mercoledì 19 dicembre 2012

l’omologazione

Mi chiama la maestra dei bambini di Kindergarten, quelli di cinque anni.

Mi fa vedere una ventina di collage appesi al muro, sono esattamente identici. Tutte le casette sono uguali, dello stesso colore, stessa forma con gli alberelli uguali tutti da un lato e le stelline. Non voglio fare la polemica, ma io i lavori fatti cosi’ li chiamo fotocopie, sono completamente anonimi. Poi, certo, immagino che a certi genitori, oltre che a certe maestre, piacciano anche di piu’ di quelli che faccio fare io, ma son gusti, a me non sembra molto creativo e non mi interessa lavorare cosi’.

Ad ogni modo, indica un disegno praticamente uguale agli altri, ma con le casette che invece di essere appoggiate al terreno sono sollevate. Mi fa:

- Senti, ma secondo te, come mai tutti gli altri hanno messo le casette al posto giusto e solo lui mi ha fatto le casette volanti? Glielo ho anche fatto notare, ma lui niente, le voleva proprio cosi’!

Sorrideva, ma si vedeva benissimo che le dava fastidio. Probabilmente le era costato appendere quel disegno. Era come una nota stonata dal suo punto di vista.

Mi sono limitata a dirle che mi sembrava perfettamente normale e che l’unica cosa insolita semmai, era il fatto che tutti gli altri fossero identici.

Trovo sempre questa cosa nelle maestre, se un bambino fa qualcosa di diverso dagli altri vanno in crisi. Eppure io vedo che con me non fanno cosi’ i bambini. Anch’io faccio fare a tutti lo stesso lavoro, ma non ne ho mai ottenuti due uguali. Per me la sorpresa, il tocco di genio improvviso, magari del ragazzino da cui meno te lo aspetteresti, e’ la parte piu’ esaltante del mio lavoro. Certo devi creare le condizioni giuste affinche’ questo succeda ed e’ li’ che sta la fatica vera.

6 commenti:

Claudia Protti ha detto...

EVVIVA LE CASETTE VOLANTI! Omologazione è una parola che non mi piace per niente! E' stupendo entrare in una scuola, di qualsiasi grado, e vedere appesi dei lavoretti riguardanti uno stesso tema e ammirare come ogni bimbo ha espresso la propria creatività.

Patalice ha detto...

...io di pedagogia & company non so una beata fava, ma so, e lo so bene, che cosa mi piace e cosa no.
mi piace che un piccoletto di 7anni supergiù abbia la sfrontatezza di uscire dagli schemi...

alinipe ha detto...

"le casette al posto giusto"?!
Mamma mia che tristessa! E sì che la maestra dovrebbe saperlo, che c'è un bisogno disperato di bimbi capaci di disegnare case volanti, nuotanti, rampicanti, a motore, stellari... fortuna che poi crescono e trovano te nell'alula di arte! :)

Alice borbottatrice

Bruja ha detto...

ecco...siccome io ero quella che faceva le casette volanti, ti dico grazie...:-)

Io! ha detto...

Sai, io sicuramente non sarei troppo adatta a fare la maestra di arte, pero' capisco perfettamente il tuo punto di vista: da un lavoretto ci si aspetta che ognuno si "esprima" in qualche modo, non che venga a fare un disegno tecnico e sappia disporre le cose secondo le misure e posizioni esatte (a cinque anni poi!).

Quello che dici tu e' proprio bellissimo. Pensa che anche nelle materie scientifiche c'e' bisogno anche della capacita' di uscire dagli schemi. Ovvio che bisogna sapere il "metodo standard", ma a volte mi sono trovata di fronte a studenti che avevano capito cosi' bene che riuscivano a risolvere correttamente qualche esercizio usando qualche idea brillante... ecco, e' proprio bello.

Io! ha detto...
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