sabato 27 giugno 2020

nuovi nomi, nuovi simboli

Le Dixie Chicks di Dallas sono uno dei gruppi country più famosi degli Stati Uniti e d'ora in poi si chiameranno semplicemente The Chicks. Hanno deciso di cambiare nome per evitare ogni tipo di associazione razzista dovuta al termine "Dixie" che allude agli stati del sud e in qualche modo velatamente anche alla schiavitù (un ulteriore approfondimento qui).
Un altro gruppo country, Lady Antebellum, recentemente ha preso la stessa decisione. Si chiameranno solo Lady A. Quel periodo precedente alla guerra civile che richiamavano nel nome evocava chiaramente una sorta di nostalgia della schiavitù. E' un po' difficile pensare che non se ne fossero mai accorti prima, ma insomma, meglio tardi che mai.
E non sono solo i gruppi musicali a cambiare nome.
Il famoso brand di preparati per pancake Aunt Jemima, ad esempio, subirà dei cambiamenti. L'ho sempre visto al supermercato e non mi è mai venuto in mente che potesse avere richiami razzisti, invece sì ed è la solita brutta storia. Vi lascio questo link in cui due storici spiegano tutto molto bene se vi interessa approfondire.
Questi cambiamenti nei nomi e nei marchi, non hanno poi molto in comune. Sono tutte questioni diverse che tendono a diventare abbastanza complesse appena ti allontani un minimo dalla superficie e cerchi di capire. Gli esempi di controversie di questo tipo in questo periodo sono numerosi e non solo qui negli Stati Uniti. Mi ha fatto molto ridere la levata di scudi contro un possibile rebranding dei cioccolatini "Negrettini" in Italia. Non è ora? Anzi non era ora molti anni fa? Ci sono fior di gruppi musicali, film, squadre di football, mascotte delle università, bandiere e tante altre cose che stanno venendo riconsiderate dopo l'omicidio di George Floyd. Ci sono perfino parole che a un certo punto immagino, non si potranno piú usare. Già, ho da poco scoperto con orrore che espressioni che ho sentito mille volte e che si usano nel linguaggio di tutti i giorni, hanno un'origine razzista, a volte aberrante. Eenie Meenie Miney Mo è forse quella che mi ha lasciato di più l'amaro in bocca: è una canzoncina che si impara all'asilo, una sorta di conta che anche i miei bambini hanno sempre cantato ignari.
Questa cosa mi sconvolge? Abbastanza, però mi fa anche molto piacere avere adesso una consapevolezza in più nel mio modo di agire e di esprimermi. Come diceva Maya Angelou: "Fai del tuo meglio fino a quando non ne sai di più. Quando ne sai di più, fai di più".
La cosa più importante è resistere alla tentazione di sminuire i torti subiti da altri o di infastidirci per questi piccoli cambiamenti di cose che non abbiamo mai messo in discussione e che non abbiamo mai percepito come problematiche.
Non sta a me giudicare se l'immagine di Aunt Jemima sia offensiva perchè non rappresenta me.
Se chi viene rappresentato da quell'immagine, si sente offeso, bisognerà trovare un'altra immagine. E' semplice. Il mondo cambia.
Il fastidio di dover chiamare alcune cose con nomi diversi o di abbandonare immagini che ci sono familiari non è paragonabile al danno che tutto questo reca alla società e all'immaginario collettivo.

4 commenti:

francescabianca ha detto...

Come sempre, leggerti arricchisce. Grazie!

nonsisamai ha detto...

Grazie cara!

Anonimo ha detto...

La marca si chiama Aunt JemiMa, non Aunt *Jemina.

https://www.heb.com/product-detail/aunt-jemima-buttermilk-complete-pancake-waffle-mix/103546

nonsisamai ha detto...

Grazie per la segnalazione. È solo una svista e c'è un link che parla ampiamente della vicenda anche nel post.