giovedì 20 marzo 2014

la nuova fase

Leggevo una lista di regole serissime redatte da Susan Sontag su come crescere un figlio. A un certo punto…

N. 7  Always speak well of his poop. (No faces, sighs, impatience, etc.)

N. 7 Parla sempre bene della sua cacca. (Niente facce, sospiri, impazienza, ecc.)

Cavolo lo dice anche Susan Sontag. Allora e’ proprio vero.

Non ho battuto ciglio. Solo dopo un po’ mi sono accorta che avevo automaticamente aggiunto una “o”.

Always speak well of his pOp (Parla sempre bene del suo papa’).

Proprio cosi’, e’ che ormai c’e’ un chiodo fisso in questa casa.

Dovete sapere che la mia vita di genitore ha subito un brusco cambio di rotta recentemente. C’e’ stato un passaggio radicale nella filosofia del piccolo Joe. Non so se sia normale, me lo auguro, ma si e’ passati da un bambino in piena fase contemplativo-metereologica a un bambino che parla solo di. Si’, proprio di quello che diceva Susan Sontag, ma con due “o”.

- Mamma dove seeeeei?

- In bagnooooo.

- Stai facendo la caccaaaaaa?

Prima guardava le stelle, si illuminava quando faceva giorno e si rattristava quando vedeva che il cielo diventava buio. Faceva osservazioni poetiche e domande difficili. Mi chiedeva dove fosse andata la notte o mi faceva notare le strisce degli aerei, le nuvole. Si stupiva che il cielo fosse ‘zzullo, mentre c’e’ la luna piccola. Era un piccolo esteta-astrofisico in erba, o qualcosa del genere.

Ora invece per lui ruota tutto intorno alla cacca. Si stupisce si’, ma soprattutto della sua cacca che contempla nella tazza per lunghi minuti in cerca di somiglianze (“Gualda la cacca sembla selpente con uovo”) e che saluta agitando la manina quando va giu’ “ciao ciao cacca!”.

Quando pensa ai suoi amichetti, ai nonni, agli zii, a tutti quelli che conosce, ci fa sapere che anche loro fanno la cacca.

Tizio fa la cacca.

Caio fa la cacca.

Immagini meno soavi di quelle a cui ci aveva abituato, devo ammettere, ma lui non vede nessuna differenza.

Prima mi ha spiegato con gravita’ che il mandalino diventa cacca mentre il latte pipi’. Oramai va cosi’, per fortuna che sembra che si stia affacciando all’orizzonte, una nuova fase. La definirei poetico-escatologica o scatologico- escatologica. Ma si, perche’ fare gli snob? In fondo la differenza la fa pur sempre una vocale, no?

L’altra sera, ad esempio, come ultima cosa prima di addormentarsi, mi ha detto I already miss you, mommy (Gia’ mi manchi mamma). Ci sto ancora pensando.

2 commenti:

Bulut ha detto...

E' normale.
Sapessi quando i bambini sono due a parlare di cacca.

:D

B.

Alice Nicolotti Perotti ha detto...

:-D
Alla scuoletta oggi nell'angolo della pittura ho collezionato non uno, non due, non tre ma ben quattro meravigliosi dipinti, di quattro nani diversi, intitolati rispettivamente
"My Poop"
"My poop-painting"
"My beautiful poop"
e un piu' minimalista "Poop".

Perche' la pop-art e' interessante, ma la poop art pure e' mica male!

Alice poopizzatrice