giovedì 4 ottobre 2018

pure american beauty

Di solito quando ho lezione tutto il giorno, mi porto sempre il pranzo da casa, non mi va di sprecare la pausa in macchina a cercare da mangiare. L'altro giorno però, dopo l'ennesima nottataccia, sono corsa fuori in ritardo e l'ho dimenticato nel frigorifero. Normalmente, non ci danno mai meno di 45 minuti, ma per l'infallibile legge di Murphy, quella volta in particolare, avevamo solo 30 minuti. Mangiare in fretta deve essere un problema comune perché la scuola è organizzatissima per ottimizzare i tempi. Alle uscite ci sono degli schermi che a quell'ora trasmettono la mappa di tutti i fast food più vicini. E' un corso per insegnanti e per quanto riguarda l'arte, nella mia classe, siamo solo in due. Non ci conosciamo bene, ma abbiamo parlato spesso, sediamo vicine e abbiamo un rapporto cordiale. Lei ha tante idee e un leggero tic agli occhi. Mi piace molto il modo in cui parla del lavoro e dei suoi studenti, credo che sia una brava insegnante. Cerca sempre di intervenire e farsi trovare preparata su tutto, io invece sto più in disparte. Consultavamo insieme la mappa e mi è venuto spontaneo invitarla:
- Io vado a mangiare un hamburger, vieni anche tu?
Senza offesa, ma preferisco stare da sola. Sono introversa, ho bisogno di una pausa mentale.
Colpita e affondata.
Non fraintendetemi, è più che legittimo che uno abbia bisogno di una pausa di silenzio, è solo che in quella situazione, per pochi minuti... Non volevo prenderla sul personale e anche ora ripensandoci lo so che non era una cosa detta con cattiveria o contro di me, ma ci sono rimasta male lo stesso. Sì lo so...la sincerità, ma io avrei preferito che inventasse una scusa, probabilmente avrei fatto così al posto suo, mica c'è bisogno di dire proprio tutto tutto, soprattutto ai semi-estranei. Lei invece per completezza di informazione, subito dopo mi ha anche messo al corrente che andava al fast food di fronte a quello dove andavo io. Quindi, io mi sono ritrovata lì, come un'idiota, a mangiare in macchina da sola questo hamburger inutilmente enorme mentre dall'altra parte del parcheggio, vedevo lei che mangiava in macchina da sola il suo hamburger inutilmente enorme. 
Pure American beauty.
Tornate in classe, non so, forse si è sentita in colpa e mi ha chiesto se ero su Facebook. Su Facebook. Volevo dirle veramente sono qui non su Facebook, non mi vedi?
Mi è venuta una tristezza che non so nemmeno spiegare. Quando si dice che la società americana è individualista e alienante, è questo, è esattamente questo il tipo di situazioni a cui ci si riferisce. 
Sono cose che mi capitano relativamente spesso e non lasciano gravi malumori ormai. Ma forse non tutti i giorni sono buoni. O magari è stata proprio quella situazione in particolare, quel rifiuto, quel mangiare schifezze in macchina in fretta e da sola. Che imbruttimento. 
Quella sera, sono andata a fare un giro al parco per sgranchirmi un po' le gambe e i pensieri e ha funzionato, mi sono sentita meglio, anzi mi sono sentita di nuovo umana. A volte, sembra strano, ma è questo che mi manca di più qui.
Mentre tornavo a casa era quasi buio. Il cielo era rosso e blu. Il frinire delle cicale, la brezza dolce, né calda e né fredda, pedalare. Sono le cose più semplici e naturali quelle che ti rimettono al mondo. All'imbocco del ponticello, ho visto una macchina parcheggiata e un ragazzo e una ragazza che ballavano in controluce con la musica dell'autoradio. Quando gli sono passata accanto si sono messi a ridere con un certo imbarazzo, come se fossero stati colti con le mani nel sacco, ma hanno continuato a ballare. Tejano, mariachi o qualcosa di simile. Che belli erano. 
Mi hanno ricordato che non sono sola e che intorno a me c'è tutto, ci sono anche persone che si mettono a ballare per strada e che credono nella creazione e nella condivisione di un momento. Ho degli amici qui e non devo dimenticarlo. La società va in una certa direzione, ma è pur sempre composta da singoli individui.
Mai smettere di cercare gli occhi gentili nella folla.

3 commenti:

Bean far away ha detto...

Cara, ieri ero in viaggio e pensavo a questo tuo post, perché anch'io ho vissuto negli Stati Uniti e ci torno spesso, ma questa alienazione di cui parli non l'ho sperimentata. Addirittura ti manca sentirti umana? Gli americani vengono sempre accusati di essere superficiali nei rapporti, ma secondo me è che i rapporti superficiali che senza dubbio ci sono, sono IN PIÙ rispetto a quelli di vera amicizia o di famiglia che per fortuna abbiamo tutti, non sono AL POSTO. Possono dare fastidio o meno ma non mi sembra che creino alienazione. Io mi ricordo una volta che sul treno da NY per Princeton ero seduta vicino a questo giovane avvocato che era esaltatissimo per la questione del recount dopo le elezioni tra Bush e Gore, mi aveva fatto una testa così sul sistema legale, certo che era un incontro superficiale e non l'ho mai più rivisto, ma mi ricordo di lui e anche che si chiamava Gabriel (e non era nemmeno particolarmente figo, il che spiegherebbe il ricordo...).
Se la tua collega voleva stare da sola ha fatto bene a dirtelo secondo me, anch'io conosco persone introverse, una mia compagna di master per esempio era talmente overwhelmed da tutto il giorno di lezioni all'università che a pranzo si chiudeva in bagno ma non era mica to be taken personally.
Secondo me, cara, devi essere tu la prima a non mangiare in macchina, anche se sei da sola, magari ti capita un Gabriel, and he makes your day, ti rimane in testa per 18 anni, ti fa pensare a qualcosa a cui non avevi mai pensato prima. Più sentirsi umana di questo che cosa c'è?

Anonimo ha detto...

Non è quello il punto.Io capisco nonsisamai.
è un approccio culturale diverso.In italia, se hai 15 minuti di pausa pranzo non ti viene proprio di dire "guarda me ne voglio stare per fatti miei perchè sono introversa".
Anzi, proprio perchè sono 15-30 minuti e mangiare soli è una delle cose più tristi che ci siano.Diverso è se ho una pauda di due ore e giustamente me ne vogklio stare da sola e, anzi,la presenza di qualcuno per due ore mi risulta fastisisa.
Io una cosa del genere la farei solo se la persona non la sopportassi proprio, e non mi sembra questo il caso.
simona

nonsisamai ha detto...

Grazie per i vostri commenti. Mi sa che vi rispondo con un altro post prossimamente. Questo qui ha aperto diverse riflessioni che meritano di essere approfondite meglio.