giovedì 23 settembre 2010

solo una piccola riflessione sulle zebre

Comincio a essere stufa di tutto questo ottimismo americano che se non fai i salti di gioia ogni volta che ti capita una disgrazia, non si sa come, finisce sempre che e’ colpa tua. In fondo che problema c’era con il mio vecchio pessimismo cosmico?

Pensiamo alle zebre.

La zebra e’ li’ nella savana che pascola, viene aggredita dal leone, se e’ fortunata riesce a scappare e dopo cinque minuti cosa fa? E’ li’ che pascola di nuovo. Tranquilla. Non sembra affetta da nessun tipo di disturbo postraumatico, non sembra minimamente preoccupata, anzi forse si e’ gia’ dimenticata tutto quando il leone ritorna all’attacco.

Noi no, noi siamo in grado di immaginare la nostra morte (in teoria per poterla prevenire non per farci venire gli attacchi di panico sull’autobus, ma quello e’ un altro discorso).

Noi eventualmente troviamo alternative, ci evolviamo insieme alle nostre paure e preoccupazioni, la zebra invece? Se ne sta sempre la’ a pascolare.

Per questo motivo, torno pessimista, non ci provo nemmeno piu’.

Se mi arrivano due pagine di brutte notizie, decido consapevolmente di ignorare le due righe di incoraggiamento e non provate a dirmi che e’ la mia preoccupazione che peggiora le cose perche’ qui le batoste arrivano proprio quando uno se ne sta beato nel suo. Rendiamocene conto: non siamo programmati per essere sempre felici, e’ una questione di autoconservazione. Abbiamo bisogno di preoccuparci per inventarci nuovi modi di superare gli ostacoli e sopravvivere. Se ci pensate bene, pessimismo e’ creativita’.

O forse sto solo avendo una giornata no. O una settimana.

8 commenti:

cowdog ha detto...

ho sempre desiderato essere una zebra. tanto piu' che hanno dei gran pigiami. ma una zebra che si fa venire gli attacchi di panico sull'autobus non si e' mai vista. sono una dal pessimismo cosmico, non ce n'e'.

Anonimo ha detto...

intanto sei a sette mesi - che non sono sei, che non sono cinque.
I bambini nascono a sette mesi e in buona salute.
Intanto il bimbo si muove e sta bene - che e' diverso da un bimbo che cresce poco.

Un giorno dopo l'altro e' l'unica via possibile.Noi facciamo tutti il tifo. Un grande abbraccio

valescrive

Anonimo ha detto...

Parole sante baby! Se è vero che la felicità è del tutto transitoria, la difficoltà è alla base dell'evoluzione della specie. Personalmente sono molto grato a tutti i momenti difficili che ho passato perchè non solo mi hanno regalato un sacco di racconti da scrivere ma, soprattutto, sono stati motivo, forza, spinta per cambiare identità, per conquistare nuovi orizzonti.
E poi che palle sempre questi atteggiamenti/farse in cui la gente se la suona e se la canta solo perchè è troppo debole per affrontare un disagi: i problemi esistono e far finta che tutto sia meraviglioso è solo sciocco e dannatamente rischioso. Prendere coscienza del fatto che da un momento all'altro potrebbe accadere qualcosa di spiacevole, non è da pessimisti, è da persone intelligenti. E porca miseria!
Valerio

Gio ha detto...

Pessimista cosmico numero 3 presente all'appello :-)

MarKino ha detto...

ehehe. ho letto, forse su "Le Formiche", che un ottimista e` solo un pessimista senza esperienza.
io sono piu` per un approccio alla valeriascrive: realismo, ci vuole - ne` ottimismo, ne` pessimismo.
mi associo anche per il tifo da stadio. :)

fusis ha detto...

trovo l'ottimismo a tutti i costi ottuso (e talvolta gli ammericani mi danno precisamente questa sensazione di ottusaggine) così come trovo il pessimismo profondo inutile e dannoso. Secondo me hai ragione dicendo che non ci si può sforzare di apparire sempre felici e non tutto va sempre bene, ma spesso va meglio di quanto ci aspettiamo e comunque la preoccupazione deve essere un meccanismo di difesa, non una zavorra. Io sono un pò fatalista...quindi nelle situazioni dure penso che andrà come deve andare, ma se nella vita ci è stato dato un dono un motivo ci sarà....

Zion ha detto...

il realismo ti aiuterà a superare i fantasmi del pessimismo e la farsa dell'ottimismo forzato.
Stai già facendo il meglio che puoi per diminuire i rischi, sei seguita dai medici e sicuramente non ti affidi ai primi che capita. Cerca di essere pragmatica. Per il resto, la paura non è pessimismo....ma non sei mai sola.

averessere ha detto...

Diciamo che ti capisco sia da un punto di vista professionale che di storia personale. Detto questo, proprio per questo motivo penso che la cosa più importante sia la conoscenza. Conoscenza di tutte le possibilità. Fa male, ma è anche l'unico punto di partenza che abbiamo per orientarci e pendere le giuste contromisure. Come seconda cosa, penserei che la vita ha sempre molta più fantasia di quanta ne abbiano le nostre paure. Un abbraccio