi che il paragone è poco azzeccato.

Certo, non tutti i musulmani sono così. Ma (dato che in un paese musulmano ci ho vissuto) la mia esperienza è che, statisticamente, nei paesi musulmani comandano gli uomini (maschi). Punto.
Questo è un dato di fatto più che "islamofobia".

nonsisamai ha detto...

Bulut: ti consiglio tanto di leggere l'articolo del Washington Post che ho linkato, spiega tutto molto meglio di quanto potrei fare io.

jjleto ha detto...

Eccolo!
Talebani americani, agghiacciante ma vero