sabato 5 marzo 2022

tanto rumore per nulla, ma tanto rumore

 

Questa settimana a scuola.

Un quattordicenne molto più alto e forte di me va in escandescenze. Si crea una certa confusione. Nessuno come al solito si era preso la briga di avvisare la supplente, ma l'individuo non era nuovo a questi exploit. Un compagno allarmatissimo, ma preparato al peggio, si offre di correre a chiamare la psicologa. Certo, vai pure, gli dico. Arriva la psicologa e insieme a lei un poliziotto armato fino ai denti, sorriso smagliante, tipo Superman. La sola vista di un poliziotto armato in una classe mi ha terrorizzato.

L'ho mandato via immediatamente dicendogli che era tutto sotto controllo (la psicologa si era portata via il ragazzo) e che nessuno era stato violento (vero).

Il fatto è che non riesco più a scacciare quell'immagine dalla mente.

Ieri vado in un'altra scuola a sostituire come sempre un insegnante di arte perché sono un'insegnante di arte. All'ultima ora però hanno un buco da tappare e mi mandano a sostituire quella di matematica. Non mi era mai successo, mi viene quasi da ridere. Non ero mai stata in quella scuola, non conoscevo né i ragazzi né l'edificio tanto è vero che mi sono persa prima di trovare la classe giusta. In qualche modo me la cavo. Mancano 10 minuti, i ragazzi hanno fatto le loro equazioni e si stanno rilassando con la mente già nel fine settimana. Parte un annuncio, ma non riesco a sentire bene, il volume è basso e loro stanno parlando. Capisco solo che dobbiamo chiuderci in classe e che nessuno può uscire o entrare. Gli studenti sembrano tranquilli, mi dicono che è già successo. A me invece mai, fingo ma non sono per niente tranquilla io. Passano i minuti.

Qualcuno fra i ragazzi comincia effettivamente ad agitarsi.

Non posso fare tardi a danza.

Mio padre si preoccuperà se non mi vede uscire.

Voglio uscire.

Quanto possiamo sopravvivere con questo pacchetto di patatine?

Ho paura, moriremo tutti.

Provo a telefonare in segreteria, ma nessuno mi risponde perché sono in lockdown anche loro. Il tempo rallenta. Un genitore manda un messaggio al figlio dicendo che fuori dalla scuola c'è un'ambulanza. Appena fuori dalla porta vedo un poliziotto che entra in una classe. Fuori un ingorgo di macchine, c'è anche il camion dei pompieri e una macchina della polizia. Non mi viene in mente di chiedere cosa sia successo, voglio solo andare a casa.

A giudicare da Google suppongo non sia successo nulla di tragico. L'angoscia non passa del tutto però.

In dodici anni di insegnamento è la prima volta che mi capitano episodi simili e ora nel giro di pochi giorni due.

Di sicuro è stato un caso. Ho insegnato a lungo, ma sempre alle elementari, alle secondarie l'atmosfera è leggermente diversa. Ad ogni modo, non so se mi basteranno due giorni per riprendermi da una settimana come questa.

Tanto rumore per nulla, ma... tanto rumore.

Sigh.

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