sabato 14 marzo 2020

cose così

Questo pomeriggio c'è la festa di compleanno di un grandissimo amichetto di Woody. Noi fin dall'inizio avevamo gentilmente rifiutato l'invito pensando che saremmo stati fuori città. Quando abbiamo deciso di non partire, ho pensato comunque di non partecipare alla festa per motivi di sicurezza. Visto che conosco abbastanza bene la madre del bambino e che ho visto quanto gli americani stiano facendo fatica ad accettare questo concetto di 'social isolation' (in realtà qui se ne sta parlando da un paio di giorni) che in Italia invece sembra essere passato molto bene a questo punto, mi sono chiesta se avessi dovuto spiegarle perchè non andavamo alla festa oppure no.
Un paio di persone sagge mi avevano consigliato di lasciar perdere che è una di quelle situazioni in cui non si cambia opinione: se uno è già d'accordo con te ti dà ragione, altrimenti si offende.
Caso vuole che incontri la madre proprio subito dopo aver guardato i video degli italiani che cantano dalle finestre.
Con le lacrime agli occhi, senza nemmeno ponderare, le dico che non voglio dirle cosa fare, ma che secondo me una festa di compleanno ora è a alto rischio di contagio e le spiego i motivi.
(Le feste dei bambini sono sempre a rischio purtroppo. A gennaio siamo stati a una festa in cui c'era un bambino con l'influenza e nel giro di due settimane, se la sono presa tutti, genitori compresi, sono cose che capitano, è normale in tempi normali).
Lei che mi sembra una persona buona e intelligente, non si è offesa per niente, anzi mi ha ringraziato, però non ha considerato il mio consiglio nemmeno per un secondo.
- Ti capisco, però è il suo compleanno, abbiamo organizzato da tanto tempo. Staremo attenti, ma la festa si fa.
Cose così.

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