mercoledì 22 novembre 2017

impressioni sparse sulle hawaii

Ma alla fine come è andata alle Hawaii? Tutti mi chiedono se siano state all'altezza delle mie enormi aspettative.
Beh, la risposta corta è assolutamente sì. 
Chiaramente non ho trovato Fantasilandia -qualche collana di fiori forse sì, di golf cars e smoking bianchi neanche l'ombra - ma non sono rimasta per niente delusa. 
Siamo stati tutto il tempo sull'isola di Oahu.
La natura lascia senza fiato. 

Il colore dell'acqua, le scogliere a strapiombo, la vegetazione rigogliosa, le montagne vulcaniche, gli uccelli tropicali... è un posto incredibile. In alcune zone riparate puoi fare snorkeling tranquillamente e vedere una varietà di pesci tropicali, il resto della costa è meglio lasciarla ai surfisti invece. La potenza dell'oceano è spaventosa e affascinante al tempo stesso e loro, i surfisti, sono fighi come nei film, anche lì niente da recriminare. 
E' stato strano non sentire mai nemmeno una volta una lingua europea in dieci giorni. Ci sono tantissimi asiatici, soprattutto giapponesi. Il bilinguismo di fatto a Honolulu è inglese e giapponese, ogni scritta è tradotta in giapponese. 
La gente del posto mi è piaciuta molto in generale. I nativi hanno dei tratti somatici splendidi come tutti sanno, una bellezza intensa, inconsueta. Tutti gli hawaiani con cui sono entrata in contatto, nativi e non, mi sono sembrati accoglienti, cordiali e curiosi di me quanto io di loro. 
Una parola è tornata più delle altre: laid-back. Ti dicono sempre che loro sono gente rilassata, tranquilla che non cerca grane. Ed è vero. Voglio dire, i texani che mi sono sempre sembrati laid-back in confronto ai milanesi, sono delle furie in confronto agli hawaiani. Del resto, come si fa ad agitarsi quando si è su un'isola così, senza niente che cerca di ucciderti? Anche questo mi ha colpito dopo undici anni in Texas. C'è tutta questa natura
lussureggiante, ma non è come qui che appena ti giri trovi un serpente, un ragno velenoso, un tornado, un uragano o chissà cosa...lì hai l'impressione che la natura sia dalla tua parte. 
In effetti, se un posto viene comunemente definito paradiso terrestre, un motivo ci sarà pure, no?   
Le Hawaii fanno parte degli Stati Uniti, ma non hanno molto in comune con il resto. Tutti gli Stati che ho visitato, nella loro diversità, avevano determinate caratteristiche, le Hawaii per quello che ho visto no, sono un altro mondo. 
Honolulu ha un quartiere turistico che si chiama Waikiki. Tutto è splendente e perfetto a Waikiki. Fuori da questa zona (e se guardi bene bene anche dentro) però ti accorgi che di problemi la città ne ha. Ci sono moltissimi senzatetto. Un giorno, ad esempio, cercavamo una certa spiaggia che ci avevano indicato, siamo andati un chilometro più avanti per sbaglio e ci siamo imbattuti in un piccolo accampamento di homeless ed era surreale perché su una spiaggia da cartolina come quella normalmente ti aspetti al massimo ombrelloni e sedie sdraio. 
Un gallone di latte a Honolulu costa quasi 11 dollari, a Dallas circa tre e cinquanta.
Qualcuno quando ero lì mi ha detto di godermi il paradiso e di non pensare a niente e sono stata benissimo, certo, però non ho potuto fare a meno di notare queste situazioni. Si dice che la maggior parte degli homeless sia gente che ha cercato di realizzare il sogno di vivere lí e non ce l'ha fatta schiacciata da un costo della vita esorbitante e dalla disoccupazione. Tante volte rimangono lì a vivere per strada semplicemente perché non riescono a comprarsi un biglietto per tornare da dove sono venuti. Non è che uno possa fare l'autostop. Fra Honolulu e Dallas, ad esempio, ci sono di mezzo nove ore di volo.  
Mentre eravamo lì c'è stata la visita di Trump. Quando la sera c'erano i fuochi d'artificio e non facevo in tempo a uscire fuori a guardarli, li vedevo riflessi sulla Trump Tower che era di fronte al mio albergo, che metafora perfetta e che ironia della sorte. Durante la visita, ci sono state delle manifestazioni contro di lui, come ovunque del resto. Il giudice che ha bloccato per tre volte il muslim ban è di Honolulu, per dire. Le Hawaii sono uno stato a maggioranza democratica e infatti non vedo come lo spirito del posto possa sposarsi con la retorica bellicosa dell'attuale presidente, anche se nei quartieri residenziali qualche cartello pro-Trump, l'ho notato. Come mi hanno detto vari abitanti del posto, le Hawaii sono un melting pot. Ho visto che gli abitanti del posto non solo amano la loro isola, ma se ne occupano anche in prima persona pulendo le spiagge meno rinomate e sorvegliandole affinché i turisti non le danneggino. D'altra parte però ho visto uno spreco di plastica orribile e di bidoni per la raccolta differenziata in giro non se ne vedono. Tante contraddizioni e tante domande rimaste aperte, sarebbe necessario passarci dei mesi o degli anni per capire meglio come stiano realmente le cose.
A volte, però penso a tutti quelli che dicono di essere rimasti delusi dalle Hawaii. Ma?! Sarà vero? Sarà una forma di snobismo? Ci penso e ci ripenso e proprio non capisco come si possa rimanere delusi. C'è una cultura affascinante, c'è una natura mozzafiato, il cibo è ottimo, la popolazione è accogliente, cosa si può desiderare di più? 
Certo, bisogna cercare di esplorare il più possibile una volta lì, noi ci abbiamo provato per quel che potevamo con due bambini. Se fossimo rimasti nei dintorni dell'albergo, avremmo perso la parte più bella e interessante del viaggio, forse è questo l'errore che genera la delusione.
Abbiamo partecipato a un Luau che è una festa tradizionale Hawaiana, una sorta di celebrazione della vita. Abbiamo ascoltato la musica del posto...

...E assistito ad alcuni spettacoli di Hula, una danza elegante e meditativa, non pensavo fosse così, mi piacerebbe molto impararla.



Sotto molti punti di vista, Oahu mi ha ricordato un'isoletta meravigliosa del Messico dove sono stata qualche anno fa. Non saprei dire quale posto sia più bello, entrambi mi sono rimasti nel cuore. 
E' solo che le Hawaii sono proprio lontane. Ecco, è questo. C'è qualcosa di spirituale nell'essere in un luogo tanto remoto, qualcosa che mi ha fatto bene a livello mentale. Vedere tutto da lontano e gioire solo del presente. C'era una questione che mi angosciava prima di partire, ma lì non ci ho mai pensato, nemmeno una volta, me ne sono accorta una volta a casa. A quel punto, però quel brutto pensiero aveva perso quasi tutta la sua forza e in questo momento, dopo aver avuto l'opportunità di guardarlo da lontano, mi sento di essere riuscita a capovolgerlo. Non è stata una questione di essere in vacanza e dimenticare i problemi, è stato un oblio momentaneo, molto salutare, una cosa che non credo mi sia mai successa prima.
Un hawaiano mi ha detto che se ci si deve portare a casa una cosa sola della cultura  locale è il concetto di Aloha
Alo nella lingua locale significa condividere nel presente. Oha significa gioia, affetto gioioso e Ha è il respiro della vita

Non è meraviglioso?

Aloha. E mahalo, grazie.


Altre foto qui.

2 commenti:

francescabianca ha detto...

Che meraviglia di post! Interessante, e con un tocco profondo come sempre. Non mi erano mai venute in mente le Hawaii come possibile destinazione, ne avevo un'idea completamente diversa. Mi hai fatto venire voglia di andare!

nonsisamai ha detto...

Mi fa piacere, grazie Francesca!