venerdì 1 febbraio 2019

il texas e la california

Un pomeriggio, facevamo una passeggiata al Seaport Village di San Diego quando all'improvviso abbiamo sentito qualcuno litigare. Ci siamo immediatamente bloccati per capire da dove venissero le voci e cosa stesse succedendo. Poco più avanti c'era un tale con un cane al guinzaglio e un altro che gli sbraitava contro. Mi si è fermato il respiro, però tutti intorno sembravano relativamente tranquilli.
Vediamo un attimo cosa succede.
Il tale che urla è sempre più fuori di sè e impedisce all'altro di andarsene. La rabbia cresce e cresce finchè raccoglie un grosso sasso da terra e fa per aggredire il tipo con il pitbull più pacifista che si sia mai visto (a questo punto si sarebbero incavolati perfino gli acchiappaconiglietti...). Non sapevo se guardare o coprirmi gli occhi, ero terrorizzata. In quel momento, però arriva un terzo individuo, un passante grande e grosso, forse era Superman. Sì doveva essere Superman. In sostanza fa bu all'aggressore e lo costringe a battere in ritirata. 
Un episodio banale probabilmente, ma ci ha dato da pensare.
In Texas una scena così non la vedi. Nessuno alza mai la voce. Tutti generalmente sono gentili di una gentilezza forzata e inutile. Vai in un negozio di lunedì, ad esempio, e la commessa ti chiede come è andato il tuo fine settimana che è una domanda che io trovo piuttosto personale, ma lei la fa a tutti senza aspettarsi una risposta che non sia bene grazie o un sorriso di circostanza o anche niente. Un mio amico italiano, una persona in genere assennata, di fronte a queste domande intrusive e ripetute diverse volte al giorno, veniva colto da istinti criminali. Ha finito per passare le due settimane qui ignorando un po' tutti gli estranei. La mia strategia invece è l'opposto: ribaltare la situazione e chiedere sempre all'altra persona la stessa cosa. Bene, grazie e tu? E' un piccolo gesto, ma sprigiona un briciolo di empatia autentica perchè implica che tu abbia capito che quelle domande vengono fatte solo per dovere e l'interlocutore si sente meno invisibile, almeno per un attimo. 
C'è una cassiera del supermercato vicino a casa mia, ad esempio, che passa la giornata chiedendo a chiunque -dall'uomo anziano alla studentessa ventenne- Ciao tesoro come stai? Hai trovato tutto quello che cercavi? Sorridema lo fa con il malessere negli occhi. C'è un contrasto fra quello che le esce dalla bocca e il linguaggio del corpo che fa impressione. Le cade una penna o ha da ridire con un collega e la senti imprecare a bassa voce fra i denti. Ho sempre l'impressione che le stia per partire un embolo.
E' che qui non c'è mai la via di mezzo o fai il gentile a tutti i costi o sei confrontational (polemico, aggressivo, provocatorio) e in Texas essere considerati confrontational è il male, sappiatelo in caso vi facciate un giro da queste parti.
Una volta chiesi senza nessuna emozione particolare, a una collega con cui lavoravo da molti anni se per favore poteva essere più puntuale e lei, molto piú anziana di me, scoppiò a piangere. Non ci potevo credere, per un attimo pensai che scherzasse. Posso avere tanti difetti, ma non ho mai fatto piangere nessuno così. Dopo quel giorno continuò a trattarmi con la solita affettata gentilezza di sempre, ma non lavorammo mai più insieme. Preferì farsi spostare senza dirmi nulla che sedersi dieci minuti a parlare dell'accaduto. Ero stata confrontational
Un'altra volta ero a una cena. Non sono stata confrontational in quel caso, stavo solo raccontando una cosa e mentre parlavo sono stata colta da un attacco di tosse mostruoso, pensavo di soffocare. I miei commensali s'infastidirono e cambiarono discorso. Mi ignorarono finchè non passò e quando passò non mi chiesero come stavo, fecero finta di niente. 
L'idea che mi sono fatta in questi anni è che non bisogna mai disturbare. Le voci fuori dal coro non sono mai ben accette e tendono a essere messe a tacere in un modo che non è per niente plateale, ma implicito. 
Tante volte vivendo qui, ho visto che le persone spariscono dalla tua vita senza un'apparente motivo. Di sicuro hai fatto o detto qualcosa che è stato frainteso, ma piuttosto che chiedere spiegazioni, ti evitano. Fine, come se fossi morto, con la differenza che però sei vivo e se ti capita di incontrarli per caso, saranno gentilissimi come se non fosse successo assolutamente nulla. E' probabile che ti dicano anche qualcosa tipo è da tantissimo che non ci vediamo, sentiamoci! ma normalmente è una vile bugia.
Quando nessuno parla mai apertamente tendi a diventare paranoico. Ho scoperto dopo dieci anni alla scuola Flanders (10!) di aver parcheggiato tutti i santi giorni nel posto sbagliato. Nessuno che mi abbia mai detto una parola. Eppure ripensandoci, ci sono state delle situazioni, degli sguardi. Chissà cosa hanno pensato di me, se hanno commentato la cosa fra loro. Se me lo avessero fatto notare subito, non mi sarei mai offesa. 
A questo tipo di mentalità fanno da contraltare tutti quegli episodi di violenza estrema che ti capita di vedere sui media. E tu sei consapevole che si tratta di fatti assurdi e rari, però sai anche che chiunque può essere (e probabilmente è) armato in Texas e questo sballa parecchio gli equilibri interpersonali.
Se ti tagliano la strada in macchina e ci ragioni un secondo, eviti di fare un gestaccio o strombazzare, così giusto per scongiurare una morte idiota. 
L'anno scorso ci fu un problema con il vecchietto che aiuta i bambini ad attraversare la strada davanti alla scuola di Joe. Lui sosteneva che, per sicurezza, dovessimo andare in bicicletta sul marciapiede. Mi urlò contro per tre giorni di fila, una reazione del tutto sproporzionata e senza senso. Lì vicino c'era un poliziotto. Senza perdere altro tempo a discutere, una mattina, gli chiesi di spiegare alla guardia pedonale che usare la strada è nel mio pieno diritto di ciclista. Il risultato fu che si mise a sbraitare e gesticolare anche contro il poliziotto e lo trovai inquietante. Nessuno tratta così un poliziotto texano alto due metri e armato fino ai denti. Pensai, esagerando forse, che non fosse nel pieno possesso delle sue facoltà mentali e che potesse farmi del male. Non siamo mai più andati a scuola in bici.  
Quello che voglio dire è che in California non avvertivamo questa tensione. Le persone parlavano liberamente di tutto, anche di politica o religione, senza avere la benchè minima idea di quale fosse la nostra posizione.
Non abbiamo mai avvertito la sensazione di pentola a pressione che abbiamo quaggiù, dove sembra sempre che stia per saltare il coperchio.
E' impossibile essere se stessi nella vita di tutti i giorni al di fuori della cerchia di parenti e amici.
A volte guardo un qualche telefilm americano e vedo un personaggio che fa una scenata e poi tutto si risolve in una fragorosa risata e penso che la realtà che vedo è del tutto diversa. Se ti dà fastidio qualcosa, cerchi un esterno, un manager, un direttore, un responsabile con cui lamentarti. Non litighi, non esprimi la tua frustrazione e così anche il conflitto più banale che esista rimane irrisolto ad alimentare altra tensione. Non è sano. 

9 commenti:

MAQu ha detto...

Molto interessante e anche divertente, in un certo senso. Per me essere un pochinino “confrontational” (senza aggredire) è stata una conquista dell’età adulta... prima mi facevo andare bene qualsiasi cosa! E poter parlare dei problemi mi dà in effetti molta tranquillità, perché mi pare la via verso la soluzione.
Quanto agli estranei esageratamente gentili mi hai fatto venire in mente l’omino che ha il banco di uova nel nostro mercato rionale: lui sembra il vecchietto di Up, io sono una cinquantenne ben conservata e... mi chiama ‘angioletto’. Ma si può?
Un saluto da Torino sotto la neve :)
maq

nonsisamai ha detto...

Maq pensa vivere circondata da omini del banco delle uova...dopo un po' non ne puoi più! lol
E adesso mi metto un attimo a pensare a Torino sotto la neve.

:)

Federica ha detto...

questo tuo racconto mi ha leggermente inquietato...

però mi hai fatto sorridere ricordandomi una signora di un alimentari dove andavo spesso in Argentina. La prima volta che ci ho messo piede mi ha detto "cosa cerchi mia regina?", io mi sono girata per capire con chi stesse parlando... la mia panettiera piemontese qui quasi manco mi saluta quando entro in negozio ;)

Nonsisamai ha detto...

Federica: mi e successa esattamente la stessa cosa :)

Anonimo ha detto...

Per me,con le dovute differenze,è come racconti in tutti i paesi do cultura anglosassone.Io la Chiamo finta gentilezza o ipocrisia.quando ho vissuto in UK ero considerata" top straight" perché dicevo quello che pensavo,e intanto nessuno mi correggeva gli strafalcioni di inglese,tranne la mia padrona di casa,che ammiravo per questo.Se mi vuoi fare del bene mi dici in cosa sbaglio , come io faccio con gli amici ,non fai finta che vada tutto bene.

nonsisamai ha detto...

Quello che ho visto è che molte volte quello che per noi italiani è ipocrisia per loro è semplicemente buona educazione. Non è facile abituarsi, io ancora dopo tanti anni faccio un sacco di fatica.

Anonimo ha detto...

infatti per loro è da maleducati farti notare in cosa sbagli.Poi però ti "pugnalano alle spalle" come dico io.
è una differenza culturale non da poco.
Non oso pensare sul posto di lavoro....in Italia vieni quasi sempre trattato come una pezza da piedi e si tende a far notare tutti gli errori e tutte le magagne.Non oso pensare in un paese anglosassone...è tutto fine , fine.E poi con il sorriso magari ti licenziano e non capisci il perchè :-)
simona

nonsisamai ha detto...

Simona: comunque le cose non sono semplici perchè è anche vero che in Italia si esagera dall'altro lato prendendosi un po' troppe confidenze. Non mi sembra opportuno commentare continuamente l'aspetto e il comportamento di tutti. Io trovo che si lavori meglio avendo conversazioni più superficiali. E anche i pranzi di Natale sono decisamente più digeribili. Ci vorrebbe una sana via di mezzo.

p.s. Sul licenziare: succede esattamente così. Non ti fanno capire niente, poi alla fine della giornata ti convocano e ti dicono di sgombrare. Non sai quante volte l'ho visto, è più o meno la prassi, nessuno ne fa un dramma.

Priscilla ha detto...

Mamma mia, no, il Texas non è decisamente il mio posto di lavoro, non perché sia sgarbata o troppo polemica o senza peli sulla lingua, ma perché mi piace avere un minimo di chiarezza attorno.
Comunque sembra il posto dove lavoro: tutti carini e poi...