giovedì 30 aprile 2020

una cosa che mi dà conforto in questo periodo

Sapete una cosa che a me dà un sacco di conforto in questo periodo?
Parlare con i miei cari in qualunque parte del mondo e scoprire che anche loro adesso bevono di più e fanno molti più "aperitivi". Anche loro si sono messi a cucinare molto più di prima. Anche loro non dormono bene, ma fanno sogni che sembrano veri. Anche loro cambiano umore dieci volte al giorno. Anche loro non riescono a concentrarsi e a leggere, ma guardano una serie dietro l'altra. Anche loro non distinguono un giorno dall'altro e hanno perso la cognizione del tempo. Anche loro a un certo punto, per una questione di salute mentale, hanno dovuto mettersi a dieta di notizie, ma continuano a farsi mille domande.
E la lista potrebbe continuare ancora a lungo, con i dovuti distinguo.
E' consolante sapere, e ribadire, e confermare che semplicemente... siamo umani.

martedì 28 aprile 2020

tutto il diritto

Dato che accennavo alla sensazione mai provata prima di non riuscire a immaginare il futuro, tutti (quelli che tengono a me) hanno cominciato a dirmi cose edificanti tipo 'e allora vivi la vita giorno per giorno, invece di preoccuparti per il futuro, assapora il momento'.
Carpe diem, bello, ci sta sempre.
Ieri però mentre parlavamo del volo cancellato, il mio papà mi ha detto una cosa.
"Peccato, dovevo insegnare a Woody a andare in bicicletta quest'estate.
Voglio chiarire questo: il mio papà, alla sua età, in Lombardia, sta bene. Nella scala delle priorità, è la cosa più importante, forse è l'unica che conta sul serio. Però quel momento lí, quel rito di passaggio su cui fantastichiamo da tanto tempo dell'insegnare al nipotino che vive dall'altra parte del mondo ad andare in bicicletta, non lo assaporerà mai più.
Insieme al senso di riconoscenza immenso che ci prende ogni volta che ci fermiamo a pensare al fatto che in questo delirio siamo vivi e vegeti, abbiamo anche tutto il diritto di essere profondamente tristi e dispiaciuti per quello che stiamo perdendo e per il senso di solitudine che comincia a poco a poco a schiacciare alcuni di noi.

sabato 25 aprile 2020

Ma...i virus prendono i virus?

- Ma...i virus prendono i virus?
... Perchè se i virus prendessero i virus per sconfiggere il coronavirus non ci resterebbe altro da fare che creare un piccolo coronavirus per il coronavirus....


#evvivajoe

venerdì 24 aprile 2020

pensieri diversi

Oramai ho perso il conto dei giorni e delle settimane di isolamento sociale
e non mi piace. Però ho notato una cosa: avendo sempre le stesse cose davanti agli occhi, comincio a guardarle in modo diverso. I pensieri sono diversi e forse questa è l'unica cosa che mi dà davvero speranza in tutto questo casino enorme.


giovedì 23 aprile 2020

joe e il distance learning

Tutte le mamme (solo le mamme, chissà perché...) che conosco sono in crisi a causa del dad o distance learning come volete chiamarlo. Io invece ho Joe che è completamente autonomo. L'unica cosa è che è distratto. La settimana scorsa non ha fatto un compito perché non lo ha visto. Le lezioni su Zoom, poi, le ha saltate più di una volta perché non ha nessuna cognizione del tempo. Gli abbiamo dovuto insegnare a puntare la sveglia.
Ieri, erano le tre e lui sempre incollato al computer.
- Ma non puoi fare una pausa Joe?
Era convinto di essere in ritardo.
Controllo. Doveva leggere 5 libri online e rispondere alle varie domande per oggi. La maestra ha assegnato 5 libri, uno al giorno. Mi sembrava impossibile che non li avesse letti. Legge sempre, non fa altro che leggere.
È venuto fuori che ne aveva letti 19.

mercoledì 22 aprile 2020

di soffioni e videolezioni

Un'ora a cercare di girare una videolezione. Convinta di aver costruito male una frase, faccio vedere il video al resto della famiglia per un giudizio.
Non vedo espressioni particolari.
Allora -Brava!- mi congratulo con me stessa- dopo mille anni in Texas, sai parlare.
Ma il video non era finito.
Dopo un minuto spalancano tutti e due gli occhi:
- BLOW FLOWER?!
Ecco, ho sempre chiamato i soffioni 'blow flowers', soffiare, blow...non fa una piega, pensavo.
E invece fa una piega, anzi più di una a quanto pare.
Fate molta molta attenzione al verbo "to blow" negli States.
Adesso la situazione è questa.
Il blow flower è sparito dalla videolezione.
Il dramma vero è che ho usato questa parola dal 2006 a oggi.

lunedì 20 aprile 2020

non ci capiamo ma alla fine ci capiamo

- Woody, mangia il tuo pollo.
- Is this a giant squid?
- ...?
- Is this a giant squid?
- Dai, mangia il tuo pollo. Del calamaro gigante, mi racconti dopo.
Interviene Joe e svela l'arcano.
Woody ha confuso "pollo" con "polpo".
Chissà quante volte al giorno non ci capiamo.
Ma alla fine ci capiamo.

sabato 18 aprile 2020

a proposito di bambini e coronavirus

Ieri le maestre di Joe in combutta con i genitori hanno fatto una sorpresa ai bambini. Si sono organizzate in una piccola carovana di auto con dei cartelli che dicevano cose tipo "Stay strong, we miss you, we love you" e sono passate davanti a casa di tutti.
Joe è rimasto di sasso. In effetti era una scena piuttosto surreale. Una tua maestra che non vedi da più di un mese che strilla "Ti voglio bene!" come una groupie davanti a casa tua e un'altra che le fa eco: "Io di più!". Non sono cose che capitano tutti i giorni. Lui, con il suo carattere schivo, si è molto imbarazzato, ma di sicuro gli ha fatto piacere e gli rimarrà impresso.
Non essendo la nostra una scuola di quartiere ci hanno messo molte ore a fare tutto il giro delle case degli studenti, ma nessuno le ha obbligate, è stata una loro iniziativa, una bella iniziativa. Noi oltretutto siamo anche colleghe ed è stato commovente rivederci dopo più di un mese in queste circostanze, rimanendo comunque a metri di distanza, senza poterci parlare.
Ecco, io non so come sia la vostra esperienza, ovunque vi troviate, ma io vedo queste cose, qui in Texas, durante il coronavirus. Vedo, nella mia scuola almeno, (ma anche nei vari forum professionali americani di cui faccio parte) degli insegnanti che si fanno in quattro per rimanere presenti nella vita degli alunni e continuare il proprio lavoro. Insegnanti preoccupatissimi, per motivi diversi, per tutti gli studenti. Insegnanti che si interrogano a vicenda sulle questioni più stringenti e che collaborano in maniera incessante da un capo all'altro del paese, senza nemmeno conoscersi di persona, per cercare soluzioni di ogni tipo. Ad ogni occasione l'amministrazione della mia scuola ci manda incoraggiamenti e lodi. Siete degli eroi, ci dice la preside a ogni Zoom meeting. I genitori magari a volte si sfogano con noi perchè comprensibilmente sono in difficoltà dovendo lavorare da casa (i fortunati) e seguire spesso più di uno studente, ma non smettono mai di ringraziarci. Sono orgogliosi di noi e della nostra scuola, ce lo dimostrano in continuazione.
L'altro giorno, mi è arrivato un buono virtuale per una cena da ricevere a casa, per esempio. Il biglietto diceva: "Grazie per essere stata capace di proseguire il lavoro online. So che non è semplice e sono felice che lei ci sia riuscita". Insomma, io lo confesso: non pensavo di esserci riuscita poi così bene. Ma se questo è quello che è arrivato, mi sento un po' più serena di essere almeno sulla strada giusta. Ti rendi conto che sono queste le cose che ti danno l'energia per andare avanti con determinazione adesso e non te le danno le istituzioni queste cose, te le danno le singole persone che credono in te e tu a tua volta hai la possibilità di fare lo stesso in altri contesti. Spread kindness.
Noi qui in Texas abbiamo la possibilità di uscire, abbiamo i famosi grandi spazi e questo è un vantaggio immenso, però i bambini sono soli e soffrono anche qui. E anche qui non esiste un "piano" per loro.
Il governatore ieri sera ha annunciato in una conferenza stampa che le scuole rimarranno chiuse fino alla fine dell'anno. Questo è l'unico "piano", ma malgrado i disagi per adesso, non ho sentito nessuna lamentela da parte di nessuna delle mie conoscenze. E' una crisi sanitaria, bisogna armarsi di tanta pazienza. Tutti sappiamo che 25 persone in una stanza per un po' di tempo non ci potranno stare, allora cerchiamo di organizzarci.
Conosco tanti insegnanti in Italia e continuo a sentire la stessa frase: "Questa poteva essere l'occasione per rinnovare la scuola e invece". Non posso esprimermi per l'Italia ovviamente, ma io penso che qui lo sarà. Ci vuole del tempo, certo, ma mi guardo indietro e vedo che abbiamo già fatto passi da gigante nel giro di poche settimane. Le nostre competenze professionali sono altre, eppure pian piano stiamo imparando, ci stiamo mettendo in discussione tutti quanti, con grande umiltà. Di più non penso si sarebbe potuto fare senza preavviso, durante un'emergenza inaudita come questa.
Bisogna fare i conti con la realtà.
I bambini saranno traumatizzati? Vedendone tanti ogni giorno su Zoom e avendone due dei miei qui, direi di sì, in un certo senso è inevitabile. Però non c'è solo il trauma. Mi pare che noi adulti -in generale, nella realtà che mi circonda- li stiamo guidando, rassicurando. Gli stiamo fornendo un'indicazione che potrà essere valida e addirittura fondamentale per il loro futuro: possono succedere cose terribili e fuori dal nostro controllo, è vero, ma possiamo anche impegnarci tutti insieme, per migliorare ogni situazione.
Non dico che sia semplice, al contrario, ma come sempre, è la nostra risposta alle avversità a fare la differenza, no? Io dico di sì.

martedì 14 aprile 2020

questo filo sottile che abbiamo sotto i piedi

Le otto e mezza si avvicinavano e la Ragazzina non faceva il solito balletto della colazione. Ci sono sempre state poche certezze nella mia vita, ma il balletto della colazione non è mai stato messo in discussione. Tutte le mattine per anni e anni, puntuale alle otto e mezza: il balletto della colazione. Quella mattina invece la ciotola era piena e lei preferiva poltrire.
Dopo qualche minuto, si è alzata ed è uscita fuori a sdraiarsi all'ombra sotto un albero. Beh, comprensibile. Finalmente una bella giornata di primavera. Magari aveva solo mangiato troppo la sera prima. Una volta è riuscita ad aprire una busta di cibo per cani, ci si è tuffata dentro e l'ha finita quasi tutta. Poi ha passato tutto il giorno a pancia all'aria a smaltire. Sarà andata così. Speriamo che non abbia rubato un'altra volta il pane. Mentre la osservavo, ho notato un narciso, solo uno. Ne sono spuntati molti qualche settimana fa, ma ormai non ce ne sono più. I narcisi mi mettono sempre di buon umore. Mi ricordano la mia amica Ms. Guorton che li amava tanto e ogni anno li faceva dipingere  dal vero ai bambini dell'asilo. Questo narciso, in particolare, mi ha colpito perchè era l'unico, di solito sbocciano tutti insieme. Ho pensato che se non fosse stato per lo strano comportamento della Ragazzina, non l'avrei mai notato e ho sorriso. Grazie Ragazzina per questo bel pensiero.
E' stato un attimo a quel punto guardare la Ragazzina distesa nell'erba e riconoscere quella sensazione terribile che ho provato un'unica volta, qualche mese prima che Ms. Guorton ci lasciasse. Le aprii la porta e mi si strinse lo stomaco...sta morendo. Quel tipo di sensazione lì.
Ma si sa le sensazioni possono essere sbagliate. Dopo tutto aveva solo saltato la colazione.
Per la prima volta in un sacco di anni.
Chiamiamo il veterinario. Cosa bisogna fare? C'è una pandemia per la miseria.
Intanto la metto in macchina. Mi concentro più che posso, ma ancora adesso mi rimprovero di aver guidato troppo piano.
Aprile 2020. I veterinari non fanno più entrare nessuno qui in Texas. Telefoni e escono fuori loro a prendere il cane.
Mentre aspettavo che venissero a prenderla l'ho tenuta in braccio come si fa con i bambini. Mai e poi mai la mia Ragazzina si sarebbe fatta tenere in braccio, ma date le circostanze, è stato un momento di grande amore. Io confortavo lei o lei me, chi lo sa. Le lacrime, la maschera, una sensazione di ineluttabilità, rassegnazione, calma.
Tutta la bellezza di un addio. 
Grazie al cielo non ho avuto una vera scelta davanti. Ho chiesto solo di accompagnarla fino all'ultimo momento.
Quando è entrata la veterinaria, è successa una cosa strana.
Qui quando ti succede qualcosa ti dicono sempre try to reframe, you need to reframe. Devi guardare le cose da un altro punto di vista, devi metterle in prospettiva, considerare tutto.
L'ingresso della veterinaria nella stanza, è stato un po' come un reframe istantaneo, una doccia fredda, una di quelle che ti fanno trasalire e allo stesso tempo ti svegliano. Era una donna sulla quarantina visibilmente incinta che invece di starsene a casa al sicuro durante questa catastrofe mondiale, aveva scelto di portare avanti un compito ingrato come quello lì e con il sorriso pure. Avrebbe potuto benissimo dirmi di no, che un'altra persona nella stessa stanza viste le circostanze, non ce la voleva. Invece con grande dolcezza e umanità, mi ha perfino consolato. Mi ha detto poche parole attraverso la maschera, ma sono state proprio quelle poche parole ad aver dato a questa esperienza il senso che le ho dato e non un altro ben più straziante.
- E' una cosa piuttosto comune. Stanno bene fino a un momento prima e poi senza preavviso... succede questo. Lei non avrebbe potuto saperlo in anticipo o impedirlo. A volte va così. Mi dispiace.
Penelope La Ragazzina Pimpante ? 2007 - 7 aprile 2020

In questi giorni attraverso dei momenti di profonda tristezza com'è giusto e naturale che sia, ma sto bene, a volte sono anche felice, insomma, sto più o meno come prima in questa mia quinta settimana di isolamento sociale.
Non penso che siano queste le tragedie della vita. Abbiamo preso con noi un cane abbandonato, che stava morendo di fame e l'abbiamo rimpinzato di affetto ricevendo in cambio amore incondizionato e almeno un momento di allegria ogni giorno, inclusi quelli più difficili. La Ragazzina ha avuto una vita lunga e felice credo. La tragedia vera, in questo momento, è realizzare che abbia avuto una morte più dignitosa di un qualche nonno di Bergamo o New York. Reframe dicevamo. Non perchè la tristezza di dover dire addio al proprio cane non sia valida, ma perchè gli eventi significativi della nostra vita non accadono mai nel vuoto, sono sempre correlati ad altri eventi e mettersi al centro di tutto non aiuta, almeno non me.
Certo, quando la segretaria ha esordito la sua telefonata chiedendo "E' lei la mamma di Penelope?" ho traballato.
E' che quando muore il tuo cane adorato, ti rendi conto di non essere minimamente attrezzato per affrontare la sofferenza vera, capisci di non essere per niente pronto a separarti da chi ami. E allora succede che ti svegli nel mezzo della notte, con il cuore che batte forte per la paura di perdere qualcun altro. Una paura non del tutto immotivata e ancor di più vista la situazione attuale. Per un po' ci stai, lasci che sia la paura a dettare le regole, poi però ti ci metti di traverso. Dopo tutto c'è sempre un'alternativa. Preferisci vivere dentro alla paura o osservarla, darle un qualche senso?
Ho capito che per me questo tipo di paura è una forma di amore. Ho paura perchè amo. E a cosa mi serve questa paura? Perchè tutti i nostri sentimenti hanno una funzione, no? 
Credo che la paura che sento in questo periodo venga a dirmi di impegnarmi di più per proteggere le persone che amo e fra le persone che amo devo mettere necessariamente anche la sottoscritta perché non esiste bambino al mondo che possa essere sereno con una mamma triste e spaventata.
Bisogna piangere qualche volta, ma bisogna anche ridere, ora più che mai.
Ridere di tutto, ridere anche ricordando la nostra Ragazzina Pimpante che di cose buffe ne faceva cento al giorno. 
"Ho sognato che Penny tornava" mi dice Woody. Per lui è difficile capirlo, ma gli spiego che no, non torna più la nostra Ragazzina. Ma ti ricordi che ridere quando si svegliava all'improvviso e aveva tutta la faccia corrucciata? E quella volta che ha scavato finchè non ha trovato le patate che avevamo dimenticato di aver piantato? O quell'altra volta che c'era la neve e è impazzita dalla felicità e non si fermava più?
Ricordiamola così e non perderemo l'equilibrio su questo filo sottile che abbiamo sotto i piedi.
La Ragazzina mi mancherà per sempre.
Per anni e anni è stata la mia ombra, il mio angelo custode.
A volte mi sembra che sia sempre lì, che continui a tenermi ancora d'occhio da una certa distanza, come faceva lei, mai troppo vicino, ma pronta a scattare per seguirmi anche in capo al mondo.

mercoledì 1 aprile 2020

un po' di indulgenza in più

Ho appena finito un'ora di Zoom meeting con il dipartimento di arte. C'è stata una maestra che ha pianto tutto il tempo, una cosa mai vista.
Ci confermavano che la chiusura della scuola verrà prolungata e piangeva. Ci rassicuravano che i nostri lavori non sono a rischio e piangeva. Ci ringraziavano e facevano lunghi e sentiti complimenti per il lavoro svolto e piangeva. Si nominavano gli studenti e piangeva. Lo spettacolo di fine anno sarà -ovviamente- annullato e piangeva.
Qualunque cosa si dicesse, lei piangeva.
Io? Professionalissima, offrivo soluzioni a destra e a manca.
E' che mi ero già sfogata con le fragole scadute (che poi alla fine non erano nemmeno scadute...).
Penso che non sia possibile non avere cedimenti emotivi in questo periodo.
L'isolamento non fa bene alla salute mentale, niente di tutto quello che stiamo vivendo fa bene alla salute mentale.
Cerchiamo di essere indulgenti con noi stessi e con gli altri.

farsi consumare dalla paura

Ero così consumata dalla paura di non avere cibo fresco in futuro che ho lasciato andare a male le fragole nel frigo.