venerdì 18 gennaio 2019

un libro con dedica

L'altro giorno ho comprato un libro usato. Ottimo affare, lo cercavo da tempo ed era intonso. Arrivata a casa l'ho aperto e ho visto che nella prima pagina c'era una lunga dedica scritta a penna. Parlava di un viaggio che questi due amici avevano fatto insieme in Europa. 
Spero che questo libro tenga vivi tutti i nostri bei ricordi. Sei una delle persone MIGLIORI che abbia conosciuto negli ultimi anni. Grazie per essere mio amico. Ti auguro tutto il meglio. Buon 2010!
2010. Mi ha preso una grande malinconia, tutto sommato avrei potuto averla scritta io quella dedica, anzi chissà quanti miei libri con dedica ci sono in giro. Questo poveraccio ha regalato un libro al suo amico, un libro italiano che non è facile trovare da queste parti, ci ha pensato su bene, ha scritto una bellissima dedica e l'amico non solo evidentemente non ha mai aperto il libro, ma se lo è anche rivenduto per un dollaro o forse meno, considerato quanto l'ho pagato io. E non è un libro ingombrante, è un libricino che sta nel palmo di una mano. Perchè sbarazzarsene così? Poteva regalarlo a qualcuno.
Tutto questo mi ha fatto riflettere sull'amicizia nel mondo dei cosiddetti adulti.
I miei migliori amici in Italia, quelli conosciuti ai tempi della scuola o dell'università, sono più o meno tutti ancora lì. Quelli che fanno fatica a farsi sentire durante l'anno, li rivedo poi di persona ogni volta che torno e grazie al cielo sembra sempre di essersi lasciati la sera prima, rughe a parte.
Per quanto riguarda quelli conosciuti qui, invece il discorso è un po' diverso. Se provo a domandarmi a chi avrei scritto una dedica del genere nel 2010, mi viene in mente qualcuno che non fa più parte della mia vita o non in quel modo almeno. Non so se sia un problema legato al fatto di vivere all'estero o alla vita adulta in generale. Certo qui l'avvicendamento è più spedito vista la tendenza generale al trasferimento, ma potrebbe esserci dell'altro, l'individualismo, una certa scala di priorità in cui l'amicizia non è ai primi posti. So solo che ho sempre tanta paura che le cose cambino e soprattutto che le relazioni cambino, ma poi pensandoci bene tutto cambia in continuazione e non è quasi mai un dramma, le cose vanno come devono andare, si evolvono, prendono la forma che gli diamo.
Le persone che avevo vicino anche solo cinque anni fa, non sono quelle che ho vicino ora. Me lo avessero detto all'epoca, avrei sofferto tantissimo o forse non ci avrei creduto, ma nella realtà tutto è andato come doveva andare e non ho grossissime recriminazioni o rimpianti.
Mi piacerebbe solo che coscienti una volta per tutte del fatto che tutto cambia, la smettessimo di fingerci migliori di quello che siamo, di darci per scontati, di perdere tempo, di rimandare un pranzo o una cena o un viaggio all'infinito perchè tanto siamo sempre qui.
Perchè non far pace con il fatto che l'unica cosa che conosciamo e che abbiamo è il presente? Limitiamoci a collezionare momenti preziosi, trattiamoci bene adesso, oggi, in modo da poterci pensare con affetto domani, ovunque la vita ci porterà.
Il pensiero di una persona che ho frequentato per un periodo fra un trasferimento e l'altro e che non mi ha lasciato conversazioni o esperienze memorabili può essere vagamente deprimente. Il pensiero di una persona che mi è stata davvero cara anche solo per un breve tratto di strada, vicina o lontana che sia adesso, mi fa bene all'anima.
E così tutto ha un senso e prima o poi magari ci si ritrova anche.  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E qual è questo libro, se posso chiedere?

Nonsisamai ha detto...

E il Supplemento al Dizionario Italiano di Munari. Non si tratta così Munari.