venerdì 31 maggio 2019

verba volant, scripta manent...anche nel 2019?

Due anni fa l'FBI ha aperto un'indagine per capire se i russi avessero realmente interferito nelle elezioni presidenziali e se Donald Trump li avesse facilitati. A capo di queste indagini ci hanno messo Robert Mueller, l'unico repubblicano di cui stranamente i democratici hanno sempre parlato con devozione. Si sono affidati a lui come a un Messia che avrebbe salvato il mondo o più realisticamente come a un'ultima spiaggia.
In una famosa vignetta del New Yorker, l'anno scorso si vedeva Babbo Natale in ansia all'idea di competere con un regalo come il mitico Rapporto Mueller. Il Rapporto Mueller poi non l'abbiamo trovato sotto l'albero, ci è toccato attendere fino alla primavera. Dopo due anni di indagini segretissime, le aspettative dei democratici erano alle stelle: ci sono prove di collusione con i russi e intralcio alla giustizia (tweets, reportage della stampa e dichiarazioni varie) che sono sotto gli occhi di tutti, chissà cosa avrebbe scoperchiato un'indagine seria. Il fatto è che invece di essere reso pubblico, questo fondamentale Rapporto Mueller all'inizio e per diverse settimane, è rimasto segreto. E' stata diffusa solo una dichiarazione di William Barr, il procuratore generale nominato da Trump, sul senso generale del risultato delle indagini: secondo lui il Rapporto Mueller scagiona Trump da tutte le accuse. In realtà le cose non stanno proprio così. O Barr non lo ha letto o è in cattiva fede perchè quando un mese dopo il Rapporto Mueller è finalmente stato diffuso in una forma più ampia, è stato chiaro che la posizione di Trump è grave.
Un paio di giorni fa per la prima volta dall'inizio di questa storia, Robert Mueller ha rilasciato una dichiarazione alla stampa. Voleva dire che va in pensione e ribadire un'ultima volta i risultati delle sue indagini:
1. Non c'è dubbio che i russi abbiano interferito con le elezioni del 2016.
2. Se avesse potuto scagionare Trump, lo avrebbe fatto, ma non lo ha fatto perchè non poteva (quindi è colpevole? Non lo dice, lo lascia intendere).
3. Il presidente non può essere incriminato come qualsiasi altro cittadino: la costituzione americana prevede altri mezzi di indagine nei confronti del presidente (l'impeachment? Non lo dice, lascia intendere anche questo).
Tutto questo fa scricchiolare una di quelle pochissime certezze granitiche che non ho mai e poi mai messo in dubbio: verba volant, scripta manent, la cosa più semplice del mondo. Si dicono tante cose, ma quello che è scritto, è quello che resta e che ha un peso.
Infatti, Mueller ha chiesto di non essere chiamato a testimoniare in parlamento perchè non farebbe altro che ripetere quello che ha scritto nelle 400 e passa pagine del suo rapporto.
Il problema è che nel 2019 è evidente in questo caso come in tanti altri che la parola scritta, documentata e argomentata fino allo stremo, non vale assolutamente nulla finchè non c'è una figura di riferimento che ripete a voce la stessa cosa (Mueller) o il contrario (Barr, Trump, Sarah Huckabee Sanders e tutti gli altri).
Il dramma è che i due messaggi opposti ricevono la stessa attenzione. Pochissimi vanno a leggere e controllare. La maggior parte si sceglie la verità preferita su una base emotiva. E chi mente non subisce nessuna conseguenza. Quindi se hai scritto qualcosa di fondamentale come Mueller l'unico modo che hai per diffonderlo non è la pubblicazione, ma andare davanti al parlamento o ai giornalisti e ripetere le stesse cose che hai scritto.
Ditemi voi se non è involuzione questa.

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