giovedì 27 marzo 2008

ci avevi creduto davvero che avremmo parlato esperanto?*

Che poi e' ovvio che la nostra personalita' cambi un minimo a seconda della lingua che parliamo perche' non possiamo esprimere esattamente le stesse cose in ogni lingua. A parte la sensazione diversa che provoca la musicalita' di ogni lingua, ci sono alcune espressioni che sono proprio intraducibili, cioe' le traduciamo ma perdendo sempre qualcosina per strada. Pensavo ad esempio, al concetto del nostro 'ti voglio bene', per quanto mi sforzi non vedo un equivalente ne' in spagnolo ne' in inglese. Anche la parola 'scaramanzia', ad esempio, in inglese praticamente non esiste. Oppure il termine inglese 'enjoy' e lo spagnolo 'disfrutar' che non sono traducibili perfettamente, in italiano c'e' una sfumatura diversa. E' per questo che a volte si finisce per mischiare le lingue, per colmare quei vuoti. In questi giorni, sto leggendo Il mestiere di vivere, il diario di Cesare Pavese e ho visto che lo fa spesso perfino lui. Ricordo che al liceo il professore di greco impiego' un'ora intera a spiegarci il concetto omerico di hubris, che nella nostra cultura non esiste piu'. Vi vengono in mente altri esempi di parole intraducibili?



*De Gregori Rumore di Niente

37 commenti:

fragile093 ha detto...

Cosi', al volo, mi viene in mente l'italianissimo "fare bella/brutta figura"... =)

Crazy time ha detto...

valeria chiama cervello.
valeria chiama cervello.
non mi viene in mente nemmeno un esempio, mando l'intervallo.

O forse, aspetta aspetta, l'espressione "sistemare un figlio" (garantirgli un lavoro sicuro), nell'inglese degli USA non mi pare esista. (Non mi pare esista il concetto, ovviamente).

nonsisamai ha detto...

"sistemare un figlio" e "brutta figura" sono proprio indicativi di una differenza culturale...

Anonimo ha detto...

soprattutto la prima espressione,retaggio del nepotismo e clientelarismo che ammorba la nostra Republic of Bananas.

a.

Silvia - Magnolia Wedding Planner ha detto...

hai perfettamente ragione..da quando tornai da Londra dopo una permanenza abbastanza lunghetta il mio cervello pensava in inglese ed ero costretta a tradurre velocemente in italiano e questo comportava non pochi strafalcioni! Tutt'ora ci sono parole che non riesco proprio a tradurre in italiano..per la "gioia" di mia madre che è sempre più convinta che sono uno scherzo di natura...
buona giornata!
Silvia

NotreAnne ha detto...

a parte hubris, che è un esempio bellissimo. A noi capita spesso anche fuori dal lavoro di usare parole inglese perchè ci sembra abbiano un significato più calzante, almeno nella mia testa ce l'hanno. Per esempio, a me capita spesso nel mezzo di una frase italiana di usare coscientemente l'espressione "fare committment", perchè "impegnarsi" non mi sembra forte uguale. E' un'errore mio, perchè etimologicamente è forte uguale, ma nell'uso non mi comunica lo stesso. Lapidatemi pure, sono conscia che il mio prof d'italiano schiumerebbe a sentire una roba simile.

MarKino ha detto...

io ho superato i limiti dell'intraducibile...
la lingua internazionale della scienza e` l'inglese ed esistono un sacco di termini tecnici inglesi, che per abitudine, durante le conversazioni in italiano vengono menatenuti, ma non vengono semplicemente sostituiti a degli equivalenti italiani, vengono addirittura italianizzati...
ad esempio:
"due buchi neri che mergono" - da "to merge";
"una particella che bursta" - da "to burst";
et cetera...

Sick Girl ha detto...

parole intraducibili non ne conosco, probabilmente perchè non conosco abbastanza bene l'inglese. Ho esempi simili a markino, anche nel gergo informatico la lingua è l'inglese e quindi ci sono un sacco di parole che non vengono tradotte in italiano.
Così si dice
mergiare le due versioni del software
(da to merge)
o anche
updatare la riga sul database.
Che sono orrori, lo ammetto.

fragile093 ha detto...

Un'altra: "to cope" e "to deal with". O anche "good riddance". Non ho ancora trovato una traduzione adeguata.

Probabile che piu' tardi me ne vengano in mente altre, so che ne saltano spesso fuori parecchie parlando con i miei.

Anonimo ha detto...

non conoscendo altre lingue, non posso contribuire alla discussione... Però mi hai fatto venire voglia di riprendere in mano Pavese. ne ho un ricordo dolcissimo, ma è solo un ricordo.

Anonimo ha detto...

il tedesco "doof" per definire qualcosa di "awkward" che peró non saprei come dirlo in italiano usando una sola parola. cmq anche nella ricerca biomedica esistono una marea di parole che si faticano a tradurre in italiano, e quindi vengono fuori delle robe tipo "coattare" e "scraperare" (da to coat e to scrape) O_o

Capovoltami ha detto...

Mi sembra che dallo zingarelli stiano togliendo la parola "dignità" dalla lingua italiana...

Sick Girl ha detto...

già che ci siamo qualcuno mi sa dire l'equivalente inglese di "prendere per il c..o", l'altra sera abbiamo provato a spiegarlo ad una ragazza inglese e non è stato semplice

fragile093 ha detto...

@ginevra: la versione pulita penso sia "to make a fool of someone", o giu' di li'. La piu' letterale sicuramente "to f*ck someone around". In UK mi pare dicano anche "to take the pi$$ out of someone", se mi ricordo bene...

nonsisamai ha detto...

c'e' da dire che quelli che si confondono quando parlano italiano fanno antipatia. anche se mi succede spesso, fanno perfino antipatia a me :)

altra cosa odiosa sono i vari becappare, mergere, ecc. ecc.
avete mai provato a parlare con qualcuno che si occupa ad esempio di risorse umane in italia. due termini in inglese e tre in italiano. brutto brutto.

una cosa per quanto riguarda i termini tecnici. me ne accorsi quando mr. johnson, che non parlava ancora la nostra lingua, mi chiese di tradurgli il cv in italiano. lui si occupa di video e pubblicita' e di fatto il cv rimase in inglese, e' una cosa stranissima. io che non ne sapevo nulla lo tradussi e poi lo dovetti ritradurre in inglese.

altre parole che mi sono venute in mente sono: 'awkward' come diceva cowdog, 'overwhelmed' e tutta l'idea del 'to get inspired', che per me in italiano e' un po' diversa.

nonsisamai ha detto...

alicesu: consiglio: vacci piano con quel libro, provoca forti tristezze

l&f: il bicchiere e' mezzo vuoto, he? benvenuto :)

tizi ha detto...

gli anni sono unita` del ricordo , i giorni e le ore dell`esperienza...recitava piu` o meno cosi`...bel libro quello di Pavese
un saluto

Marina ha detto...

Proprio 'sta sera ho postato sul mio blog dei pensieri per un certo verso simili ai tuoi. La mia parola difficile da rendere in italiano è "cranberry", sarebbe l'ossicocco o il mirtillo palustre. E' una parola così usata qui dalle mie parti (non so in Texas se si consuma altrettanto cranberry), ma che in Italia non avevo mai sentito. Penso che continuerò a usare cranberry, senza tradurre.

nonsisamai ha detto...

tizi: lo sto prendendo a piccole dosi quel libro perche' mi porta su sentieri pericolosi. poi non so, l'idea che sia stato pubblicato postumo mi da l'impressione di spiare quei pensieri. bho.

a presto cara...

marina: verro' a leggere dei cranberries allora, un po' troppo amari per me :)

Aelys ha detto...

Io ho una parola intraducibile perfino in italiano: è la napoletana "cazzimma", che vuol dire più o meno "cattiveria fine a se stessa, fatta per il puro gusto di danneggiare qualcuno senza ricavarne nulla in cambio". Del tipo: ho tre gelati, ne mangio solo uno ma piuttosto di non dare gli altri a te li butto via. Ha senso per tutti i non campani?

nonsisamai ha detto...

aelys: tremenda questa cosa, un po' ingordigia un po' cattiveria mi pare di capire...

Anonimo ha detto...

Io, genovese, ho cercato di spiegare a una ragazza brasiliana l'uso delle parole belin, belina, belinata, abelinato, imbelinarsi, ma non so se abbia mai capito bene...

nonsisamai ha detto...

mi e' venuta in mente un'altra espressione che non riuscirei a tradurre perfettamente "what's wrong with yuo?" e poi anche "owsome" e "awful" specialmente come li usano gli americani

janet: io sono italiana ma non credo di averlo mai capito fino in fondo :)

Fabio ha detto...

Ho notato che gli americani non fanno differenza fra invidia e gelosia: usano sempre jealous.
Del tipo: dico a qualcuno che parto per un viaggio, lei mi dira 'I'm jealous', ma poi dirà la stessa cosa anche parlando di gelosia d'amore.

Crazy time ha detto...

@ fabio: anche io ho notato la stessa cosa. Pero' il termine envious ce l'hanno. Quando si usa allora? (troppo pigra per andare a vedere, scusassero).

nonsisamai ha detto...

fabio: questa cosa ha anche un'altra sfaccettatura. complicatissima. vediamo.
il senso e' che per esempio se tu sei con qualcuno e un'altra persona e' gelosa di te, in realta' loro dicono I'm jealous come noi, ma intendono che sono gelosi non di te, ma di chi sta con te. o almeno questo e' quello che mi e' stato spiegato.

MiKo ha detto...

aelys: avevo pensato anche io a "cazzimma", che è come dici tu, ma anche di più. A volte può essere usata in senso positivo. A volte è terribilmente dispregiativo. Una parola fantastica. E molte, moltissime, parolacce sono assolutamente intraducibili ed hanno mille sfumature.
Mi ricordo che questo, ad esempio, il doppiaggio di "Full Metal Jacket" molto più vario di quanto non fosse nell'originale, dato che in inglese gli insulti son piuttosto monotoni. Un esempio su tutti: un banale
"Ho Chi Minh is a son of a bitch" urlato dalla truppa che si addestra è diventato un notevolissimo
"Ho Chi Minh le pippe si fa
tre o quattro volte al dì,
tutto il mondo lo sa"...

nonsisamai ha detto...

miko: si ma il banalissimo insulto nella versione originale e' credibile, la gente lo dice, nella versione italiana e' inverosimilissimo, no?

Anonimo ha detto...

diciamo pure che imparare l'inglese non è facile, oggi ho visto il manifesto di un corso, 40 ore a 300 euro, e poi?
mica crederete che facendo un corso d'inglese capirete i dialoghi di un film in inglese, provateci.
per l'esperanto invece, se fate un corso di 40 ore vi scritturano come doppiatori, è nato proprio per tutelare le altre lingue e azzerare la differenza tra madrelingua e non madrelingua.

nonsisamai ha detto...

anonimo: quel corso e' un vero affare, io lo farei di corsa.
perche' da qualche parte bisognera' pur cominciare, no? :)

Anonimo ha detto...

tradurre il francese enjeu è un enjeu non trascurabile ;)

Anonimo ha detto...

@nonsisamai
io l'inglese lo so, cioè, me lo sono imparato da solo, impensabile una conversazione telefonica con un madrelingua o capire un film in inglese più del 70%. ma a me va bene così, tra quello e le altre lingue riesco a giostrarmela dignitosamente.
spero tu abbia capito che non era quello il discorso, prova a chiedere ad un inglese di spendere 300 euro per 40 ore d'italiano o di albanese o di qualsiasi altra cosa ...
ma noi italiani siamo esterofili, o meglio, "colonialofili" ma non in senso attivo.

nonsisamai ha detto...

rectoscopy: questa me la devi spiegare, il mio francese e' un tantino arrugginito ;)

anonimo: insegnando anche italiano qui ti dico che e' vero piuttosto il contrario. da queste parti, c'e' qualcuno che spende molto di piu' per imparare l'italiano. e non lo fanno quasi mai perche' e' utile come l'inglese, ma per piacere personale e interesse verso la nostra cultura.

Mystery Box Games ha detto...

mmm io il verbo envy lo ho incontrato nei videogiochi/film/etc, ma forse nella comunicazione verbale di tutti i giorni o informale non si usa.
riguardo alle parole mantenute inglesi ma con la coniugazione italiana, aggiungo "fetchare" (to fetch) e "fizzlare" (to fizzle), chi gioca a magic sa a cosa mi riferisco :)
poi per chi programma c'è "shiftare" la cui traduzione in italiano mi richiederebbe troppe parole :p
riguardo agli insulti intraducibili (perdonate le volgarità che seguiranno, ma sono per motivi didattici:]) guardando l'AngryVideogameNerd mi sono accorto che sebbene "Fuck" venga tradotto con "cazzo!" gli americani lo usano come un vero e proprio sostantivo, seppure sia verbo: "this thing sucks monkey fuck!" (che tradotta in italiano non ha senso)...qualche americano che mi illumini?hhah.

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

E che ne pensate di Krokodili? Un esperantismo originale (cioè una delle espressioni/parole non presente negli idiomi etnici ma sorta per spontanea evoluzione nella comunità esperantista) che descrive qualcosa che spesso accade ma per cui altre lingue nazionali non hanno sviluppato un termine.

Krokodili, letteralmente "coccodrillare" rappresenta l'idea di chi, in un gruppo multilinguistico invece di utilizzare la lingua nota a tutti ne usa una comprensibile solo a pochi del gruppo, privando gli altri di capire cosa si stia dicendo.

Ora chi tra coloro che ha seguito magari un corso di inglese all'estero e nella classe si è trovato con un altro italiano non ha (maleducatamente) coccodrillato qualche volta?

Non so se si arriverà in un momento in cui tutti conosceranno almeno un po' di esperanto, ma questa è una lingua viva ed espressiva e merita di essere studiata. Il fatto che poi sia regolare, semplice e facile da apprendere è tutto grasso che cola ;-)