martedì 12 febbraio 2008

insegnare veramente

E' da un po' di giorni che penso a un episodio che e' successo all'asilo.
Stavamo parlando dell'Europa e i bambini dovevano fare a scelta la bandiera dell'Italia, quella della Francia o quella della Grecia. Un bambino si e' impuntato Io non voglio fare nessuna delle tre! Fin qui tutto normale. E' il modo in cui Ms. Whorton ha risolto la questione che mi fa riflettere. Lei non si e' per nulla alterata e non ha ordinato al bambino di fare quello che aveva detto, gli ha chiesto semplicemente perche'? Chi ci avrebbe mai pensato... e sapete cosa? Il bambino di quattro anni ha risposto. Cioe'. C'era un motivo vero.

- Perche' voglio sapere com'e' quella dell'India


Lei non si e' scomposta nemmeno un po', l'ha portato in biblioteca a cercare un'enciclopedia per vedere com'e' la bandiera dell'India e gli ha fatto costruire la bandiera dell'India. E' stato un momento fenomenale. Ha dimostrato perfettamente come molte volte sotto la superficie di un piccolo ribelle, ci sia un bambino magari piu' maturo e interessato degli altri a imparare. Come da un banale capriccio si possa ricavare un'occasione formativa di grande spessore.

A quel punto ho cominciato a pensare a tutti gli insegnanti che ho avuto io e dalle elementari all'universita' non ce n'e' stato uno di questo tipo. Anche i migliori, e ne ho avuti un paio che mi hanno letteralmente cambiato la vita, non sono mai stati cosi'. Questa cosa mi ha sempre creato una certa ansia nei confronti della scuola e poi anche un senso di inadeguatezza. Non ricordo nessun insegnante che specificamente cercasse di entrare in comunicazione con me, con il mio modo di essere e di imparare. Ricordo che venivano invece sempre premiati e portati ad esempio quelli che seguivano i binarietti sui quali venivamo indirizzati, non quelli che cercavano delle alternative, che chiedevano. E anche se in qualche modo a volte il professore di turno faceva capire di apprezzare chi usciva un po' fuori dagli schemi, lo faceva sempre un po' sottovoce, fra le righe, si, ma non posso darti un bel voto perche' non e' cosi' che le cose andrebbero fatte correttamente. Ripensando alla mia classe del liceo, in effetti, noto che alcuni fra gli ultimi sono clamorosamente emersi dopo, mentre altri considerati all'epoca brillanti si sono persi per strada. Mi sarebbe piaciuto incontrare un insegnante come Ms. Whorton, chissa' dove sarei ora. Si' perche' un buon insegnante e' un insegnante di vita, una guida che puo' davvero fare deviare il tuo cammino, 'illuminarti'. Ma quelli come Ms. Whorton hanno tanti nemici intorno, danno fastidio e si devono un po' nascondere, forse anche per questo sono difficili da scovare.
Ultimamente ho avuto una piccola crisi all'asilo. Mi risultava estremamente difficile non stare male per un bambino cha sta soffrendo davvero troppo in questo periodo. Ms. Whorton mi ha detto Devi limitarti a cambiare quello che puoi cambiare e il resto fartelo scivolare tutto addosso, come pioggia

Eh, gia'.

11 commenti:

nonsisamai ha detto...

solo una cosa: ms. whorton non e' americana e io ho studiato anche all'estero. questo post non e' una critica o un paragone con la scuola italiana, e' un discorso in generale sugli insegnanti ovunque.

Fabrizio Cariani ha detto...

non sai quanto hai ragione: specialmente rispetto ai bambini dell'asilo.

Pero' non sono sicuro che uno debba aspettarsi questo tipo di attitudine da un insegnante al liceo o all'universita' (o almeno non sono sicuro che il paragone con i tuoi insegnanti precedenti regga). Non tutto si puo' insegnare senza aspettarsi che lo studente sia antecedentemente motivato.

Con questo non voglio dire che in questi casi non ci sia modo di sfruttare la creativita' degli studenti, ma, secondo me, e' un po' piu' intangibile.

Anonimo ha detto...

nina

cara "nonsisamai", non credo ci sia bisogno che ora specifichi il tuo punto di vista ogni volta, per non essere "fraintesa"...ho già "espresso" questo nel post precedente...

so che è fastidioso che le cose che si dicono vengano facilmente stiracchiate di qui e di là da chi ha voglia di farlo...
purtroppo è la "difficoltà" di esprimere le proprie impressioni in pubblico...
non so. anche io sarei "in difficoltà" a trattare argomenti "generali"...ma penso che molti qui, soprattutto chi ti legge da tempo, sappia perfettamente "come sei" (perlomeno qui sul blog). e poi basta ragionare un attimo per vedere che qui mi sembra che non ci sia nessuno pronto a sguainare la spada e non accorgersi che non ci sono persone che non ragionano sulle cose (almeno un pò)...
bom. sono un pò "stufa" di sto discorso.

cmq non preoccuparti!

;)

Anonimo ha detto...

Io cerco di fare del mio meglio con i miei allievi... Credo che fra i 14 e i 18 anni si sia ancora in tempo per aiutarli a raddrizzare o fortificare le loro strade... E mi ricordo ancora tutto quello che pensavo con la coscienza di ciò che mi avrebbe potuto aiutare. E' arduo, ma ci sto provando. E sono d'accordo con la grande persona di cui parli: cambia in meglio quello che riesci, il resto ti scivoli addosso... Così non rischi di distrarti da altre cose buone che potresti riuscire a fare e, soprattutto, per far stare bene hai l'obbligo di stare bene... E' una nostra piccola missione, fra tutto il resto della nostra quotidianità.
Un abbraccio!

nonsisamai ha detto...

fabrizio: hai ragione non bisognerebbe aspettarselo. spesso non c'e' nemmeno il tempo materiale per farlo. cose cosi' capitano tutti i giorni, la differenza e' che quel giorno c'e' stata l'occasione di approfondire il discorso.
un mio insegnante avrebbe detto "he no! oggi si fa l'europa, ti siedi e fai la bandiera della grecia"
per me lei e' una buona insegnante non pensare mai in questi termini, ma per l'incoraggiamento che da alle persone, me compresa che quando sono arrivata non sapevo nulla di bambini. e' questo poi alla fine che mi e' mancato. a me sembra che dare incoraggiamento, invece che rimproveri, accresce l'autostima dello studente e lo invoglia a migliorare. i giudizi negativi, la mancanza di lungimiranza, i continui rimproveri scoraggiano lo studente sia a livello umano che didattico, non credi?

nina: ti dico solo una cosa: conosco i miei polli ;)

maestrobuitre: un'eta' difficilissima quella, pero' credo che se cerchi di immedesimarti e rimanere in contatto con il ragazzo che sei stato anche tu, stai facendo un grande lavoro con loro.

Anonimo ha detto...

grande Ms. Whorton! :-)

Anonimo ha detto...

stone: si lei e' una grande, ma un giorno scrivero' un po' meglio di lei. diciamo che ci vuole un po' di pazienza, e' una lady alquanto bizzarra ;)

Anonimo ha detto...

Aspettiamo con curiosità di conoscerla un po' meglio... Saluto!

Baol ha detto...

Infatti ringrazio la mia schozofrenia che mi faceva essere entrambe le cose a scuola ;)

Anonimo ha detto...

capisco non è per nulla facile...

ho lavorato un anno in una scuola materna e poi in una elementare come educatore... è stato difficilissimo e ho avuto a che fare con insegnanti (come spesso capita anche a te) di segno opposto...

nonsisamai ha detto...

baol: tu schizzofrenico??!! :o

claudio: si, lavoro in una scuola molto valida credo, ma queste sono comunque eccezioni...