mercoledì 24 ottobre 2018

come si insegna l'italiano a un figlio di expat?

Genitori expat o esperti linguisti, mi rivolgo soprattutto a voi per un consiglio.
Ieri sono andata a parlare con la maestra di Joe. Avevo già visto la pagella e sapevo che andava tutto bene, ma pensavo che mi dicesse comunque qualcosa a proposito dello spelling. E' in seconda, ma fa ancora tantissimi errori quando scrive. Lei invece mi ha detto che è normalissimo. Mi ha perfino detto di evitare di correggerlo perché più importante dello spelling è che scriva. La priorità è incoraggiare il flusso di parole, poi secondo lei la correttezza formale arriverà, anche perché legge tantissimo.
Mi è sembrata interessante questa cosa. Ai miei tempi, in italiano, la maestra non te ne faceva passare una. Eh, ma l'inglese è difficile, dice la maestra di Joe. E come darle torto.
Pensavo che però anche quando il mio inglese era davvero agli inizi, non facevo grandi errori di spelling. Ho sempre attribuito questo al fatto di aver imparato prima l'italiano.
Insomma, è questo il momento giusto per insegnare a Joe a leggere e scrivere un po' di italiano? E da cosa posso cominciare? L'estate scorsa sono stata in diverse librerie in Italia, ma non ho trovato nessuno abbastanza competente in materia che mi potesse consigliare un libro valido nella nostra situazione. Lui lo capisce e lo parla, ma non sa leggere e scrivere (cioè un po' lo legge, ma ha imparato da solo, l'ho scoperto da poco per caso, credo che lui lo consideri un suo segreto...).
Tanti figli di amici stranieri qui, hanno già iniziato a studiare le lingue dei loro genitori. Tanti vanno a scuola il sabato per essere al passo con i coetanei dei vari paesi. Io non ci ho mai nemmeno pensato ad aggiungere compiti o giorni di scuola, mi basta che parlino e capiscano l'italiano per ora, però se imparare a scrivere in Italiano potesse avere delle ripercussioni positive sull'inglese...
Cosa ne pensate?

19 commenti:

Slicing Potatoes ha detto...

Mi trovo esattamente nello stesso dilemma, con il problema aggiuntivo che vivendo a Montreal mio figlio (5 anni, classe kindergarten) si trova a fare i conti con inglese e francese.
Aspetto di leggere commenti altrui, per sapere come si fa. Per ora usiamo i libri della Pimpa: sono facili e scritti in maiuscolo.
Ho pero' un problema aggiuntivo, che magari tu hai gia' risolto: mio figlio frequenta una scuola bilingue alternativa e la maestra ci ha detto di iniziare ad introdurre la lettura in modo ludico, mentre si leggono i libri la sera. Ma, e qui arriva la mia domanda, come faccio io italiana a insegnargli a leggere in inglese?! Il mio metodo di lettura e' basato sull'Italiano in cui a lettera corrisponde suono. :o
tu come fai? Tuo marito come fa a insegnargli a leggere?

Anonimo ha detto...

Qui siamo in CE1 (seconda elementare), per me aiutarlo in francese è impossibile (dopo dieci anni "ou" et "u" sono sempre uguali, per non parlare di "en" "in" e compagnia). Per fortuna c'è la scuola e il papà, anche se per i compiti non è richiesta troppa partecipazione.
Io gli ho sempre letto libri in italiano e l'anno scorso mi ha chiesto come si legge in italiano, gli ho detto di leggere tutte le lettere e anche lui ha imparato da solo. Lo ascolto ogni tanto e fa qualche errore, ma non mi sembra grave. I suoi cuginetti gli hanno lasciato un sacco di libri di G. Stil*ton e si è appassionato.
Metterlo alla scuola internazionale vorrebbe dire toglierlo dalla scuola sotto casa dove conosce tutti. E sarebbe uno sbattimento per noi, che lavoriamo, accompagnarlo. Abbiamo deciso che non valeva la pena, dopo circa due minuti di riflessione.
Poi al college (scuola media) potrà scegliere di studiare italiano, ci sono molte sezioni che lo propongono come seconda lingua. E anche se non lo scegliesse, penso che potrà imparare facilmente a scrivere da grande, sapendo parlare e leggere. Voglio dire l'italiano non è poi così difficile, se ha imparato a scrivere in francese!!! Certo che se fossi madrelingua araba o giapponese, non farei lo stesso ragionamento.

chicca ha detto...

Qui siamo in CE1 (seconda elementare), per me aiutarlo in francese è impossibile (dopo dieci anni "ou" et "u" sono sempre uguali, per non parlare di "en" "in" e compagnia). Per fortuna c'è la scuola e il papà, anche se per i compiti non è richiesta troppa partecipazione.
Io gli ho sempre letto libri in italiano e l'anno scorso mi ha chiesto come si legge in italiano, gli ho detto di leggere tutte le lettere e anche lui ha imparato da solo. Lo ascolto ogni tanto e fa qualche errore, ma non mi sembra grave. I suoi cuginetti gli hanno lasciato un sacco di libri di G. Stil*ton e si è appassionato.
Metterlo alla scuola internazionale vorrebbe dire toglierlo dalla scuola sotto casa dove conosce tutti. E sarebbe uno sbattimento per noi, che lavoriamo, accompagnarlo. Abbiamo deciso che non valeva la pena, dopo circa due minuti di riflessione.
Poi al college (scuola media) potrà scegliere di studiare italiano, ci sono molte sezioni che lo propongono come seconda lingua. E anche se non lo scegliesse, penso che potrà imparare facilmente a scrivere da grande, sapendo parlare e leggere. Voglio dire l'italiano non è poi così difficile, se ha imparato a scrivere in francese!!! Certo che se fossi madrelingua araba o giapponese, non farei lo stesso ragionamento.

La perfezione stanca ha detto...

Ti consiglio di contattare Febo, il blog è Diario di un papà dopo il congedo parentale. Vive in Svezia, è italiano sposato con una svedese e ha due bambine, che sono felicemente e completamente bilingui, senza troppe difficoltà. Sentilo, è una persona fantastica e potrà certamente consigliarti bene.

Nuvola ha detto...

Noi abbiamo 4 lingue per le mani.
Due scolastiche (inglese e turco) due famigliari (italiano e ungherese).

Il turco si legge come si scrive, quindi per italiano e ungherese i bambini devono solo sapere come si pronunciano le lettere (e in italiano, i gruppi di lettere).

Ai miei alla fine non ho insegnato finora, fanno grosso modo a senso, di solito ci prendono.
Ovvio occorre correggere qualcosa, o molto a volte.

Inglese (e credo francese) hanno un modo diverso per insegnare a leggere e a scrivere perché non sono lingue che "si leggono come si scrivono".

Alla fine, una gran parte del lavoro per me l'ha fatto la scuola, che dovendo insegnare inglese e turco ha avuto gli strumenti adatto per entrambe le lingue.

La cosa che è essenziale è, però, la conversazione. Quella è la base. Quella la pratichi ogni giorno, credo, con tuo figlio.
Se c'è quella, una gran parte del lavoro è fatto.
La lettura aiuta tantissimo (mia figlia divora libri e si vede in come scrive).

Qui dicono che uno deve leggere 20 minuti al giorno in ciascuna lingua che conosce.

Anonimo ha detto...

Ho lo stesso 'problema', i miei bambini sono ancora piccoli (non leggono e non scrivono) ma ho gia' avuto colleghi che mi hanno consigliato di mandarli in futuro a studiare l'italiano per impararlo correttamente. Non so.
Stanno gia' imparando tre lingue in contemporanea (4 se si aggiunge il 'dialetto' locale che qui si parla quotidianamente - e io non capisco ovvio - e ne aggiungeranno un'altra quando inizieranno la scuola) e l'idea di mandarli in futuro a lezione il sabato mattina, in aggiunta alla settimana di scuola, non mi alletta per niente e non credo li mandero'.
Certo mi chiedo se per loro l'italiano diventera' una lingua che capiranno e parleranno con qualche errore grammaticale qui e la' e non sapranno scrivere... (ci sono tanti esempi qui del genere). Forse conta anche un po' il fatto che non credo che l'italiano 'perfetto' li aiutera' molto nella vita professionale mentre l'inglese sara' molto piu' utile...
Per me alla fine e' stato cosi'. Credo che molti di noi siano nella stessa barca su questa questione :)

dancin' fool

Asa_Ashel ha detto...

un altro blog che ti posso consigliare io è quello di Elena di "ma come fa?" un'italiana che vive con la sua famiglia con tre figli di varie età in Australia e che ha aperto il suo blog proprio per approfondire questo argomento.
Penso che ora sia più attiva su Faceboock o altri social ma se scorri la cronologia dei post puoi trovare cose interessanti, soprattutto sull'approccio ludico allo studio della lingua italiana.
ti lascio il link
https://macomefa.com/

Anonimo ha detto...

ciao, vivo in grecia, e ho tre bambini, i grandi di 14 e 9 anni. lavoro nella scuola europea che frequentano e ho lavorato per anni ad atene, all'istituto di cultura. insomma, un po' ne so, per studio ed esperienza ed il mio consiglio e' di non fare nulla se non leggere tantissimo tu, a loro. libri da grandi, senza figure, leggere e leggere. impareranno da soli, per curiosita' e amore (una garanziaa dell'apprendimento)ad un certo punto dovrai spiegare (forse, ma non e' detto) l'uso dell'acca. di certo non forzerei con l'italiano scritto almeno per un altro anno, perche' no, sapere l'italiano da madrelingua non aiuterebbe con lo spelling un madrelingua inglese, la tua esperienza e' diversa perche' eri adulta, avevi altre strutture logiche e allora si, che ti ha aiutato, per joe e' un'atra cosa. non trovo molto senso nelle lezioni ai bambini, non alle elementari almeno. alle medie si puo' fare, in pochissimo tempo recuperano gli anni "ortografici" e "grammaticali", comunque per i miei non ci penso nemmeno. emiliano (che e' pure dislessico) e francesco se la cavano bene, se in futuro avranno bisogno di un italiano scritto perfetto impareranno, in un tempo ridicolo, a correggere i loro errori. quello che, secondo me, e' importante, e' mantenere lto il livello del vocabolario e la risposta e' sempre la stessa, libri e libri e film e, perche' no, videogiochi pure.
anna

Anonimo ha detto...

I miei "bimbi" sono grandi (16 e 18) e hanno sempre avuto 3 lingue per le mani: inglese, italiano e tedesco, con tre anni di giapponese in cima. Io avevo comprato in Italia i libri scolastici delle prime classi elementari per fare fare loro esercizio di scrittura (la lettura they figure out se parlano la lingua, anche se non ha le stesse regole fonetiche delle altre lingue che imparano a scuola, "riconoscono" la parola e la leggono giusta), ma i suddetti libri non sono stati mai aperti perché già tra l'italiano e il tedesco pensavo ne avessero abbastanza di mental stretch.

Ho sempre dato loro tanti libri, mio figlio era appassionato di Topolino e adesso scrive benissimo in italiano (GULP!) mentre mia figlia (che ha due anni di meno) quando scrive in italiano mescola ancora con le altre lingue, mettendoci qualche K dove non ci va. In realtà lei è portatissima per le lingue e oltre alle suddette adesso ha anche B2 di spagnolo, però secondo me IL SEGRETO STA NELLA LETTURA, lei non ha mai letto tanto come suo fratello che invece divorava libri su libri.
Io ho fatto così anche se non so se è un metodo pedagogicamente corretto: li ho sempre circondati di libri e a buon senso ho avuto il feeling that they'd figure it out.

Riguardo a lasciargli fare gli errori quando scrivono, qui in Svizzera anche lasciano che scrivano tedesco foneticamente per i primi anni di elementari ma secondo me è una cagata pazzesca perché è molto meglio imparare subito giusto che non doversi correggere dopo. Per fortuna noi eravamo in Giappone durante i primi anni di elementari quindi l'abbiamo scampata.

Hope this helps! Ciao cara!

nonsisamai ha detto...

Grazie a tutti per i consigli!

nonsisamai ha detto...

Slicing potatoes: qui i genitori non insegnano, si limitano a leggere. Molti studi hanno dimostrato che semplicemente leggere fin dalla nascita, ha un sacco di benefici. In bocca al lupo, fammi sapere come va!

Chicca: mi chiedo solo...non sarebbe esageratamente più avanti dei compagni se facesse italiano a scuola?

nonsisamai ha detto...

La perfezione stanca: grazie, lo farò!

nonsisamai ha detto...

Nuvola: anche qui dicono 20 minuti. Quattro lingue son tante però anch'io penso che la conversazione sia la cosa fondamentale, quindi se parlate a casa italiano e ungherese andrà bene, suppongo.

Dancin'fool: assolutamente, il sabato mattina o si dorme o si fa campeggio o uno sport. Non posso pensare a quanto avrei odiato i miei se mi avessero mandato a scuola un giorno in più!

nonsisamai ha detto...

Asa Ashel: grazie!

nonsisamai ha detto...

Anna: mi hai rincuorato. E' quello che facciamo noi, leggere e parlare in italiano.

Anonimo: se il segreto è la lettura, Joe è in una botte di ferro. A volte bisogna lottare per farlo smettere, legge sempre e ovunque :)

Anonimo ha detto...

ciao, ritorno per sottolineare una cosa, che e' il leggere dei genitori, ai figli grandi. e' un aiuto ed uno stimolo incredibile, infatti, leggere noi ai figli, libri da grandi. cercando sempre di leggerli stando uno accanto all'altro perche' verra' loro automatico seguire le lettere e le parole, cosi' impareranno come si scrive CI e CHI,GNO, HANNO e ANNO etc...
anna

Nonsisamai ha detto...

Anna: assolutamente, qui è una cosa che ti viene detta mille volte perfino dal pediatra e non è difficile capirne la logica.

Nuvola ha detto...

Sai, alla fine penso che quattro lingue non siano tante, se sono necessarie.

Intendo: i bambini sentono quando DEVONO parlare in una lingua o no. Il DEVONO significa: io voglio tantissimo comunicare con la tale persona, e la tale persona parla solo la lingua X.
Insomma, la devono sentire come una necessità. Se non parlano la lingua X, non comunicano con la persona con cui vogliono comunicare. Quindi, visto che è importante per loro, si sforzano, e di solito ci riescono. Ovvio, devono avere abbastanza tempo per "fissare" la lingua.

L'italiano dei miei figli (che parlano praticamente solo con me eccetto d'estate) forse non è come l'italiano dei bimbi in Italia (tipo, alcuni modi di dire che non uso non li sanno, o a volte hanno qualche imperfezione nell'esprimersi perché traducono la forma da un'altra lingua e io capisco... non sempre correggo, spesso, ma non sempre). Però è molto buono. Non hanno problemi nel comunicare e capire. Quando non capiscono, chiedono. Inoltre hanno un bel modo di parlare, sciolto, ben scandito. Nessun accento.

I miei figli con me parlano italiano perché io non sono abbastanza naturale nelle altre lingue. Loro si stressano a dover comunicare con me in inglese, o turco, o ungherese, perché vedono i miei limiti. Quindi, loro sono motivati a parlare italiano.

Idem per le altre lingue. C'è sempre qualcuno in giro che ha in comune con loro solo il turco, solo l'inglese, o solo l'ungherese. O, con i bambini ungheresi della scuola, piace loro parlare ungherese fuori delle lezioni, quando giocano. Grosso modo le usano... l'uso però non viene dall'imposizione, viene dal fatto che loro capiscono che non c'è altra via, e vogliono tantissimo poter comunicare.

Per leggere e scrivere invece secondo me la lettura aiuta enormemente.
Ma anche per il lessico: mia figlia, 12 anni, ha un vocabolario d'inglese amplissimo, merito delle sue letture (scolastiche e non). Una volta ho letto un suo essay e mi stavo chiedendo se io alla sua età avrei mai potuto scriverlo un essay del genere, ero molto più immatura, leggevo molto meno.

Mio figlio è più disinvolto nelle lingue per carattere, parla ma non gli interessa se fa qualche errore, e non ha ancora troppo amore per leggere (a lui piacciono le cose tecniche, quelle le legge tantissimo... le storie meno). La sera legge i libri di scuola (che gli assegnano... per esempio, questo mese c'è un libro di poesie in turco, piuttosto difficile a dire il vero, sono poesie legate alla fondazione della repubblica turca) e non sempre lo entusiasmano. Ma almeno sono contenta che non lo devo obbligare.

Mia figlia a scuola ora studia tedesco e, anche se deve pensarci quando fa le frasi, ha l'atteggiamento giusto: si esercita parlando. Ogni tanto parliamo tedesco (e io prima mi vado a rivedere i generi che ho sempre parlato a braccio), così lei pratica un po' la lingua. Secondo me, avendo un'amica con cui parlare tedesco, mia figlia riuscirebbe a gestirsi anche la quinta lingua...




Chicca ha detto...

@non si sa mai
Si di sicuro sarà avvantaggiato, ma la seconda lingua in Francia è scelta in funzione di criteri molto soggettivi e egocentrici: viaggi in paesi interessanti, lingua già parlata in casa, lingua rarissima tipo russo o cinese ma che ti permette di andare nel collège che non è del tuo settore perché è più prestigioso... Certo se un giorno sceglieranno italiano non so se saprò mai se hanno scelto la facilità o se ci tenevano a studiarlo! Di sicuro se sceglieranno un'altra lingua, non li forzerò.