giovedì 14 giugno 2007

maybe tomorrow

Sono partita per l'Italia con un grande punto di domanda.
La domanda era di quelle che se non stai attento ti fregano: qual e' la mia casa ora?

Forse sotto sotto una risposta gia' ce l'avevo, ma avevo bisogno di un ultimo confronto, di essere sicura. In Italia sono stata benissimo. Ogni cosa aveva un gusto diverso dopo tanto tempo. Mi sono goduta perfino un giretto al supermercato alla stregua del miglior tour enogastronomico mai fatto. E poi gli amici, il telefono che non faceva altro che suonare, le serate insieme, la comprensione silenziosa, le risate, gli sguardi complici. Pero' li' non corro.
Mi spiego meglio. Prima di trasferirmi in Texas odiavo correre, poi quando sono arrivata qui ho scoperto che invece mi piace e molto. Mi sono anche portata le scarpe da ginnastica in Italia, ma nulla, non ho mai corso. A un certo punto avevo cosi' tanta voglia di correre che l'ho perfino sognato, una corsa liberatoria, felice, ma poi non ci sono mai andata a correre nella realta'.

E' un'idea difficile da spiegare questa, ci provo come posso.

Un giorno vado in posta, la cassiera mi tratta male senza motivo. La volta dopo torno in posta con una sensazione negativa, con un pregiudizio negativo, saro' un po' meno ben disposta nei suoi confronti.

Un giorno prendo l'autobus, uno di quelli lunghi lunghi. Un vecchietto rimane alla fermata con la mano chiusa fra le due porte. Panico. Per fortuna l'autista si ferma in tempo. Voglio sapere se il signore si e' fatto male, ma non posso perche' invece alcuni lo accusano ad alta voce di aver cercato di fermare l'autobus mettendo la mano fra le porte di proposito. Non ci posso credere. E se anche fosse? Significa che il servizio e' talmente veloce che un poveraccio rischia di rimetterci una mano per arrivare dove deve andare in tempo. La volta dopo, magari riprendo quell'autobus, ma ho una sensazione poco piacevole. Solo una sensazione.

Un giorno abbiamo un appuntamento e ti aspetto per un'ora. La volta dopo arrivero' mezz'ora dopo anch'io.

Un giorno qualcuno mi dice una bugia e io gli credo, credo a tutti io, soprattutto alle persone che amo. Poi pero' capisco, perdono, si', ma la volta dopo staro' piu' attenta, credero' un po' meno. Dopo un po' di volte qualcosa si comincia a guastare.

Insomma, quello che voglio dire e' che piu' passa il tempo piu' le relazioni si approfondiscono, piu' si complicano, piu' i problemi di tutti i giorni si fanno insopportabili, piu' le sovrastrutture e i preconcetti che volenti o nolenti ci siamo fatti sulle cose e le persone si appropriano della nostra spontaneita', del nostro positivo approccio alla vita e agli altri.

Il risultato e' che poi non si corre piu'. Ci si lamenta. La seconda volta che magari ci imbattiamo in un vecchietto che rimane con la mano chiusa fra le porte dell'autobus, magari ci preoccupiamo meno per la sua salute, magari ci sta solo facendo perdere tempo, magari non lo accusiamo, ma sappiamo che gioco fa. Ma noi non siamo veramente cosi', siamo solo tanto stanchi.
Qui corro anche perche' non c'e' stato il tempo materiale perche' meccanismi simili si creassero e soprattutto perche' le relazioni per ora ovviamente sono molto meno profonde pero' e' cosi', mi sento libera, mi sento piu' leggera, piu' positiva. Chissa' se le cose possono andare diversamente d'ora in poi, ora che questa consapevolezza ce l'ho?

Mi viene in mente una vecchia canzone:

I wanna breeze and an open mind
I wanna swim in the ocean
Wanna take my time for me
All me

So maybe tomorrow
I'll find my way home
So maybe tomorrow
I'll find my way home

19 commenti:

Ileana ha detto...

Ho capito il concetto, ma credo sia legato al tempo! Forse, col tempo avrai la stessa sensazione da "assenza di corsa" anche in Texas. Forse. O forse mi sbaglio!
bella la foto!! complimenti!

Anonimo ha detto...

viene spesso in mente anche a me quella canzone, quando penso al futuro, e casa dolce casa è bello costruirla ogni giorno daccapo, che tanto le cose e le persone che contano non scappano.
e neanche i problemi, ma evviva l'ottimismo.

nonsisamai ha detto...

ile: su questo non c'e' dubbio, intanto provo sempre a migliorare.
non so se ti riferisci alla foto della centrale ma grazie!

sera: evviva l'ottimismo perche' non sempre c'e'...

Ileana ha detto...

a fine post c'er la foto di una ragazza che sembravi tu, ma ora è sparita! Oddio! Ho le allucinazioni!

Anonimo ha detto...

Eh la casa, la casa..
credo nelle energie che trasmettono i luoghi, o forse i luoghi li contruiamo noi nella mente..va bè, sono confusa stamattina :)

Limine ha detto...

anche se non devo volare tra due continenti anch'io in preda a traslochi sempre più frequenti mi chiedo quaìè la mia casa.

Anonimo ha detto...

NinaVonBondies

questo pezzo è bellissimo. rende molto bene l' idea.

e comunque la maleducazione (sociale e personale) che c'è in Italia non l' ho sentita a pelle da neussuna altra parte all' estero dove sono stata.

e anche i miei amici "stranieri", quando tornano qui, un pò ridono, un pò sono scioccati e tristi da questo modo di fare. anche solo dal fatto che nessuno ti saluta nè dice grazie praticamente da nessuna parte.

olè.

Anonimo ha detto...

Anch'io mi chiedo sempre se questo stato di spossatezza, di rassegnazione che si prova ogni tanto sia una cosa legata ai luoghi, alle circostanze o ad un momento particolare. Siccome sono autolesionista, tendo sempre a dare la colpa a me. :)
Però penso davvero che ci sia un limite alle cose che si possono migliorare, in questa vita, solo con le proprie forze...

Anonimo ha detto...

ciao. purtroppo non riesco a seguire il tuo blog (azz, costan le connessioni nei campi di banane), ma oggi ho dato un occhio alle foto. beeelle!!!
e per il commento di oggi invece... wow come ti capisco! ogni volta che ho una pausa, che il trattore va a scaricare i bunches di banane, mi sdraio per terra, guarda il cielo d'australia, la terra rossa, le misty mountains in lontananza e mi rendo conto di quanto sono fortunato a vivere il mio sogno in un ambiente cosi' aperto, senza frontiere, senza gente che ti mette pressione. stranger in a strangers land. ma io sono piu' fortunato di te, perche' quando tornero' trovero' le montagne e gli spazi che avevo lasciato... o meglio, spero...

Anonimo ha detto...

scusa, ero clyde...

giuy ha detto...

In italia non si corre...si mangia, si dorme e si va in giro ;)

emme ha detto...

uff mi hai commossa

nonsisamai ha detto...

amoilmare: secondo me sono vere entrambe

linda: forse e' piu' normale :)

nina: non volevo fare quella autoreferenziale, ma anch'io avevo notato una relazione fra questo discorso e il tuo di ieri... :)

elica: dici? forse hai ragione, pero' e' anche vero che la nostra maniera di vedere le cose ci puo' aiutare molto, no? ma si' io dico di si' :)

clyde: che invidia! :)

giuy: e' quello che ho fatto per tre settimane, che bello!

emme: cara!

Anonimo ha detto...

Alla fine quello che dici è che anche le relazioni personali, come tutte le cose, soccombono all'entropia dell'universo, come ha detto qualcunom, temo che sia solo questione di tempo...
Ma anche di atteggiamento. Ciò che svanisce o si modifica impercettibilmente lasciando un retriogusto fenico è anche ciò di cui ci si è curati un po' meno, you know? ;-)

nonsisamai ha detto...

ubikindred: he si, e' proprio colpa dell'entropia e della disattenzione, I know ;)

Tiziana Russo ha detto...

Capitata qui per caso, bello leggerti. Tornerò, perchè condivido.....;-)

nonsisamai ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
nonsisamai ha detto...

tiziana: grazie per la visita, appena riesco do un'occhiata ai tuoi lavori.non che questo mi dia nessun merito particolare, ma in teoria sarei una storica dell'arte...in teoria

Anonimo ha detto...

E certo, però alla fine è solo come si "vedono", se uno va a controllare quello che di costruttivo riesce veramente a *fare* per (eh-ehm) la collettività (sé e i suoi prossimi), è ben poco... e spesso non è neanche per cattiva volontà. Saranno le congiunzioni dei pianeti.. per chi ci crede :D