lunedì 16 settembre 2013

parliamo, please?

L’atteggiamento passivo aggressivo tipico di una gran parte di questa societa’ e’ una scoperta piuttosto recente per me. Il mio amico psicologo italiano si stupiva quest’estate, perfino che una terminologia cosi’ tecnica, passive aggressive, sia di uso comune in inglese.

Mi sono chiesta come mai ci abbia messo cosi’ tanto ad assimilare questo meccanismo e credo che il motivo sia che e’ talmente lontano dalla mia mentalita’ che anche quando lo incontravo non sapevo definirlo o riconoscerlo. Poi finalmente un giorno, con un po’ di aiuto (e sofferenza…), ho messo insieme tutti i pezzettini e ho cominciato a capire come mai tutti sembrano sempre cosi’ cordiali e poi magari non si fanno mai piu’ vedere.

Non so a livello clinico, ma nel sentire comune si tratta di un comportamento passivo perche’ e’ fondamentale non dire o fare mai capire all’altro quello che stai pensando o provando ed e’ anche aggressivo per via del risentimento che fuoriesce lo stesso e si manifesta con piccolissimi e a volte involontari, gesti sull’altro.

Qualche tempo fa, ad esempio, ho avuto una piccola divergenza di opinione con una persona a scuola, una cosa normalissima che puo’ succedere, a mio modo di vedere. Ho voluto subito chiarire come la pensavo. Ho parlato con grande cortesia e con grande cortesia la controparte ha continuato a fare quello che stava facendo prima. Allora la cosa si e’ fatta un po’ piu’ seria, sempre con immensa cortesia, sia chiaro.

In qualche modo, diciamo che la partita l’ho vinta io, ma le cose fra noi sono lievemente cambiate: in meglio. Ogni volta che ci si vede sono salti di gioia e sorrisoni e complimentoni ed e’ tutto orribilmente mellifluo e ridicolo per quanto mi riguarda. Non c’era un rapporto d’amicizia prima, non vedo perche’ si debba fingere che ci sia ora.

Va bene. Ho capito che qua va molto di moda fare sempre finta di starsi supersimpatici e che se dici quello che pensi vieni bollato come confrontational ed e’ il piu’ grave stigma sociale che ti possa colpire e che la gente ti dice sempre si si scusa hai ragione e poi magari ti detesta, ma e’ sano tutto questo? Non possiamo semplicemente riconoscere i nostri disaccordi e dimostrarci il rispetto reciproco non attraverso l’ipocrisia ma il dialogo?

Questo modo di fare un po’ mi offende. So per certo che ha dei lati positivi, che limita i contrasti e salva le formalita’ e in determinati casi probabilmente e’ anche meglio cosi’, ma e’ pur sempre come dire, io con te non ci provo neanche a ragionare, e’ come se si dovesse sempre fare finta di essere d’accordo solo perche’ non si e’ capaci di comunicare che non si e’ d’accordo come si deve. E a me questa cosa qui sembra poco umana, poco civile. Tanto davvero, il risentimento si avverte, non c’e’ niente da fare.

Parliamo, please.

9 commenti:

LordRevan ha detto...

Che ti devo dire... Io mi sono rassegnato... Parli e fanno finta di ascoltare, se hanno un problema con te non sia mai che chiariscono. Quella falsa cortesia che mi disturba. Ma sono io... Alla fine se voglio stare qua mi devo abituare credo...

Unknown ha detto...

Come ti capisco...io ho avuto un'
esperienza del tutto simile con mia cognata...ho provato ad esporre il mio punto di vista (giuro,molto educatamente) e son stata bollata come una aggreasiva testa di (ti lascio immaginare)...e ora dopo mesi è tutta un sorriso...ovviamente nessun.chiarimento nel frattempo....e come te mi chiedo:ma perché non possiamo parlare????

Unknown ha detto...

Come ti capisco...io ho avuto un'
esperienza del tutto simile con mia cognata...ho provato ad esporre il mio punto di vista (giuro,molto educatamente) e son stata bollata come una aggreasiva testa di (ti lascio immaginare)...e ora dopo mesi è tutta un sorriso...ovviamente nessun.chiarimento nel frattempo....e come te mi chiedo:ma perché non possiamo parlare????

Unknown ha detto...

Bè ci sono persone così anche in Italia, permalosi e "sotutto".
Solo che da noi il termine scientifico all'americana non c'è, si dice semplicemente "fare le cose di ripicca" e "dare ragione ai matti"

.....a volte si usa anche "specchio riflesso" e "chi lo dice lo è, perciò sei te"......ma qua siamo più sull'accademico :P

Lara Rizzotto @craft.and.shine ha detto...

Anche quando vai negli uffici e ti rispondono con grande cortesia e tanti sorrisi che proprio non possono fare nulla per te e neppure ci provano perchè esci dal protocollo standard...e se provi a protestare un po' "vivacemente" si chiudono a riccio schifati e ti guardano come se li avessi minacciati di morte!!

Sabina ha detto...

Penso che siano davvero poche le persone realmente disponibili al dialogo e soprattutto al confronto! Sembra sembre che quando non la pensi allo stesso modo, allora non puoi andare d'accordo e che per affrontare una discussione, devi sapere per certo, in partenza, che l'altra persona la penserà come te.
Credo che sia paura del confronto... e incapacità di accogliere una posizione diversa!

Ktml ha detto...

non mi piacciono proprio le persone false, non lo sono io e purtroppo capto subito se mi trovo di fronte ad una persona che ha quel modo di fare falso, con mezzi sorrisi. io sono schietta di natura. in alcuni ambienti poi è così evidente, la scuola uno di questi.

Luciano ha detto...

Quoto in pieno Sabina. Ne conosco a vagonate di persone così anche in Italia. E non escludo che ognuno di noi possa occasionalmente esserlo, qualche volta a chiunque viene voglia di rifiutare un particolare confronto e non mettere in discussione ciò che si ritiene scontato.
Succede poi quando ci si trova di fronte alle persone che vogliono imporre la propria opinione di evitare ogni discussione. Non direi assolutamente che questo è il tuo caso.
Con me molti evitano il confronto perché le mie opinioni sono spesso fuori dal comune. Le persone più sincere hanno a volte troncato i discorsi con me dicendomi che sono pazzo. Poi ho cominciato a tenermi le mie opinioni per me perchè mi feriva troppo essere sempre insultato

Anonimo ha detto...

Ommioddio, ma io mi lamento della stessa cosa in Sicilia...