mercoledì 25 aprile 2007

si e' vero vivo nel far west - nonno gardner

Siccome non si sa mai nella vita, succede magari un giorno che hai un nonno di Cusano Milanino che ti racconta di quando era partigiano e uno dell'Oklahoma che ti racconta storie di indiani e cow-boy. Entrambi raccontano la loro vita, of course.
Ho sentito tanto parlare di far west in questi giorni ed e' stato strano questa volta dato che a quanto pare, ora ci vivo dentro. Come accennavo, il far west da qui non e' piu' tanto far, ma piu' correttamente old. Pensandoci un momento, mi rendo conto che per me in fondo il vero far west sono le storie di nonno Gardner.
La prima volta che l'ho visto, qualche anno fa, indossava un elmetto bianco e sorrideva in una pubblicita' degli anni Sessanta della Brown and Root, con i pozzi petroliferi sullo sfondo.
Tutti in famiglia ne hanno una copia incorniciata da qualche parte in casa.
Dopo anni di onorato servizio nel settore petrolifero, ha potuto dedicarsi completamente al suo ranch, realizzando il suo sogno di vita agreste.
Prima di presentarmelo, mr. Johnson mi avverti' della sua familiarita' con le armi ed io avvertii lui della mia idiosincrasia per le armi. Cosi' quando arrivai in quel luogo remoto nella prateria oklahomana, dove i vicini di casa sono a una mezz'ora di strada, per gentilezza, furono tolti fucili vari di torno. Non fu una partenza brillante, bisogna ammetterlo, ma la piccola italiana fu comunque presa in simpatia dal vecchio cow-boy e devo dire che la cosa e' stata reciproca (specialmente in tempi recenti quando ho finalmente cominciato a comprendere quello che dice).
Nonno Gardner e' un tipo duro, ma anche curioso del mondo e sentimentale. Ha messo in giardino una targa del 1935 in onore del suocero che stava per essere abbattuta insieme alla scuola di cui era stato a lungo direttore. Nonna Rose, sua moglie, ha chiare origini indiane, lo si capisce guardando il suo viso fiero e bello, segnato dall'eta' e dall'esperienza.
Anche le sue storie sono fantastiche, tra l'altro, ma non divaghiamo.
Nonno Gardner e' un cow-boy che ha sposato un'indiana e gia' questo me lo fa apparire, diciamo, 'esotico'. Il giorno del Ringraziamento, quando sono andata a trovarlo, mi ha mostrato molte foto di famiglia e una piu' delle altre ha colpito la mia immaginazione. E' stata fatta nel giorno del matrimonio dei suoi genitori. Le espressioni sono assenti, come spesso capita guardando foto molto antiche (bisognava stare immobili a lungo), ma il problema e' che la mano destra di sua madre e' nera. E nessuno sa perche'. Per di piu', la sposa non fa nulla per nasconderla. Si ipotizza che se la fosse bruciata o che avesse lavorato con qualche tipo di vegetale che macchia. Rimarra' un mistero. E da' i brividi come le storie di paura davanti al fuoco d'estate.
Dove vive nonno Gardner, di notte davvero non c'e' una luce e quando i cervi sono nella stagione dell'amore e corrono senza piu' paura di avvicinarsi all'uomo e alle strade, dopo il tramonto non si puo' uscire in auto come mi hanno detto succede anche in Canada.
Ma nonno Gardner non ha paura perche' e' nato nel far west.
Quando era piccolo lui, cioe', da quanto mi sembra di aver capito, la gente davvero sparava come niente e la polizia era poca come si vede nei film. Bonnie e Clide, i due celebri banditi vissuti ai tempi della Depressione, venivano proprio da queste zone. Anche solo attraversandola in macchina si capisce quanto dovesse essere semplice nascondersi in una regione tanto sconfinata.

Una delle storie preferite di nonno Gardner e' quella di una vecchia indiana che un giorno gli offri' una zuppa calda. Lui era un bambino e il pentolone era molto grande.

- Pesca bene in profondita', tesoro, che troverai i cuccioli (puppies) piu' saporiti.

Cuccioli di cane, si intende. Anche questo e' il far west.


Nella foto: Lady-Puppy l'adorato cane del nonno.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

hai capito il nonno! Però deve essere molto simpatico, eheh...

giuy ha detto...

Che bei racconti :) Sono sempre più affascinata.
Giuy

Anonimo ha detto...

ma io ti voglio venire a trovare prima o poi, accipicchiolina!

Mi spieghi cos'è quel coniglio con le corna a lato.

Ceh bello per', un nonno di cusano milanino e uno del far west. Direi che è le definizio quasi esatta di globalizzazione! ;)

The False Ulysses ha detto...

BLog dopo Blog, tramite contatto indiretto sono giunto fino a te.
E al tuo blog.
E ti leggero'.
Volevo dirtelo.
See ya.

Anonimo ha detto...

come già ti scrissi, i tuoi racconti sono stupendi, mi viene voglia di saperne di più su nonno gardner! (il cognome però mi fa venir in mente lo psicologo/filosofo, deformzione professionale..)

Anonimo ha detto...

netstar:e' bello entrare nel suo mondo...

giuy:grazie

anja:il coniglio con le corna e' un esemplare della fauna locale

falseulysses: grazie! ho gia' ricambiato la visita, mi raccomando sempre a bordo piscina, he? :)

Anonimo ha detto...

sera : grazie cara... lo psicologo/filosofo non lo conosco, ma magari scrivero' ancora di nonno G. E' che qui ho talmente tanta ispirazione...

Ileana ha detto...

Viva nonno Gardner!!
La storia della zuppa, pero', e' giusto un po' raccapricciante....

The False Ulysses ha detto...

A bordo piscina, ma solo per stasera.
Domani si parte, a zonzo per l'australia per i prossimi 8 mesi.La mia "donna"l'hai gia' vista, il mio compagno di viaggio anche.
Se ti trovi a passare di qua, lascia un messaggio, il posto c'e'..mal che vada si fa fuori il nazista.
See ya, che non si sa mai.

Anonimo ha detto...

ricommento qua per assonanza su cusano milanino... Non avevo ancr anotato la foto della stazione Cadorna. Grandissima.... dai treni delle nord al far west ;)

Pellegrina ha detto...

Sto leggendo le storie di famiglia USA e le trovo bellissime. Il nonno non è l’unico a aver sposato una nativa a quei tempi e in quei luoghi.
In questa storia qui: http://www.aereiperduti.net/approfondimenti/storo.php
a cui hanno lavorato per anni due miei amici, appunto gli appassionati di storia locale menzionati nel pezzo, Royce Stephens, l’aviatore dell’Oklahoma abbattuto nel Trentino sud occidentale con il suo apparecchio B25-J da un caccia tedesco guidato da un pilota repubblichino, aveva anche lui sposato un’indiana. Il loro figlio Larry era nato da soli quattordici mesi quando Stephens mori’. La scelta mi aveva molto colpito (ero presente alla serata raccontata dall’articolo) e trovo molto interessante sapere che non era poi un caso isolato. Forse la barriera etnica era molto meno forte in quei luoghi o verso i nativi? Larry avrebbe poi lavorato anche lui nel settore petrolifero e morrà a soli sessant’anni poco dopo la sua venuta in Italia a ritrovare il luogo dove suo padre, rimasto per lui uno sconosciuto, fu ucciso in combattimento (a proposito dell’orrore per le armi), quasi a chiudere un ciclo rimasto in sospeso per una intera vita.
Chissà se il nonno Johnson conosceva qualcuno della sua famiglia. Non ho mai saputo cosa facesse Royce prima della guerra.