venerdì 31 luglio 2009

la classe, o qualcosa del genere

Inizialmente, davo per scontato che non avrei avuto un’aula tutta per me, cosi' quando mi dissero che una classe invece c'era, fui molto contenta. La direttrice mi ci porto' quando andai a firmare il contratto. E' una sorta di taverna che puzza di muffa, ma almeno e' molto grande. Li' per li', a dire il vero, notai anche qualche piccolo dettaglio fuori posto, ma la stavano ristrutturando quindi non mi preoccupai, e’ gia’ tanto averla una classe, no? Poi ieri mi chiamano per dirmi di andare a scegliere la disposizione dei mobili. Fantastico, ho pensato. La solita ingenua. I mobili -mi e' stato comunicato subito in maniera perentoria da questa biondona di ghiaccio- devono essere usati tutti perche' costano e sono stati donati. In poche parole non c’era molto da scegliere. Il problema e' che sono tantissimi e non sapevano  dove metterli perche' la parete piu' lunga ha una terribile perdita d'acqua, che non hanno intenzione di aggiustare per ora perche' costa troppo, e cosi' bisognava capire come fare. Ma proprio a me lo vengono a chiedere? Non sono mica un falegname. Comunque, ci ho pensato una frazione di secondo e ho proposto la cosa che mi sembrava piu' logica, nella mia logica almeno:
- Appendere gli armadietti cosi' non toccano per terra e se entra l'acqua non si bagnano?
- Andata!
Che bello, come sono utile. L'addetta alla ristrutturazione allora mi spiega:
- Lo vedi quell'angolo? Non sarebbe stupendo mettere un bel tappeto, con delle sedie comode, dei libri, magari della musica....
- Certo!
- No mi spiace, non si puo', c'e' l'acqua.
Mancano una ventina di giorni all’inizio della scuola e il materiale che ho ordinato non si sa che fine ha fatto, il proiettore e' rotto e nel seminterrato non c’e’ ne' il riscaldamento, ne' l'aria condizionata. Ma il relax sara' comunque garantito dalla presenza di tre lunghissimi tubi neri che quando qualcuno usa il bagno, o meglio i 7 bagni, al piano di sopra, fornira' un piacevole effetto cascata del Niagara in sottofondo.
E questo e' quanto per la classe. Pero' mi sembrano tutti abbastanza entusiasti del mio arrivo in questa nuova veste. La signora delle pubbliche relazioni ha anche fatto uscire un articoletto sul giornale locale per annunciare questa cosa e leggendolo, ho capito che per loro la chiave promozionale e' soprattutto una: l'insegnante di arte italiana. Si vede proprio che questa cosa li esalta, come se uno solo per il fatto di essere italiano avesse la scienza, o meglio l'arte, infusa. Evabe', vediamo di fare del nostro meglio. 

“Our school has always had an art enrichment focus, but this fall, students will be taken to another level of artistry – Italian Style”.


Italian style, capito? E poi parte la sviolinata al filantropo che ha reso possibile tutto questo e praticamente tutto il mio curriculum. Certo che non capisco. La mia e' una scuola privata in un bel quartiere e ci sono tutti questi problemi economici. Mr. Johnson invece, mi ha raccontato che nelle scuole pubbliche le strutture sono molto migliori. Dice che nella sua scuola in un quartiere cosi’ cosi’, avevano un’aula di arte pazzesca. Tutte le classi facevano lezione tutti i giorni, non solo una volta alla settimana come le mie, e avevano un sacco di strumenti, perfino la pressa per fare le serigrafie, che mi sembra incredibile per dei ragazzini. Boh. Allora qual e’ il vantaggio di spendere cosi’ tanto per una scuola privata? E’ solo un discorso di orientamento religioso? Ci sono un sacco di cose che ancora non capisco di questo paese.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

in bocca al lupo comunque per questa bellissima sfida/opportunita' e sono sicura che come sempre darai il massimo per i tuoi "studenti"!vale-houston

nonsisamai ha detto...

grazie, speriamo! :)

stone ha detto...

italian style?? wonderful! comunque in bocca al lupo anche da parte mia...

nonsisamai ha detto...

grazie stone, crepi...