giovedì 8 novembre 2018

perdere senza perdere

E così alla fine Ted Cruz l'ha spuntata su Beto O'Rourke per il Senato del Texas. 
Qui a casa Johnson, abbiamo vissuto la serata di ieri in una sorta di indifferenza artificiale o rassegnazione. Netflix e via. Quando abbiamo visto che Beto non ce l'aveva fatta siamo andati a dormire insolitamente presto, quasi senza commentare. Oggi, a mente lucida, ho pensato che non è andata per niente male. Vi cito alcune buone notizie fra le tante (alle brutte, e ci sono anche quelle, al momento non ho nessuna voglia di pensare):

  • Per la prima volta nella storia, al Congresso americano ci saranno più di cento donne
  • Per la prima volta nella storia, sono state elette due donne native americane
  • Per la prima volta nella storia, è stata eletta una donna musulmana
  • In Colorado è stato eletto Jared Polis, il primo governatore dichiaratamente gay
  • Ayanna Pressley, sarà la prima rappresentante afroamericana del Massachusetts
  • Jahana Hayes è la prima donna nera ad andare al Congresso per il Connecticut 
  • Alexandria Ocasio Ortez è la donna più giovane mai eletta al Congresso
  • In Texas sono state elette per la prima volta due donne latine, 19 giudici donne afroamericane ed è raddoppiato il numero di legislatori LGBT
Il Congresso somiglierà molto di più alla società reale e questo per forza di cose porterà a una maggiore equità e attenzione ai problemi di tutti. 
Il fatto che la Camera sia tornata in mano ai democratici è il motivo di speranza più concreto: significa che adesso non solo Trump non riuscirà a portare a termine il proprio programma elettorale, ma c'è la possibilità reale che venga indagato per tutti i suoi affari loschi, le molestie sessuali, le tasse evase, i traffici con la Russia per influenzare le presidenziali e tutto il resto. 
(Infatti oggi in conferenza stampa post-elettorale è parso lievemente nervoso, diciamo)
Ma torniamo a Beto. 
Beto ha fatto tutto quello che poteva umanamente. L'ho seguito da quando era ancora uno sconosciuto anche qui e non si è fermato un attimo. Ha vissuto in diretta streaming per mesi e mesi a qualunque ora, giorno e notte, mostrando una tenacia e perfino un vigore fisico fuori dal comune. Ha parlato con tutti, ovunque, ripetendo instancabile sempre lo stesso messaggio di unità, di moralità e di generosità con ironia, con intelligenza e con umiltà. Non ha mai risposto agli attacchi, nemmeno quando si sono dette falsità sul suo conto. Non si è mai abbassato al livello del rivale. 
E' stato se stesso, ha lottato per i suoi valori e contro nessuno. Ha perso, ma non ha perso.
Non bisogna dimenticare che il Texas è enorme ed è in mano ai Repubblicani da tempo immemore. Ascoltavo un'intervista per certi versi illuminante ieri nel podcast del New York Times (potete recuperarla qui se vi interessa). Una donna texana e molto cristiana spiegava il percorso che l'ha portata a cambiare idea e a votare per Beto. Ecco, lei è cresciuta pensando che Gesù vuole che si voti per i repubblicani, le dicevano questo i suoi adulti di riferimento, genitori, insegnanti, ecc. La sua insegnante di storia quando era costretta a nominare Clinton, faceva una pernacchia invece di dire il nome. Rendiamoci conto che qui ci sono milioni di persone, soprattutto nelle campagne, a cui è stato inculcato questo tipo di mentalità per generazioni. 
Si è sempre detto che sarebbe finita così, che Cruz con tutte le sue pecche, avrebbe comunque vinto. E' che poi quando succede, quando arrivi così vicino al traguardo e sai di meritare di vincere, brucia, non c'è niente da fare.
Voglio pensare che sia stato un privilegio vivere tutto questo da vicino, sentire questa energia forte di cambiamento in un momento storico così buio e drammatico. 

Noi, come famiglia, abbiamo fatto quello che abbiamo potuto per supportare Beto e allo stesso modo hanno fatto tanti nostri amici. C'è chi ha donato soldi, chi competenze e chi è andato fino allo scorso fine settimana, casa per casa a cercare di convincere la gente a votare. Conosco un ragazzo normalissimo, non un politico o chissà chi, che è volato qui apposta da New York per fare da volontario nella campagna di Beto. Sono gesti senza precedenti, almeno nella storia recente e nella mia esperienza (mai visto nulla di simile in Italia). L'entusiasmo per Beto è stato tale sia a livello nazionale che locale, qui in Texas, che mi rifiuto di pensare che non abbia un seguito. 
E il cartello per il giardino ce lo abbiamo già stavolta.

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