lunedì 16 luglio 2018

il tu e il lei

Appena arrivata qui, abituata a parlare inglese, mi è venuto spontaneo usare il tu. Poi un giorno una ragazza mi ha risposto con il lei e non mi è piaciuto neanche un po'. Ho pensato o di averle involontariamente mancato di rispetto (era una commessa) o che mi considerasse troppo vecchia per darmi del tu. Dopo quel piccolo incidente ho cercato di usare il lei per sicurezza, ma mi sono sentita puntualmente rispondere con il tu. In quei casi invece, ti sembra di voler fare la superiore. 
L'altro giorno ero a pranzo con un amico e ho notato che dava del tu a una cameriera che mi sembrava  più anziana di noi. Mi ha fatto specie anche perché lui normalmente non ha problemi con le formalità: dà ancora del lei ai miei genitori che conosce da vent'anni. Allora glielo ho chiesto...ma tu come ti regoli con il tu e il lei? Mi ha risposto che dare del tu alla cameriera era stata una gaffe e che generalmente dà sempre del lei. 
Anche questa è una di quelle cose che metterei nella categoria dello shock culturale al contrario. Finché vivevo qui non ci ho mai nemmeno pensato, andavo d'istinto e non ricordo di avere mai avuto problemi. Adesso invece l'istinto deve essersi un po' assopito in questo senso e mi sento spesso a disagio. 
Dopo tutti questi anni passati a usare solo il tu, il lei mi dà l'impressione di un qualcosa di ridondante e inutile, ci sono altri modi di dimostrare il rispetto. I rapporti  fra le persone sono già sufficientemente complicati senza aggiungerci anche questo piccolo carico di possibili malintesi. 
Che ne pensate?

14 commenti:

Napee ha detto...

Non ho mai vissuto fuori dall'Italia, ma spesso mi trovo in queste situazioni imbarazzanti. Nei negozi o al supermercato, non so mai come regolarmi perché alcuni danno del tu e altri del lei, quindi vado un po' a caso. Trovo confortanti gli ambienti formali (medici e personale ospedaliero, università, banche ecc),in questi uso sempre il lei

Anonimo ha detto...

In tutto e per tutto d'accordo con te.
Ricordo ancora lo sgomento quando, a 24 anni un ragazzino di 14-15 anni mi diede del lei.Tra l'altro anche sul lavoro..io do del lei solo alle altissime sfere, il mio capo invece, si sente di dare del lei a chiunque abbia oltre i 50 anni, il che crea situazioni ridicole, con conversazioni in cui c'è chi si da del tu e del lei.
Io do del lei sempre a chi non conosco, indipendentemente dall'età, salvo chiedere se ci possa dare del tu.
è un formalismo inutile, anche perchè il "rispetto" si esprime in tanti modi, non con il lei.

Anonimo ha detto...

non condivido, il Lei e' bellissimo e' eleganza e rispetto. mi manca molto

Bulut ha detto...

Anche io sono per usare il Lei, quando serve. O il Voi, a seconda della regione, della tradizione.

Mi fa specie quando ci si rivolge a qualcuno più vecchio (o semplicemente un altro adulto, che però non si conosce) con il "tu".

Sono d'accordo che per uno straniero sarebbe più semplice, ma sarebbe come pestare sotto i piedi una bella tradizione.
Una lingua si impara anche imparando le regole del parlare "educato". In tantissime lingue esistono, mica solo in italiano.
Non sarebbero le stesse a semplificare tutto al "tu". E a volte è anche bello dimostrare il proprio rispetto anche interpellando la persona nel modo dovuto...

E poi, anche se ci si sente in imbarazzo a sentirsi dare del "Lei" le prime volte, mica si è ragazzini sempre... per fortuna si cresce.

Se adesso un ragazzo/a italiano giovane, diciamo ventenne, si mette a darmi del tu senza conoscermi io penso "Ma che maleducato/a!!! Ma come si permette? Non lo vede che sono più vecchia di lui?"

Quando i miei figli, che vivono all'estero, tornano in Italia la prima cosa che dico loro quando andiamo a trovare i vicini è che si dice "Buongiorno" e non "Ciao", e si chiede "Come sta?" e non "Come stai?", visto che qui non sono abituati, non si parla mai italiano fuori della famiglia.

Quando vado in ambasciata hanno un italiano davvero bellissimo, con i congiuntivi, le ipotetiche fatte bene, e il Lei.


Solare ha detto...

Lei per sempre nelle giuste circostanze. Se in inglese esistesse questa forma di cortesia magari si eviterebbero tanti cialtronismi nei rapporti quotidiani. Il Lei può esprimere rispetto, oppure distacco, o solo aiutare a mantenere una distanza educata da chi non si desidera conoscere troppo a fondo. Una persona sgarbata la rimetti a posto con un saluto formale, della serie non ti avvicinare di più perché non ce n'è. Una persona più vecchia la puoi far sentire affettuosamente rispettata con il Lei...io il ciao nei negozi italiani detto da ragazzine che hanno meno della metà dei miei anni francamente non lo amo molto.

Giupy ha detto...

Una delle cose che mi piace dell'Inglese è proprio che non c'è il lei e così non si arriva mai a fare delle gaffe.

Per esempio, una volta quand'ero in USA ho partecipato alla proiezione di un documentario organizzato da una professoressa italiana. Sono andata a parlarle dopo il documentario perché c'era un rinfresco, e mi sono trovata nella situazione di non sapere se dare del tu o del lei. Così le ho proprio chiesto apertamente se potevo darle del tu.
"Si, fai come vuoi, tanto ormai nessuno usa più il lei!" mi ha risposto lei seccata, e ho capito che avevo fatto una cavolata.

E quindi niente, anche se sto imparando il tedesco con alcune persone continuo ad usare l'inglese perché non ho idea dell'etichetta da seguire con il formale e l'informale e temo altre figure...

La perfezione stanca ha detto...

Adoro il lei, benché ormai si usi sempre meno. Gente che non conosci, commesse di negozi, datori di lavoro, tutti che ti danno del tu a vanvera. Manteniamo le distanze, usiamo il lei e pretendiamo il lei quando non conosciamo le persone. E poi, quando ci si conosce un po' possiamo sempre chiedere se ci possiamo dare del tu.

Asa_Ashel ha detto...

Mi sono venute in mente un paio di considerazioni leggendo questo post, la prima è che in italiano penso sia quasi necessario avere queste scelte di forme verbali vista la confidenza all'approccio fisico degli italiani ai quali è quasi sconosciuto il concetto di "spazio personale" (da non oltrepassare) tanto caro ai Paesi di cultura anglosassone.
La seconda è che la forma "neutra" dell'inglese "you" tanto informale in origine non era visto che ha soppiantato la forma colloquiale "thou" con il paradosso che quest'ultima viene ritenuta oggi una forma ampollosa perché in disudo ed usata perlopiù in contesti religiosi o cerimoniali.

Personalmente mi piace l'idea di poter usare il Lei, sia come forma di cortesia che come modo per tenere le distanze, senza farmi troppi problemi con una persona sconosciuta userò sempre il Lei tranne che con i bambini/ragazzini.
Da un punto di vista di scambi relazionali poi credo che sia più positivo passare dal Lei al tu che in contrario.

francescabianca ha detto...

Ma che bel dibattito! A questo punto mi unisco anch'io.
Preferisco la forma neutrale inglese, ma vivo all'estero da 10 anni quindi sono biased.
Quello che non mi piace dell'inglese è l'impossibilità in certi casi di distinguere fra maschile e femminile; e non riuscirò mai a abituarmi al fatto che per gli animali si usi "it".
Tornando al tu/lei, in Italia la forma usata per esprimersi in maniera rispettosa è una (due se si conta il voi). Questa cosa esiste in parecchie lingue, e anche se la trovo poco pratica mi piace il fatto che racconti qualcosa della società. In Spagna il pronome diretto (informale) è tú; in Argentina è vos.
Ma vogliamo parlare del vietnamita, e di certo non è l'unico, ma cito quello perché lo sto studiando? La forma verbale non cambia, il pronome cambia. E di pronomi ce ne sono circa... non so, 200?
Se sei maschio, un po' più vecchio di me, ma nella stessa generazione, userò anh; se sei un po' più vecchio ông (ma l'età inganna, e il rischio di gaffes è altissimo).
Se sei femmina, un po' più vecchia di me, ma nella stessa generazione, userò chị; se sei un po' più anziana (come sopra) il pronome giusto sarà bà; ma se hai più o meno l'età di mio padre, allora il bà diventerà cô.
Mi fermo, ma ce ne sono tantissimi altri, e non sono legati solo al sesso e all'età ma anche al ruolo nella famiglia... e nella scala sociale!

Giupy ha detto...

Bellissimo il Vietnamita! In Giapponese e' anche molto contorto perche' ci sono forme onorifiche legate a complicatissime gerarchie sociali (una volta la mia professoressa aveva scritto alla lavagna TREDICI modi di dire "Apri la finestra?" dal meno formale al piu' formale). Invece il fatto che non ci sia il maschile e femminile in inglese mi piace molto perche' cosi' non bisogna per forza distinguere tra uomini e donne e ' diventa piu' gender-neutral (per esempio, vedo un bebe', perche' devo provare ad indovinare se e' maschio o femmina, quando lui tanto non ne ha coscienza? uso "it" che e' gender neutral). E poi non bisogna scrivere come in Italiano "car* tutt*" che francamente non e' bellissimo…

Nonsisamai ha detto...

Davvero un bel dibattito, grazie per aver commentato! Capisco e in parte condivido l'argomento della diversità delle tradizioni e delle culture che ci arricchiscono tutti. Notavo semplicemente, dopo tanti anni a non usare il lei, che crea tantissimi malintesi, soprattutto in ambito professionale dove spesso e volentieri nello stesso ufficio, ad esempio, ci sono cosiddetti "dottori" e "ragazze" a parità di titolo di studio. Sono grosse discriminazioni che in Texas non ho mai subito. Poi non ho familiarità con le lingue orientali che citate, ma...che mal di testa dover fare tutte quelle scelte ogni giorno! Oltretutto sono scelte spesso basate puramente sull'aspetto fisico. Mi sembri giovane e allora uso una forma, mi sembri vecchio e ne uso un'altra... boh...non vedo l'utilita'.

isadorablumenthal ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Nonsisamai ha detto...

Asal_Ashel: "in italiano penso sia quasi necessario avere queste scelte di forme verbali vista la confidenza all'approccio fisico degli italiani ai quali è quasi sconosciuto il concetto di "spazio personale" (da non oltrepassare) tanto caro ai Paesi di cultura anglosassone."...non ci avevo mai pensato, grazie per lo spunto!

Anonimo ha detto...

a me piaceva tantissimo, nel breve periodo trascorso in paese anglosassone , l'uso del you sempre e con tutti!!All'epoca ero giovane , ma lì mi sono sempre sentita rispettata come persona adulta.In Italia, nello stesso periodo,ero considerata ragazzina da tutti, in famiglia, in università, ai colloqui.
Lì ho trovato invece molta meno "divisione" sociale tra persone di diversa età, livello culturale e professionale.Mi è sembrato quasi che, l'uso di un linguaggio informale tra tutti rispecchiasse un pò la maggiore "democrazia" sociale del paese che mi ospitava.Per dire,un pomeriggio dopo il lavoro sono andata al pub con il mio collega di 56 anni (ne avevo 26), a fare due chiacchiere.In Italia non sarebbe mai successo, o se fosse successo, probabilmente il collega lo avrebbe fatto per secondi fini.
In Italia e , in generale, nei paesi mediterranei dove si usa il "lei" la società è culturalmente più "strutturata" e si tende a dare distanza, perchè distanza c'è realmente.C'è maggiore divisone sociale , che si riflette anche nella struttura economica.
Non credo che sia per una questione di "spazio personale".Gli anglosassoni sono, culturalmente, meno inclini dei paesi "latini" a mostrare le proprie idee e i propri sentimenti.
simona