lunedì 27 giugno 2016

reverse culture shock, le prime 10 cose

Queste sono le prime 10 cose che mi hanno colpito dopo due anni lontana dall'Italia. In ordine un po' sparso:
1. Le medicine italiane sono meno semplici da usare. Su quelle americane è scritto chiaramente sia sul flacone che sulla scatola   a cosa servono e come prenderle. Se sono state prescritte dal medico riportano anche il nome della persona che deve prenderle e i modi di somministrazione. Su quelle italiane, niente. Bisogna leggersi il bugiardino scritto in piccolo. E sui farmaci omeopatici non c'è nemmeno scritto a cosa servono o come prenderli. Forse perché non sono considerati propriamente farmaci? E allora perché li vendono in farmacia?
2. Il barista saluta un cliente per nome e sorridendo chiede: "ll solito?". Bello.
3. I manifesti delle onoranze funebri.
4. Il suono delle campane.
5. Le strade strettissime e gli automobilisti inviperiti.
6. Le canzoni italiane alla radio.
7. Incomprensibile istante di commozione di fronte a oggetti come il dentifricio Mentadent, il bagnoschiuma Felce Azzurra o il cartellone dei gelati Sammontana: insomma qualunque cosa risulti introvabile in Texas. Perfino le pubblicità in televisione.
8. Nel parchetto davanti a casa dei miei hanno finalmente costruito un'area cani, ma alcuni continuano a portare i cani nell'area dei bambini e senza guinzaglio.
9. Nel bagno dei miei ci sono due bottiglie di sali da bagno databili probabilmente intorno ai primi anni ottanta. Non avevo mai pensato che in effetti adesso nessuno regala più i sali da bagno. Chissà se sono diventati tossici. Chissà se qualcuno a parte me si è accorto che sono ancora là.
10. Quando sono andata a comprare la scheda del telefono, l'impiegato della Tim mi ha lasciato in attesa mentre discuteva con una collega davanti a me di questioni di soldi loro. Poi la collega è uscita e ha continuato a gesticolare  animatamente con un'altra persona dall'altra parte del vetro. Piccolo dramma inimmaginabile a Dallas.
11. La sala d'attesa del pronto soccorso non aveva l'aria condizionata. (Niente di grave, la solita zanzara tigre che ha fatto allergia).
12. Un ragazzo di Bergamo spiegava all'amico su un ponte in porta Genova:"È un ponte molto bello e pieno di poesie, è molto hipster". (Trovate qualche foto sull'IG @nonsisamai).
Cavolo sono 12. E continuano ad aumentare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io ho vissuto solo pochi mesi lontana dall'Italia.E all'epoca ero molto giovane.
Adesso, una delle cose che potrebbe mancarmi di più , è proprio la colazione al bar con cornetto e cappuccino, noi ce la concediamo tutte le domeniche, da quando siamo genitori, sempre nello stesso bar.
E anche a noi chiedono "il solito".
Ritengo che sia una peculiarità italiana.Il sentirsi "in famiglia" anche al bar.Non ci avevo mai pensato
simona

fabio r. ha detto...

ormai hai l'anima doppia..... ed è bello così !