giovedì 7 ottobre 2010

pensando ad alta voce

Mi vede prepararmi per andare al lavoro con questo pancione enorme e mi chiede sorridendo -sorride SEMPRE lei- fino a quando lavorero’. Le dico che non lo so di preciso, fino a quando non me lo vieteranno probabilmente. Allora, in un inglese un po’ stentato, comincia a raccontarmi di un magico paese, il suo, il Giappone, in cui le donne incinte ‘vanno in vacanza’ due mesi prima di partorire e volendo ci possono rimanere per un altro anno e mezzo continuando a essere pagate e senza perdere il lavoro. Sogno. In realta’, anche in Italia non mi sembra per niente male: ho un’amica che e’ gia’ in maternita’ al quarto mese perche’ nel suo lavoro e’ a contatto con sostanze tossiche. Qui invece niente di niente, soprattutto se hai un lavoro part-time. E cosi’ ora si tratta per me di fare delle scelte molto ma molto serie e difficili.

A un certo punto il mio dottore -che ultimamente devo dire ha tirato fuori un’insospettabile vena ottimista, ed era anche ora…- mi disse che l’unica cosa che poteva fare per alleviarmi lo stress dei vari problemi che sono sopraggiunti era farmi un permesso per smettere di lavorare. Dottore, guardi non ha capito, lavorare e’ l’unica cosa che allevia il mio stress. Tanti non lo capiscono infatti, ma per me e’ davvero cosi’, e non solo in questo momento. Dopo due anni, sono ancora convinta di aver trovato il lavoro dei miei sogni, stipendio a parte. Pero’ non so davvero cosa fare adesso.

Mr. Johnson e’ finalmente riuscito a esprimere la sua opinione in proposito. Si e’ sempre tenuto in disparte, ma ora dice chiaramente che saremmo tutti piu’ felici se non tornassi al lavoro prima del prossimo anno scolastico, quando il bimbo avra’ otto o nove mesi. Piu’ ci penso anch’io e piu’ mi sembra la cosa giusta da fare. D’altra parte, chi glielo dice alla direttrice? Lei ha sempre accenato a due o tre mesi…e se mi licenzia? E poi ci sono tante di quelle cose che voglio ancora fare quest’anno al lavoro, e’ una scelta difficile, difficilissima. E’ un lavoro di tre giorni alla settimana ed e’ un lavoro che adoro, mi darebbe tantissimo fastidio perderlo. Pero’ mi sento anche egoista: lavorerei praticamente solo per pagare l’asilo, non ho un’esigenza reale di farlo e tre giorni sono un’eternita’ per un neonato. E’ un rompicapo che non riesco a risolvere.

Tutti mi dicono che la matassa si sbrogliera’ immediatamente quando vedro’ il mio bambino, ma e’ davvero giusto cosi’? Lasciamo decidere ancora una volta agli ormonacci?

Forse dentro di me so perfettamente cosa devo fare, il problema vero e’ che non ne ho nessuna voglia.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

le cose si fanno anche perche' vogliamo farle, non solo per necessita'. E' un lavoro di tre giorni a settimana e tu sei una donna, non solo una mamma. Poi, se guardando tuo figlio, ti verra' voglia di stare a casa con lui, benvenga. Ci sono altri posti nei quali insegnare arte nel caso la direttrice ti licenziasse? Senza calcorare che magari non ti licenzierebbe affatto perche' nell'insegnamento c'e' un dato da tenere in conto, gli studenti si affezionano e sono disposti ad aspettare. Vogliono te e solo te.

Se il tuo lavoro ti piace cosi' tanto, non lo lasciare. Prova a vedere come va se lasci il tuo piccolo a casa. Se non ce la fai a stare lontano da lui o se lui non ce la fa senza di te, saprai cosa scegliere. Puo' darsi invece che tutto andra' liscio e tu sarai una mamma lavoratrice felice.

valescrive

Marica ha detto...

questa è una cosa che puoi decidere solo tu.
ho visto amiche che hanno deciso di stare a casa con i propri figli e ho visto amiche che non vedevano l'ora di tornare a lavorare dopo il parto.
tutte sono soddisfatte della propria scelta :-)

nonsisamai ha detto...

grazie ragazze! se avessi qualcuno di davvero fidato a cui affidarlo mi sentirei moolto ma moolto meglio....

palbi ha detto...

eh sì è un casino. Pure da me fanno così, una settimana prima e 8 dopo il parto. Le mie colleghe non fanno una piega e sembrano nn patire ma francamente da italiano mi sembra stranissimo rivederle in ufficio così presto

Baol ha detto...

Credo che sia una scelta davvero difficile (soprattutto per come l'hai messa giù) e sono sicuro che hai ponderato e pondererai ancora tutto ed alla fine, farai la scelta giusta ;)

Gio ha detto...

Eppure in quell'epiteto, ''ormonacci'', io vedo anche un po' d'affetto per il nostro folle metabolismo, le imprevedibili leggi di natura che ci governano severe :-)

nonsisamai ha detto...

palbi: hai detto bene "sembrano"

baol: ammesso che ce ne sia una...

gio: dici? :)

Mauri83 ha detto...

Ma sei in cinta?